L'Alfa Romeo con l'arrivo della Fiat, Marchionne, FCA

Che la 75 fu l'ultima VERA Alfa Romeo è poco ma sicuro....
La migliore Alfa di sempre (a mio avviso) è sicuramente l'ALFETTA
Il bello della 156 (che non ha bisogno di parole) è che qualcuno ha avuto la brillante idea di produrla con il 1.6 da 120 CV rendendola in tal modo alla portata di tutti gli appassionati, io l'ho tenuta per 14 anni;)
Giulia (attuale) Vs Alfetta vince l'Alfetta - La Giulia è l'orologio al quarzo più preciso al mondo, l'Alfetta è il ROLEX.
E poi sarebbe da vedere su strada se alla Giulia togliessimo tutta l'elettronica come si comporterebbe contro la concorrente....

Chissà come andrebbe a finire un confronto.

Cmq la linea della 75 versione Milano (magari grigio metallizzato chiaro) è ancora spettacolare, nonostante il modello fosse mutuato dalla Giulietta precedente.

Vogliamo poi parlare della vetta di sportività ed eleganza raggiunta dalla Alfetta GT (prima/ seconda serie)?
 
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Parlo solo delle vetture che per ragioni anagrafiche conosco.

155
Un clone meccanico della Fiat Tipo, con motori più potenti (persino le portiere erano uguali, se si eccentua la scalfatura e le maniglie diverse). Nulla di chè, se non nelle versioni pronto gara che però non avevano quasi nulla in comune con le versioni stradali

156
E' stata una svolta rispetto alla progenitrice: finalmente c'è stata la volontà dell'azienda di tornare a una certa dinamica di guida, e il risultato si vede e si sente alla guida. Sterzo diretto, sospensioni evolute e ben tarate, design personale ed equilibrato.
Il lavoro è ottimo, anche se nasce da alcuni compromessi: la necessità di partire da una evoluzione del pianale che si ha in casa (pianale usato anche per la Lancia Lybra, seppure con sospensioni più semplici), e più in generale di condividere la meccanica che si ha in casa in termini di motori e trasmissioni, quindi adottando la trazione anteriore.
Rimane una delle trazioni anteriori più piacevoli da guidare, ma la distribuzione dei pesi non può che essere fisiologicamente spostata verso l'anteriore, con tutto quel che ne consegue. La versione sportiva GTA, con il 3.2 V6 "Busso", a fronte di un motore emozionale e di uno sterzo piacevole soffre di difficoltà a scaricare a terra i cv (in tutte le TA in accelerazione il peso si sposta indietro e scarica le ruote motrici, con conseguenti pattinamenti e sottosterzo in curva).
Di positivo la buona attenzione al peso (il carrier della plancia ad esempio era in nobile magnesio).

159
Nasce in un periodo travagliato, dove le sinergie con GM impongono scelte forzate.
Già in fase progettuale si tiene conto più degli obiettivi di confort e sicurezza che di sportività (ad esempio si adottano vetri più spessi, meglio insonorizzanti ma più pesanti). Il pianale nasce per essere condiviso con altre vetture del gruppo GM che però non nasceranno mai, impedendo sinergie ed evoluzioni. Tale pianale gode di una eccellente rigidità torsionale, e adotta sospensioni evolute, che poi si potranno apprezzare alla guida in abbinata con uno sterzo ottimo e diretto, probabilmente il migliore della categoria all'epoca.
Tuttavia non ci sono soldi per adottare i più leggeri acciai altoresistenziali, già disponibili in quegli anni, come non ce ne sono per scegliere materiali leggeri su sospensioni e arredi dell'abitacolo (il carrier della plancia, rispetto alla 156, passa dal magnesio al pesante acciaio). Anche i motori vengono presi con quanto disponibile in casa, diesel common rail a 4 e 5 cilindri, e benzina del gruppo GM, tutto fuorché sportivi. Il 3.2 V6 Holden viene modificato nella testata per cercare di dare un poco di carattere, ma il risultato è abbastanza anonimo: le prestazioni non sono buone e i consumi altissimi.
Il design è molto riuscito, e anche gli interni migliorano la qualità rispetto alla progenitrice. Ma, nonostante i miglioramenti avuti nel corso della sua carriera, il peso eccessivo la segna.
Un dato su tutti rende l'idea: una BMW 320d E90 aveva prestazioni sovrapponibili alla 159 2.4 JTDm, con consumi infinitamente inferiori.

vorrei aprire una parentesi per il tanto vituperato 3.2 jts. Il motore pur avendo una carattere meno cattivo del mitico v6 di arese non aveva prestazioni cosi poi malvage anzi la brera aveva addirittura prestazioni soprattutto nei primi metri superiori alle gt/gtv. Ciò che non permetteva al motore di mostare tutte le proprie potenzialità era la trazione integrale q4, l'efficienza delle trasmissioni e i rapporti delle marce troppo lunghi e spaziati tra loro
 
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E poi sarebbe da vedere su strada se alla Giulia togliessimo tutta l'elettronica come si comporterebbe contro la concorrente....
Credo abbastanza bene, la Quadrifoglio può essere alleggerita di parecchia elettronica in modalità Race e nessuno si è mai lamentato del telaio in questa modalità.
Io tra Alfetta e Giulia non ci vedo una vera vincitrice, ognuna è la leader del suo tempo nelle qualità stradali
 
vorrei aprire una parentesi per il tanto vituperato 3.2 jts. Il motore pur avendo una carattere meno cattivo del mitico v6 di arese non aveva prestazioni cosi poi malvage anzi la brera aveva addirittura prestazioni soprattutto nei primi metri superiori alle gt/gtv. Ciò che non permetteva al motore di mostare tutte le proprie potenzialità era la trazione integrale q4, l'efficienza delle trasmissioni e i rapporti delle marce troppo lunghi e spaziati tra loro

Infatti nelle Alfa della gestione FIAT, se non erro, sovente il problema principale non erano nè trazioni nè pesi ma il cambio, che non riusciva a supportare adeguatamente le potenze dei motori messi a disposizione. Però può essere che mi sbagli.
 
vorrei aprire una parentesi per il tanto vituperato 3.2 jts. Il motore pur avendo una carattere meno cattivo del mitico v6 di arese non aveva prestazioni cosi poi malvage anzi la brera aveva addirittura prestazioni soprattutto nei primi metri superiori alle gt/gtv. Ciò che non permetteva al motore di mostare tutte le proprie potenzialità era la trazione integrale q4, l'efficienza delle trasmissioni e i rapporti delle marce troppo lunghi e spaziati tra loro

Che poi aveva angolo 60° come i "veri" motori Alfa... e GM non concesse ad Alfa nè l'adozione del turbo, nè l'adozione del 2.0Tb 260cv
 
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La 75 fu l'ultima VERA Alfa Romeo, ma pure essa per costi derivava in tutto e per tutto dalla Giulietta che sostituiva, la quale aveva già meccanica di base derivante dall'Alfetta.
giusta la seconda parte

Che la 75 fu l'ultima VERA Alfa Romeo è poco ma sicuro....
dipende da cosa si intenda per ultima vera alfa... costruita ad arese? con motori alfa romeo? con progetti alfa romeo?
prima di disquisire su quale sia meglio se giulia o le precedenti (che cmq mi pare di per se sbagliato perchè nascono in epoche e con intenti diversi) bisognerebbe chiarire qst punto... a mio modo di vedere esistono le alfa, un pò meno gli alfisti..
chiarito qst è abbastanza scontato che un modello successivo sia migliore di qll precedente (salvo rare eccezioni) perchè ne sfrutta esperienze e know how... il sistema di sospensioni della giulia è ottimo ma non si può negare che parte dalla base di qll della 159 che a sua volta sfrutta l'esperienza della 156 (per esempio rispetto a qst ultima i bracci sono stati irrobustiti)...
il vero stacco netto, e che solo uno ha toccato ma non ricordo chi, tra la giulia e le berline precedenti è che con giulia si è partiti dal modello "da corsa" per poi trasmigrarlo su strada.. ecco quindi ripartizione dei carichi, trazione posteriore, trasmissione in carbonio, quadrilatero...
qll che invece è inferiore rispetto al passato sono le linee che con 147, 156 e 159 rappresentano un taglio netto con qnt c'è intorno mentre giulia deve sottostare ai canoni imposti dalle restrizioni sulla sicurezza....
per qst
giulia è un'auto migliore rispetto a 156 e 159? certo assolutamente si
giulia è meglio di 156 e 159? no niente affatto...
da notare che non faccio nessun riferimento all'elettronica perchè dal mio punto di vista in un'auto meno ce n'è e meglio è cmq volendone parlare sarebbe troppo discriminante verso giulia: elettronica troppo invasiva e non disinseribile (se non nella versione top di gamma) la penalizzano nei confronti delle "rivali" di casa... ovviamente qst se si considera l'alfista di cui sopra perchè per il possessore di alfa ce n'è pure poca...
 
Dal mio punto di visto ultima "vera Alfa" significa prima dell'inglobazione della casa in Fiat, che ne ha determinato la fine come costruttore "indipendente". Naturalmente ciò non significa che il 1986 sia uno spartiacque e quelle dal 1987 in poi non siano Alfa. Lo abbiamo visto post addietro. Il personale di Alfa è stato mantenuto indipendente fino ad un certo punto della storia ed infatti il lavoro fatto su queste auto ha dato i suoi frutti (QA, common rail, Selespeed) tutte innovazioni che possono essere portate alla ribalta solo da vetture di alta gamma.

Concordo sulle linee infine. Ma molti al momento del lancio hanno portato questa critica a Giulia.
 
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Giulia
Negli anni i tedeschi hanno fatto passi avanti da gigante, sono ormai leader incontrastati del mercato premium mondiale, e recuperare il gap non è banale.
Marchionne, dopo aver sistemato i conti del gruppo, decide di provarci, di investire nel rilancio di Alfa Romeo, unico marchio del gruppo conosciuto a livello mondiale che può permettere di fare profitti nel mercato premium delle vetture sportive, quello più redditizio.
Ormai solo i numeri sul mercato mondiale possono giustificare gli investimenti enormi per sviluppare piattaforme completamente nuove. E allora l'obiettivo è ambizioso: fare un'auto rivolta al mercato mondiale, che possa dire la sua in tutti i mercati più competitivi.
Per farlo non si può prescindere dalla trazione posteriore: sia per rifarsi agli anni d'oro di Alfa Romeo (gli anni sessanta), sia perché è la soluzione migliore per un'auto sportiva; peso distribuito sugli assi, asse anteriore direzionale che non deve scaricare coppia quindi ha la massima aderenza laterale, asse posteriore che in accelerazione per il trasferimento di peso ha la massima motricità.
E in casa il know how per fare auto sportive c'è: si trova a Modena, dove ci sono gli ingegneri Ferrari e Maserati. Ed è proprio da li che arrivano molti componenti del team di sviluppo del pianale Giorgio e i motori.
In breve, nel 2016 arriva sul mercato Giulia, la prima vettura italiana nata da un foglio bianco e senza compromessi da decenni.
In un solo colpo viene recuperato tutto il gap accumulato negli anni per quanto riguarda efficienza di motori e trasmissioni. Vengono adottate soluzioni preziose come l'albero di trasmissione in carbonio, che pesa la metà di quello in acciaio della concorrente BMW. Attenzione, si tratta di una massa in rotazione, quindi il vantaggio va ben oltre i 7 kg risparmiati sulla bilancia, ma si nota soprattutto nelle minori inerzie rotazionali e quindi nella maggior prontezza nella risposta al gas.
Il setup poi viene curato in maniera maniacale, la base meccanica allo stato dell'arte viene affinata con regolazioni tese a massimizzare l'handling, e l'obiettivo viene centrato alla perfezione.
I motori sono sviluppati tutti ex-novo, con materiali leggeri: multiair e iniezione diretta insieme nel 4 cilindri GME, componentistica in comune con Ferrari per il 2.9 V6.

Roma non può essere fatta in un giorno, e nei progetti bisogna darsi delle priorità: in questo caso sono state tutte orientate al comportamento stradale, alle prestazioni, alla precisione di guida, all'efficienza meccanica.
Anche i materiali e le finiture non vengono trascurate, ma altri aspetti, come la cura dell'infotainment, rimangono meno prioritari e si prestano a miglioramenti. L'integrazione con gli smartphone arriva solo in corso d'opera (nel 2017), e nessun virtual cockpit.

Il buono di Giulia è che costringe anche la concorrenza a risvegliarsi: anni di monopolio tedesco hanno fatto dormire un po' sugli allori, e la vecchia affilatura delle berline BMW si è via via persa per strada. Oggi, bisogna tenere conto anche di Giulia e della nicchia che è andata a coprire, quelle di prima della classe nell'handling fra le berline del segmento D.
 
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