- 21 Dicembre 2016
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- Regione
- Campania
- Alfa
- Giulia
- Motore
- turbo benzina
- Altre Auto
- Ford Fiesta, Toyota Yaris
Mi sono divertito a cercare notizie su "Marchionne Alfa Romeo" limitando progressivamente gli anni della ricerca a partire dal 2004.
Ho constatato che l'AD è stato ciclicamente oggetto di critiche feroci da parte degli alfisti. Talvolta alcune dichiarazioni apparivano enigmatiche; poi lui chiariva e puntali arrivavano altre critiche. Penso ad esempio alla dichiarazione del 2010 "sull'alfa abbiamo investito anche troppo" seguita dal chiarimento "l'alfa è un bambino da cullare".
Ricordiamo poi la famosa lettera con cui tanti alfisti chiesero a Marchionne di vendere l'Alfa Romeo.
Nel 2010 in un forum di quattroruote un utente scriveva:
"Ha capito (Marchionne, n.d.r.) che le sue precedenti inopportune dichiarazioni hanno avuto il risultato di disorientare gli alfisti e l'opinione pubblica in genere, e quindi ha "aggiustato il tiro" con quest'ultimo "dolcetto".
Vedremo cosa succederà veramente, quello che è sicuro è che se si vuole salvare l'Alfa (e qui sono propositivo più che mai) ci si deve mettere in testa che bisogna continuare ad investire su di essa, ma questa volta sarà l'ultima, senza appello, e non si potrà sbagliare più. Investire significa non accontentarsi di Mito e Giulietta perché sarebbe un suicidio e il "piccolo malato" diventerebbe un "malato terminale". Bisogna investire sulla Giulia o come si vorrà chiamarla (e relativa coupé), facendone una "vera Alfa" con tutte le caratteristiche che gli alfisti e gli appassionati di auto in genere aspettano da troppi anni."
Ebbene, siamo finalmente in quel futuro in cui non credeva nessuno e la Giulia è una realtà!!!
Premetto che: non ho legami professionali con la FCA; la mia ultima AR fu una Giulietta 1.6 (anni '80); nel 1986 celebrai il funerale dell'AR di cui la 155 fu il necrologio; ho in garage una bellissima Giulia super AT8 turbo benzina e ancora non ci credo che esista veramente; la adoro sotto tutti i profili ed io non avrei saputo immaginare niente di meglio.
Eppure ancora oggi, nei fora e nelle discussioni a commento di notizie, sono in molti a manifestare scarsa stima per l'AD.
Ora che abbiamo un arco temporale sufficientemente lungo credo si possano tirare le somme.
Marchionne arriva alla guida di una FIAT semi distrutta. Negli anni '90 per alcune settimane ci aspettavamo di vedere i libri contabili in tribunale un giorno sì e l'altro pure. Invece sotto la sua guida si avvia la rivoluzione della FIAT. La trasforma in una multinazionale, ristruttura brand e rapporti societari. Sul punto segnalo con emozione che il mio libretto di circolazione alla voce costruttore riporta "Alfa Romeo s.p.a." e non Fiat, come accadeva sulle Alfa pre marchionne. Incide, con molte difficoltà (ho i miei informatori), sulla mentalità radicata in azienda che voleva l'Alfa sempre mortificata (eredità agnelli). Dichiara, magari con scarsa attenzione alle tecniche di comunicazione, che vuole resuscitare l'AR.
Oggi la FCA produce moltissimi modelli in Italia, sta portando alla piena occupazione i suoi impianti e soprattutto ci sta restituendo la vera genuina Alfa Romeo.
Io come italiano e come alfista mi emoziono al pensiero che sappiamo di nuovo produrre auto che battono 10 a 0 le tedesche (che pure ho comprato e guidato negli anni bui).
Ma insomma: non sarebbe forse il caso di essere grati a quest'uomo?
Ho constatato che l'AD è stato ciclicamente oggetto di critiche feroci da parte degli alfisti. Talvolta alcune dichiarazioni apparivano enigmatiche; poi lui chiariva e puntali arrivavano altre critiche. Penso ad esempio alla dichiarazione del 2010 "sull'alfa abbiamo investito anche troppo" seguita dal chiarimento "l'alfa è un bambino da cullare".
Ricordiamo poi la famosa lettera con cui tanti alfisti chiesero a Marchionne di vendere l'Alfa Romeo.
Nel 2010 in un forum di quattroruote un utente scriveva:
"Ha capito (Marchionne, n.d.r.) che le sue precedenti inopportune dichiarazioni hanno avuto il risultato di disorientare gli alfisti e l'opinione pubblica in genere, e quindi ha "aggiustato il tiro" con quest'ultimo "dolcetto".
Vedremo cosa succederà veramente, quello che è sicuro è che se si vuole salvare l'Alfa (e qui sono propositivo più che mai) ci si deve mettere in testa che bisogna continuare ad investire su di essa, ma questa volta sarà l'ultima, senza appello, e non si potrà sbagliare più. Investire significa non accontentarsi di Mito e Giulietta perché sarebbe un suicidio e il "piccolo malato" diventerebbe un "malato terminale". Bisogna investire sulla Giulia o come si vorrà chiamarla (e relativa coupé), facendone una "vera Alfa" con tutte le caratteristiche che gli alfisti e gli appassionati di auto in genere aspettano da troppi anni."
Ebbene, siamo finalmente in quel futuro in cui non credeva nessuno e la Giulia è una realtà!!!
Premetto che: non ho legami professionali con la FCA; la mia ultima AR fu una Giulietta 1.6 (anni '80); nel 1986 celebrai il funerale dell'AR di cui la 155 fu il necrologio; ho in garage una bellissima Giulia super AT8 turbo benzina e ancora non ci credo che esista veramente; la adoro sotto tutti i profili ed io non avrei saputo immaginare niente di meglio.
Eppure ancora oggi, nei fora e nelle discussioni a commento di notizie, sono in molti a manifestare scarsa stima per l'AD.
Ora che abbiamo un arco temporale sufficientemente lungo credo si possano tirare le somme.
Marchionne arriva alla guida di una FIAT semi distrutta. Negli anni '90 per alcune settimane ci aspettavamo di vedere i libri contabili in tribunale un giorno sì e l'altro pure. Invece sotto la sua guida si avvia la rivoluzione della FIAT. La trasforma in una multinazionale, ristruttura brand e rapporti societari. Sul punto segnalo con emozione che il mio libretto di circolazione alla voce costruttore riporta "Alfa Romeo s.p.a." e non Fiat, come accadeva sulle Alfa pre marchionne. Incide, con molte difficoltà (ho i miei informatori), sulla mentalità radicata in azienda che voleva l'Alfa sempre mortificata (eredità agnelli). Dichiara, magari con scarsa attenzione alle tecniche di comunicazione, che vuole resuscitare l'AR.
Oggi la FCA produce moltissimi modelli in Italia, sta portando alla piena occupazione i suoi impianti e soprattutto ci sta restituendo la vera genuina Alfa Romeo.
Io come italiano e come alfista mi emoziono al pensiero che sappiamo di nuovo produrre auto che battono 10 a 0 le tedesche (che pure ho comprato e guidato negli anni bui).
Ma insomma: non sarebbe forse il caso di essere grati a quest'uomo?
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