Alfa Romeo: Asmara, Addis Abeba e l'Africa Orientale Italiana

Rosso_620

Alfista Megalomane
18 Settembre 2019
1,782
1,435
174
Regione
Veneto
Alfa
Stelvio
Motore
2.2 AT8 Q4 210CV
Un paio di curiosità storiche:
Ad Asmara (Eritrea), il quartiere più centrale della città costruita dagli italiani fra il 1890 e il 1941, si chiama "Alfa Romeo" e in esso si trovano ancora oggi il palazzo con la grande scritta sul fronte (penso che fosse la sede locale dell'Alfa Romeo) e il bar "Alfa Romeo" con tanto di scritta e loghi del biscione.
Ad Addis Abeba (Etiopia), l'Alfa Romeo costruì un grande stabilimento per la costruzione di autocarri e veicoli pesanti in genere, inaugurato nel 1935.
Una parte abbastanza consistente degli italiani in Eritrea veniva dalla zona di Padova, tanto che il titolare (Sig. Modici) dell'unica officina meccanica specializzata in motori storici e nella preparazione di motori per competizioni è nipote di un padovano e il fratello vive a Padova dove peraltro ha un'officina anche lui.

In questi tempi di squallore politico e in parte anche umano, mi piace ricordare che abbiamo almeno un passato di cui non dobbiamo vergognarci. Anzi...
Il prossimo 24 Giugno saranno 110 anni di Alfa Romeo. Probabilmente passeranno un po' in sordina, sempre a causa dello squallore esistenziale nel quale ci stiamo infilando sempre più, ma ci tenevo a ricordarlo.
Buon Compleanno, Alfa!
 
Un paio di curiosità storiche:
Ad Asmara (Eritrea), il quartiere più centrale della città costruita dagli italiani fra il 1890 e il 1941, si chiama "Alfa Romeo" e in esso si trovano ancora oggi il palazzo con la grande scritta sul fronte (penso che fosse la sede locale dell'Alfa Romeo) e il bar "Alfa Romeo" con tanto di scritta e loghi del biscione.
Ad Addis Abeba (Etiopia), l'Alfa Romeo costruì un grande stabilimento per la costruzione di autocarri e veicoli pesanti in genere, inaugurato nel 1935.
Una parte abbastanza consistente degli italiani in Eritrea veniva dalla zona di Padova, tanto che il titolare (Sig. Modici) dell'unica officina meccanica specializzata in motori storici e nella preparazione di motori per competizioni è nipote di un padovano e il fratello vive a Padova dove peraltro ha un'officina anche lui.

In questi tempi di squallore politico e in parte anche umano, mi piace ricordare che abbiamo almeno un passato di cui non dobbiamo vergognarci. Anzi...
Il prossimo 24 Giugno saranno 110 anni di Alfa Romeo. Probabilmente passeranno un po' in sordina, sempre a causa dello squallore esistenziale nel quale ci stiamo infilando sempre più, ma ci tenevo a ricordarlo.
Buon Compleanno, Alfa!
l'analisi, ancorchè tristemente impietosa ma veritiera, non ci impedirà di essere presenti. ciao
 
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Un paio di curiosità storiche:
Ad Asmara (Eritrea), il quartiere più centrale della città costruita dagli italiani fra il 1890 e il 1941, si chiama "Alfa Romeo" e in esso si trovano ancora oggi il palazzo con la grande scritta sul fronte (penso che fosse la sede locale dell'Alfa Romeo) e il bar "Alfa Romeo" con tanto di scritta e loghi del biscione.
Ad Addis Abeba (Etiopia), l'Alfa Romeo costruì un grande stabilimento per la costruzione di autocarri e veicoli pesanti in genere, inaugurato nel 1935.
Una parte abbastanza consistente degli italiani in Eritrea veniva dalla zona di Padova, tanto che il titolare (Sig. Modici) dell'unica officina meccanica specializzata in motori storici e nella preparazione di motori per competizioni è nipote di un padovano e il fratello vive a Padova dove peraltro ha un'officina anche lui.

In questi tempi di squallore politico e in parte anche umano, mi piace ricordare che abbiamo almeno un passato di cui non dobbiamo vergognarci. Anzi...
Il prossimo 24 Giugno saranno 110 anni di Alfa Romeo. Probabilmente passeranno un po' in sordina, sempre a causa dello squallore esistenziale nel quale ci stiamo infilando sempre più, ma ci tenevo a ricordarlo.
Buon Compleanno, Alfa!
Asmara, la piccola Roma in Eritrea - Il Post
 
Nel 2017 Jovanotti vi girò il video del brano Chiaro di Luna.
 

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Marmo Contro Palude... 70 anni di medosa e falsa democrazia corrotta che mai potranno abbattere il VENTENNIO
 
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Marmo Contro Palude... 70 anni di medosa e falsa democrazia corrotta che mai potranno abbattere il VENTENNIO
Caro Korm,
non è che non sia d'accordo sulla valutazione storica di tanti accadimenti anche comportamentali. Ad esempio prima tutti fascisti, poi tutti democristiani e, a metà , anche comunisti. Il falso mito della resistenza (cfr Giampaolo Pansa). La corruzione, vero ganglo magmatico, esisteva anche durante il ventennio, con esponenti di governo, gerarchi, mezze figure, che, complici e protetti, malversavano a mani basse. quindi non sono gli schieramenti politici ma le persone a fare la differenza. E finiamo, da stupidi, per accapigliarci in nome di personaggi per i quali cui nutrire solo schifo e repulsione. Ormai ho smesso di comprare a scatola chiusa, da tempo.
E dei ciellini, di formigoni, della lagarde, di prodi ..... ho provato la profondità di un rifiuto anche epidermico.
Ma uno come renzi che mestiere avrebbe potuto fare se non accozzarsi sulle croste dei contribuenti? o benetton? ma gli italiani quante volte devono pagarsi le autostrade?
Basta, ne ho pieni i coglioni di modelli autoreferenziali. non mi illudo e, se posso, scelgo ogni volta il contrario. SEMPRE.
Si chiama schizofrenia democratica.
Segui i soldi e troverai il marcio. non sempre ma molto spesso. e non certo dalle vecchine che vanno in chiesa ad accendere i ceri! ma da quelli che i ceri te li fanno accendere.
 
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Giusto per amor di verità storica, i primi italiani in Eritrea furono dei missionari nella seconda metà dell'800. A partire dal 1890 circa iniziò la colonizzazione vera e propria da parte della monarchia sabauda. I primi insediamenti furono nella zona portuale di Massaua in riva al Mar Rosso.
Asmara venne progettata e costruita sul finire dell'800, in base ad un piano regolatore razionale e moderno, su un altopiano a 2.400 msm (aria fresca e mite d'alta quota, clima temperato tutto l'anno, niente zanzare e altri animali molesti) poco a sud dei preesistenti insediamenti indigeni. A memoria di questo, la data "1899" sulla lapide all'ingresso dell'Albergo Italia.
Contemporaneamente, venne costruita la ferrovia a scartamento ridotto Asmara-Massaua per il collegamento della nuova città con il porto. A tutt'oggi rimane la ferrovia più ripida senza cremagliera, esistente e funzionante al mondo con le sue vaporiere Ansaldo-Breda e le "Littorine" Fiat che vanno e vengono sferragliando su pendenze superiori al 35 per mille, gallerie, ponti, stazioni intermedie ecc. dal 1911.
Il "Ventennio", come noto iniziò nel 1922 e solo nel 1936 aggiunse alle preesistenti colonie di Eritrea e Somalia anche l'Etiopia, fondando l'Impero di cui Amedeo Savoia Aosta fu il Viceré. Va riconosciuto che la gran parte del patrimonio architettonico "modernista" eccezionalmente ben conservato in Asmara venne costruito negli anni '30 dagli architetti ed urbanisti italiani, che ebbero la straordinaria opportunità di costruire un'intera città "ideale" partendo dal foglio bianco e da un'area completamente libera da preesistenze.
E' universalmente riconosciuto (dagli Eritrei per primi) che il colonialismo italiano portò in Africa ricchezza, invece di sottrarne: infrastrutture, industrie, commercio, furono realizzate ed avviate dagli italiani per rimanere e prosperare in Eritrea, tanto che la popolazione italiana ad Asmara crebbe veramente a dismisura in condizioni di grande benessere di cui ancora oggi, nonostante tutto, si percepisce l'atmosfera. E mi si permetta di dire che dall'incrocio fra italiani ed eritrei nacque una delle popolazioni più belle d'Africa, insieme a quella somala le cui donne sono particolarmente belle.
Purtroppo, tutto finì nel 1941 quando le colonie italiane vennero perdute e passate in mano inglese. Seguirono poi l'annessione all'Etiopia e la lunga guerra di indipendenza fino al 1991. Il declino e l'abbandono degli italiani fu definitivo con la salita al potere i Etiopia di Menghistu negli anni '70: ortodosso comunista, Menghistu nazionalizzò tutte le imprese italiane costringendo sostanzialmente gli italiani a tornarsene in patria, lasciando in Eritrea solo un buon ricordo (e più di qualche figliolo...). Un ricordo talmente buono che gli Eritrei conservarono intonso il patrimonio architettonico dell'Asmara, compresi gli arredi, le suppellettili e le insegne luminose al neon, coltivarono lo studio della lingua italiana proseguendo l'attività delle scuole primarie e superiori lasciate dagli italiani (compreso il Liceo Classico - Ginnasio), nonostante la guerra e le dominazioni straniere.
Negli anni più recenti, i governi italiani hanno mantenuto (più o meno maldestramente) relazioni con l'Eritrea e la Somalia, ma di tutte le ex colonie italiane, solo l'Eritrea ha conservato "l'urbanità" italiana, la gentilezza dei modi, l'operosità e il buon vivere italici.
E fra tutti i 700 edifici di pregio architettonico, dal 2017 Patrimonio UNESCO, gli Asmarini hanno conservato gelosamente anche il palazzo Alfa Romeo, il Bar Alfa Romeo e dato il nome Alfa Romeo al quartiere più centrale della città, oltre ad aver eletto l'edificio FIAT Tagliero (diamo una soddisfazione anche ai "cugini" torinesi...) loro monumento nazionale.
 
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Giusto per amor di verità storica, i primi italiani in Eritrea furono dei missionari nella seconda metà dell'800. A partire dal 1890 circa iniziò la colonizzazione vera e propria da parte della monarchia sabauda. I primi insediamenti furono nella zona portuale di Massaua in riva al Mar Rosso.
Asmara venne progettata e costruita sul finire dell'800, in base ad un piano regolatore razionale e moderno, su un altopiano a 2.400 msm (aria fresca e mite d'alta quota, clima temperato tutto l'anno, niente zanzare e altri animali molesti) poco a sud dei preesistenti insediamenti indigeni. A memoria di questo, la data "1899" sulla lapide all'ingresso dell'Albergo Italia.
Contemporaneamente, venne costruita la ferrovia a scartamento ridotto Asmara-Massaua per il collegamento della nuova città con il porto. A tutt'oggi rimane la ferrovia più ripida senza cremagliera, esistente e funzionante al mondo con le sue vaporiere Ansaldo-Breda e le "Littorine" Fiat che vanno e vengono sferragliando su pendenze superiori al 35 per mille, gallerie, ponti, stazioni intermedie ecc. dal 1911.
Il "Ventennio", come noto iniziò nel 1922 e solo nel 1936 aggiunse alle preesistenti colonie di Eritrea e Somalia anche l'Etiopia, fondando l'Impero di cui Amedeo Savoia Aosta fu il Viceré. Va riconosciuto che la gran parte del patrimonio architettonico "modernista" eccezionalmente ben conservato in Asmara venne costruito negli anni '30 dagli architetti ed urbanisti italiani, che ebbero la straordinaria opportunità di costruire un'intera città "ideale" partendo dal foglio bianco e da un'area completamente libera da preesistenze.
E' universalmente riconosciuto (dagli Eritrei per primi) che il colonialismo italiano portò in Africa ricchezza, invece di sottrarne: infrastrutture, industrie, commercio, furono realizzate ed avviate dagli italiani per rimanere e prosperare in Eritrea, tanto che la popolazione italiana ad Asmara crebbe veramente a dismisura in condizioni di grande benessere di cui ancora oggi, nonostante tutto, si percepisce l'atmosfera. E mi si permetta di dire che dall'incrocio fra italiani ed eritrei nacque una delle popolazioni più belle d'Africa, insieme a quella somala le cui donne sono particolarmente belle.
Purtroppo, tutto finì nel 1941 quando le colonie italiane vennero perdute e passate in mano inglese. Seguirono poi l'annessione all'Etiopia e la lunga guerra di indipendenza fino al 1991. Il declino e l'abbandono degli italiani fu definitivo con la salita al potere i Etiopia di Menghistu negli anni '70: ortodosso comunista, Menghistu nazionalizzò tutte le imprese italiane costringendo sostanzialmente gli italiani a tornarsene in patria, lasciando in Eritrea solo un buon ricordo (e più di qualche figliolo...). Un ricordo talmente buono che gli Eritrei conservarono intonso il patrimonio architettonico dell'Asmara, compresi gli arredi, le suppellettili e le insegne luminose al neon, coltivarono lo studio della lingua italiana proseguendo l'attività delle scuole primarie e superiori lasciate dagli italiani (compreso il Liceo Classico - Ginnasio), nonostante la guerra e le dominazioni straniere.
Negli anni più recenti, i governi italiani hanno mantenuto (più o meno maldestramente) relazioni con l'Eritrea e la Somalia, ma di tutte le ex colonie italiane, solo l'Eritrea ha conservato "l'urbanità" italiana, la gentilezza dei modi, l'operosità e il buon vivere italici.
E fra tutti i 700 edifici di pregio architettonico, dal 2017 Patrimonio UNESCO, gli Asmarini hanno conservato gelosamente anche il palazzo Alfa Romeo, il Bar Alfa Romeo e dato il nome Alfa Romeo al quartiere più centrale della città, oltre ad aver eletto l'edificio FIAT Tagliero (diamo una soddisfazione anche ai "cugini" torinesi...) loro monumento nazionale.
GRAZIE per l'appassionata informazione. In effetti si è sempre trattato di un colonialismo operoso illuminato e rispettoso. Basti ricordare cosa abbiamo lasciato e che cosa abbiamo preso. lo stesso discorso vale per la Libia.
Poi è arrivato Sarkozy, maldestro ladro di galline...
 
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Per un curioso caso del destino (o per opera della Divina Provvidenza, chissà...) a differenza di Somalia, Etiopia e Libia sulle quali la Storia ha lasciato segni indelebili e dove i segni della presenza italiana sono quasi del tutto scomparsi, in Eritrea i segni della presenza italiana di tanti decenni fa sono non solo ancora ben presenti, ma quotidianamente vissuti dai suoi abitanti.
Non solo gli edifici, ma anche gli arredi, le suppellettili, le macchine per il caffè espresso, persino tante vecchie 600 ancora, ehm... marcianti, sono di uso quotidiano e straordinariamente ben conservate.
E solo un amore per l'Italia che spesso nemmeno noi proviamo può aver reso possibile una cosa del genere.
Il popolo eritreo ha conservato nei decenni un patrimonio inestimabile di Architettura, di Ingegneria, di Arte italiana del '900 come non ce n'è nell'intera Italia. Si calcola circa 700 edifici di pregio nella sola Asmara, con arredi d'autore e opere d'arte originali al loro interno. Il popolo eritreo conserva e parla da decenni la nostra lingua grazie alle numerose e affollatissime scuole italiane di Asmara.
Un progetto serio e soprattutto onesto di cooperazione farebbe dell'Eritrea un autentico gioiello di civiltà in Africa e sarebbe per noi motivo di orgoglio, con grandissime opportunità in ogni campo: Scuole di Architettura e Ingegneria per progettare il restauro di edifici e infrastrutture, costruzione di abitazioni popolari accoglienti e salubri, avvio di imprese e attività commerciali, sviluppo delle potenzialità portuali già a suo tempo intuite dai primi colonizzatori italiani.
Laggiù c'è una parte consistente del nostro passato, che evidentemente tanto vergognoso non deve essere se qualcuno lo conserva con cura da oltre un secolo. Sarebbe nostro dovere contribuire molto concretamente per preservarlo e valorizzarlo.
 
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Giusto per amor di verità storica, i primi italiani in Eritrea furono dei missionari nella seconda metà dell'800. A partire dal 1890 circa iniziò la colonizzazione vera e propria da parte della monarchia sabauda. I primi insediamenti furono nella zona portuale di Massaua in riva al Mar Rosso.
Asmara venne progettata e costruita sul finire dell'800, in base ad un piano regolatore razionale e moderno, su un altopiano a 2.400 msm (aria fresca e mite d'alta quota, clima temperato tutto l'anno, niente zanzare e altri animali molesti) poco a sud dei preesistenti insediamenti indigeni. A memoria di questo, la data "1899" sulla lapide all'ingresso dell'Albergo Italia.
Contemporaneamente, venne costruita la ferrovia a scartamento ridotto Asmara-Massaua per il collegamento della nuova città con il porto. A tutt'oggi rimane la ferrovia più ripida senza cremagliera, esistente e funzionante al mondo con le sue vaporiere Ansaldo-Breda e le "Littorine" Fiat che vanno e vengono sferragliando su pendenze superiori al 35 per mille, gallerie, ponti, stazioni intermedie ecc. dal 1911.
Il "Ventennio", come noto iniziò nel 1922 e solo nel 1936 aggiunse alle preesistenti colonie di Eritrea e Somalia anche l'Etiopia, fondando l'Impero di cui Amedeo Savoia Aosta fu il Viceré. Va riconosciuto che la gran parte del patrimonio architettonico "modernista" eccezionalmente ben conservato in Asmara venne costruito negli anni '30 dagli architetti ed urbanisti italiani, che ebbero la straordinaria opportunità di costruire un'intera città "ideale" partendo dal foglio bianco e da un'area completamente libera da preesistenze.
E' universalmente riconosciuto (dagli Eritrei per primi) che il colonialismo italiano portò in Africa ricchezza, invece di sottrarne: infrastrutture, industrie, commercio, furono realizzate ed avviate dagli italiani per rimanere e prosperare in Eritrea, tanto che la popolazione italiana ad Asmara crebbe veramente a dismisura in condizioni di grande benessere di cui ancora oggi, nonostante tutto, si percepisce l'atmosfera. E mi si permetta di dire che dall'incrocio fra italiani ed eritrei nacque una delle popolazioni più belle d'Africa, insieme a quella somala le cui donne sono particolarmente belle.
Purtroppo, tutto finì nel 1941 quando le colonie italiane vennero perdute e passate in mano inglese. Seguirono poi l'annessione all'Etiopia e la lunga guerra di indipendenza fino al 1991. Il declino e l'abbandono degli italiani fu definitivo con la salita al potere i Etiopia di Menghistu negli anni '70: ortodosso comunista, Menghistu nazionalizzò tutte le imprese italiane costringendo sostanzialmente gli italiani a tornarsene in patria, lasciando in Eritrea solo un buon ricordo (e più di qualche figliolo...). Un ricordo talmente buono che gli Eritrei conservarono intonso il patrimonio architettonico dell'Asmara, compresi gli arredi, le suppellettili e le insegne luminose al neon, coltivarono lo studio della lingua italiana proseguendo l'attività delle scuole primarie e superiori lasciate dagli italiani (compreso il Liceo Classico - Ginnasio), nonostante la guerra e le dominazioni straniere.
Negli anni più recenti, i governi italiani hanno mantenuto (più o meno maldestramente) relazioni con l'Eritrea e la Somalia, ma di tutte le ex colonie italiane, solo l'Eritrea ha conservato "l'urbanità" italiana, la gentilezza dei modi, l'operosità e il buon vivere italici.
E fra tutti i 700 edifici di pregio architettonico, dal 2017 Patrimonio UNESCO, gli Asmarini hanno conservato gelosamente anche il palazzo Alfa Romeo, il Bar Alfa Romeo e dato il nome Alfa Romeo al quartiere più centrale della città, oltre ad aver eletto l'edificio FIAT Tagliero (diamo una soddisfazione anche ai "cugini" torinesi...) loro monumento nazionale.
immagino sia pieni di altarini a commemorare graziani...