Ho posseduto due alfa romeo 145D .La prima serie TD e la restyling JTD.
Veramente rivoluzionaria per l'epoca. Il disegno era veramente inusuale. Ancora adesso mi meraviglia e non riesco a farci l'abitudine. Linee estremamente tese e dinamiche, per un auto relativamente corta. Sempre aggressiva. Il vero pezzo forte era il cofano, che ne determinava tutta la personalità dell'auto. Lo scudo era il prolungamento del cofano sul frontale. Non era un elemento del frontale e del paraurti. Non era un elemento della mascherina . Ma era il cofano che scendeva sull'anteriore. Sempre dal cofano partivano le due linee di cintura che ne percorrevano tutte le fiancate. Il genio di Chris Bangle, le aveva poi allungate fino al posteriore, leggermente più larghe, a cuneo per incastonarvi i fari posteriori. Pensando che dovettero partire dalla Fiat Tipo, hanno fatto un capolavoro di design.
Inusuale anche il lunotto posteriore. la base non era dritta come tutte le auto, ma era una delle poche auto dove la base del lunotto era composta da due lati, cosi da formarne un pentagono. Al centro dei due lati, il posto migliore per incastonare il tergilunotto. Fantastico! E sotto il simbolo Alfa. Perfetto! E visto che bisognava essere originali, non c'erano i montanti dopo i finestrini posteriori. Ma un "tuttovetro" che abbracciava l'auto: da portiera a portiera, passando per il lunotto. Il tutto armonizzato da sbalzi giusti, ne troppo corti, ne troppo lunghi, ma giusti. Solo il paraurti, non verniciato della prima serie, ne appesantiva un po' la linea. Infatti nel restyling è stato verniciato. Per la gioia dei carrozzieri e la dannazione dei proprietari. Ma questo è valso per tutte le auto; e ora tutte le auto hanno il paraurti verniciato, in tinta carrozzeria. Una stupenda tre porte con i posti anteriori: luminosi, ampi, comodi e addirittura si pensò di rientrare il cruscotto, per permettere al vostro passeggero (senz'altro una affascinante ragazza) di accavallare le gambe. Mi ricordo che quando acquistai la prima 145 TD: sotto la moquette anteriore, trovai dei bulloni e dei dadi, dimenticati in produzione. Simpaticamente sensazionale! Per il motore poi. .. 90 cv sembrano pochi ora, ma prima, con le auto leggere, erano tanti. Il turbo fischiava che era un piacere sentirlo. La seconda 145 JTD, invece molto più seria e matura. Terzo stop, interni più belli e spoiler sul lunotto. Molto più curata e nessun bullone e dado sparso sotto la moquette. Un auto veramente bella e penso di successo. Comunque riuscita, pensando che doveva integrare i disegni con la 146. Geniale. Immagine della fine degli anni novanta, dove eravamo più giovani e sbarazzini come la 145 riusciva ad essere.
Ma gli anni passano ed era maturo il tempo della 147.
Un ringraziamento al suo ideatore e alla FIAT per aver creato un'auto dal disegno rivoluzionario e senz'altro giovane.
Veramente rivoluzionaria per l'epoca. Il disegno era veramente inusuale. Ancora adesso mi meraviglia e non riesco a farci l'abitudine. Linee estremamente tese e dinamiche, per un auto relativamente corta. Sempre aggressiva. Il vero pezzo forte era il cofano, che ne determinava tutta la personalità dell'auto. Lo scudo era il prolungamento del cofano sul frontale. Non era un elemento del frontale e del paraurti. Non era un elemento della mascherina . Ma era il cofano che scendeva sull'anteriore. Sempre dal cofano partivano le due linee di cintura che ne percorrevano tutte le fiancate. Il genio di Chris Bangle, le aveva poi allungate fino al posteriore, leggermente più larghe, a cuneo per incastonarvi i fari posteriori. Pensando che dovettero partire dalla Fiat Tipo, hanno fatto un capolavoro di design.
Inusuale anche il lunotto posteriore. la base non era dritta come tutte le auto, ma era una delle poche auto dove la base del lunotto era composta da due lati, cosi da formarne un pentagono. Al centro dei due lati, il posto migliore per incastonare il tergilunotto. Fantastico! E sotto il simbolo Alfa. Perfetto! E visto che bisognava essere originali, non c'erano i montanti dopo i finestrini posteriori. Ma un "tuttovetro" che abbracciava l'auto: da portiera a portiera, passando per il lunotto. Il tutto armonizzato da sbalzi giusti, ne troppo corti, ne troppo lunghi, ma giusti. Solo il paraurti, non verniciato della prima serie, ne appesantiva un po' la linea. Infatti nel restyling è stato verniciato. Per la gioia dei carrozzieri e la dannazione dei proprietari. Ma questo è valso per tutte le auto; e ora tutte le auto hanno il paraurti verniciato, in tinta carrozzeria. Una stupenda tre porte con i posti anteriori: luminosi, ampi, comodi e addirittura si pensò di rientrare il cruscotto, per permettere al vostro passeggero (senz'altro una affascinante ragazza) di accavallare le gambe. Mi ricordo che quando acquistai la prima 145 TD: sotto la moquette anteriore, trovai dei bulloni e dei dadi, dimenticati in produzione. Simpaticamente sensazionale! Per il motore poi. .. 90 cv sembrano pochi ora, ma prima, con le auto leggere, erano tanti. Il turbo fischiava che era un piacere sentirlo. La seconda 145 JTD, invece molto più seria e matura. Terzo stop, interni più belli e spoiler sul lunotto. Molto più curata e nessun bullone e dado sparso sotto la moquette. Un auto veramente bella e penso di successo. Comunque riuscita, pensando che doveva integrare i disegni con la 146. Geniale. Immagine della fine degli anni novanta, dove eravamo più giovani e sbarazzini come la 145 riusciva ad essere.
Ma gli anni passano ed era maturo il tempo della 147.
Un ringraziamento al suo ideatore e alla FIAT per aver creato un'auto dal disegno rivoluzionario e senz'altro giovane.