La forte domanda di gasolio riduce i vantaggi fiscali di cui gode il diesel portandone il prezzo finale sempre più vicino a quella della benzina.
E' quanto ha sottolineato l'Unione Petrolifera che ha fatto il punto della situazione dopo gli ultimi rincari.
Già da tempo, spiega l'UP, in Europa circa il 50% della domanda è coperta dal gasolio rispetto al 10-15% di soli 10 anni fa. Ciò è dovuto ad un parco auto diesel che nello stesso periodo si è praticamente quadruplicato.
L'adeguamento dell'offerta a questa crescente domanda di gasolio, prosegue l'analisi, incontra però dei limiti in quanto il maggiore fabbisogno di distillati può essere soddisfatto o con una maggiore capacità di lavorazione delle raffinerie o con maggiori importazioni.
Gli ostacoli al miglioramento degli impianti sono rappresentati da vincoli ambientali e amministrativi che impediscono un tempestivo adeguamento delle strutture produttive.
L'Europa si trova dunque nelle condizioni di dovere importare sempre più distillati, soprattutto gasolio dall'area ex Unione Sovietica.
Le attese sono quindi per un mercato ancora fortemente sbilanciato destinato probabilmente a rimanere tale per qualche anno.
Attualmente l'ex Unione Sovietica fornisce all'Europa circa 33 milioni di tonnellate di distillati medi, destinati a divenire 40 milioni nel 2015.
Il deficit europeo ammonta però a 50 milioni di tonnellate.
Una situazione i cui effetti si sono scaricati sui prezzi internazionali.
Dal 2006 ad oggi, il prezzo internazionale del gasolio (Platts) si è infatti apprezzato dell'86% contro il 60% della benzina e nello stesso arco di tempo la distanza tra i due prodotti si è allargata a tutto favore del gasolio.
E proprio ieri il gasolio ha sfiorato quota 1,38 euro al litro portandosi ad un soffio dal prezzo della benzina e segnando un nuovo recordo storico negativo a 1,379.
Fonte Il Sole 24ore
E' quanto ha sottolineato l'Unione Petrolifera che ha fatto il punto della situazione dopo gli ultimi rincari.
Già da tempo, spiega l'UP, in Europa circa il 50% della domanda è coperta dal gasolio rispetto al 10-15% di soli 10 anni fa. Ciò è dovuto ad un parco auto diesel che nello stesso periodo si è praticamente quadruplicato.
L'adeguamento dell'offerta a questa crescente domanda di gasolio, prosegue l'analisi, incontra però dei limiti in quanto il maggiore fabbisogno di distillati può essere soddisfatto o con una maggiore capacità di lavorazione delle raffinerie o con maggiori importazioni.
Gli ostacoli al miglioramento degli impianti sono rappresentati da vincoli ambientali e amministrativi che impediscono un tempestivo adeguamento delle strutture produttive.
L'Europa si trova dunque nelle condizioni di dovere importare sempre più distillati, soprattutto gasolio dall'area ex Unione Sovietica.
Le attese sono quindi per un mercato ancora fortemente sbilanciato destinato probabilmente a rimanere tale per qualche anno.
Attualmente l'ex Unione Sovietica fornisce all'Europa circa 33 milioni di tonnellate di distillati medi, destinati a divenire 40 milioni nel 2015.
Il deficit europeo ammonta però a 50 milioni di tonnellate.
Una situazione i cui effetti si sono scaricati sui prezzi internazionali.
Dal 2006 ad oggi, il prezzo internazionale del gasolio (Platts) si è infatti apprezzato dell'86% contro il 60% della benzina e nello stesso arco di tempo la distanza tra i due prodotti si è allargata a tutto favore del gasolio.
E proprio ieri il gasolio ha sfiorato quota 1,38 euro al litro portandosi ad un soffio dal prezzo della benzina e segnando un nuovo recordo storico negativo a 1,379.
Fonte Il Sole 24ore