Eolo - l'auto ad aria compressa

lybra

Alfista principiante
15 Ottobre 2006
1,336
15
39
RM
Regione
Lazio
Alfa
Alfetta GTV
Sono almeno 4 anni che se ne parla...

Un esempio di motore alternativo ad aria compressa per applicazioni automobilistiche è stato messo a punto dall'ingegnere francese Cyril Guy Nègre e presentato al Motorshow di Bologna nel 2001. Il progetto, pur avendo superato alcune sperimentazioni, non ha avuto alcun seguito, secondo alcuni per difficoltà tecniche, ma secondo altri anche a causa di pressioni esercitate da compagnie petrolifere e aziende automobilistiche che vedrebbero in questo modo calare i propri profitti.

placeholder.png


Guy Nègre ha ricevuto proposte di contratti ed è in trattativa con Venezuela, Brasile e altri Stati. Secondo il costruttore le prime auto avrebbero dovuto essere in commercio nel primo semestre 2006, tuttavia il distributore italiano, Eoloauto, ha dal 2005 chiuso la fabbrica (che non è mai entrata in funzione) e il sito internet.

placeholder.png


L'utilità dell'aria compressa nei veicoli è limitata con le attuali pressioni usate (200/300 bar), ed è spinta al massimo teorico oltre il quale l'aria diviene liquida e quindi non ulteriormente comprimibile. Si hanno densità di energia accumulate molto basse, paragonabili a quelle delle batterie al piombo nei veicoli elettrici.

In fase di espansione, l'aria restituisce un lavoro inferiore a quello speso per la sua compressione. Inoltre il calore che deve essere somministrato al gas per permettere una ottimale espansione ne riduce ancora l'efficienza. Per la compressione si è ipotizzato l'utilizzo di leve vantaggiose che potrebbero comprimere l'aria con una spesa sostenuta di alcuni ordini di grandezza inferiore all'effetto utile ottenuto.

placeholder.png

placeholder.png


La testata di un motore ad aria compressa è concepita per essere inserita in un telaio più leggero delle normali automobili e, quindi, è minore l'energia che bisogna sviluppare per alimentare il moto; inoltre, il motore ha pochi organi in movimento (e in attrito) che riducono le dissipazioni di calore e l'entropia, ossia la perdita di rendimento meccanico nella trasmissione del lavoro utile dal serbatoio d'aria compressa alle ruote. Il rendimento di secondo principio è molto alto, e ciò significa che il motore funziona pressoché al massimo delle sue potenzialità teoriche (rendimento ideale di primo principio), senza sprecare il lavoro utile prodotto.

I motori a scoppio hanno un rendimento teorico massimo del solo 30%. Non esistono stime affidabili sul rendimento dei motori ad aria compressa. Nègre sostiene che raggiungono un'efficienza addirittura del 70% ma, ad oggi (2006), non esiste una conferma indipendente del suo lavoro ed il dato fornito sembra estremamente improbabile: poiché non esistono miniere di aria compressa, il calcolo dell'efficienza di questo motore deve tener conto anche dei grandi sprechi di energia che si verificano durante la compressione del gas.

placeholder.png


Nègre nel 2007 ha stretto un accordo con la società indiana Tata Group, il primo gruppo automobilistico indiano. Il progetto sviluppato con la Tata prevede la realizzazione di un'economica citycar. L'auto dichiara una velocità massima di 50 km/h e un'autonomia massima di 200 km. L'auto secondo il progetto sarà dotata anche di un motore a scoppio per fornire velocità fino a 100 Km/h. Per permettere all'automobile prestazioni decorose il progetto prevede l'utilizzo di una struttura quasi totalmente in fibra di vetro, un materiale economico e leggero ma anche molto fragile. Questa scelta pone seri dubbi sul fatto che l'automobile possa superare i test di sicurezza europei data la fragilità della scocca. La Tata Group prevede la messa in vendita dei primi esemplari nel 2008.

Con delle bombole in acciaio come quelle usate per il metano si hanno densità energetiche inferiori ai 50 Wh/Kg (Watt per ora al chilogrammo); questo significa che per fare il "pieno" ad una utilitaria servono molti quintali di bombole riempite di aria compressa, con un peso eccessivo.

D'altra parte, se i valori messi in campo dall'aria compressa sono inferiori ai 30 Wh/Kg, allora esistono diverse tecnologie di accumulo dell'energia elettrica che fa uso di coppie Redox, che permettono una ricarica liquida di una batteria in pochi secondi.

Esiste la possibilità che venga sviluppata una tecnologia del carbonio, molto costosa e che potrebbe consentire di avere bombole di peso minore e pressioni leggermente più elevate. In pratica l'auto ad aria compressa potrebbe, al più, competere, in termini di autonomia e rapidità di rifornimento, con l'auto elettrica e non con le auto a combustione.
 
Ultima modifica da un moderatore:
interessante, ma l'energia per comprimere l'aria la fornirà sempre il petrolio alla fine
 
gfilips ha detto:
interessante, ma l'energia per comprimere l'aria la fornirà sempre il petrolio alla fine

no...batteria mi sa...che si ricarica col moto dell'auto e recuperando l'energia cinetica della frenata...

ma mi piacerebbe avere un parere tecnico dall'ing. Tenerone .:stretta:.
 
non è che l'energia si crea dal nulla, quindi qualcuno dovrà dare energia per fare "il pieno"
 
Infatti ...

Pare (sottolineo pare) che il rifornimento d'aria compressa avverrebbe attraverso compressori integrati nel veicolo che permetterebbero di fare il pieno, collegandosi a qualsiasi presa di corrente.
 
La leggenda della bufala-Eolo?Ora finisce in parlamento


Incredibile ma vero, la più grande bufala del secolo - automobilistcamente parlando - finisce addirittura in parlamento: "Eolo, l'automobile che funzionava ad aria compressa, che fine ha fatto? Perchè è stata fatta sparire dalla circolazione dopo che erano stati installati gli impianti per la produzione?". E' quanto chiede il capogruppo della Lega in commissione Trasporti del Senato, Piergiorgio Stiffoni, addirittura con una interrogazione al ministro Bianchi.

La Eolo, famosa auto ad aria compressa, fu presentata nel dicembre del 2001 al Motorshow di Bologna, riuscì ad avere diversi milioni di euro di finanziamento dalla Ue per aprire diverse fabbriche in Europa, ma non andò mai oltre la recinzione di alcuni terreni. Fummo i primi da dare la notizia, seguendo poi le diverse vicissitudini, che non portatono a nulla di fatto. Ma non per intervento dei colossi dell'auto, per volere dei marziani o per chissà quale altra strana congettura: la Eolo aveva un enorme problema di raffreddamento.

In pratica congelava tutte le tubazioni dell'aria compressa, rendendo la macchina inservibile: Guy Negre, il suo inventore, conosceva bene il problema, ma ha sempre pensato di risolvere il problema prima dell'entrata in produzione. Cosa che (ovviamente) non ha fatto, e che ora tenta il colosso indiano Tata, che ha stretto un accordo con la Eolo. Vedremo con quali risultati, anche se gli stessi ingegneri della Tata che abbiamo contattato hanno ammesso che si tratta di un'operazione disperata, ma che loro vogliono comunque tentare.

La tecnologia delle vetture mosse ad aria compressa non è infatti nuova (è usata nei carrelli delle miniere fin dagli anni Trenta), ma crea enormi problemi se si tenta si farlo funzionare su un'auto.

Stupisce che un senatore non sappia queste cose, che dia attenzione alle tante sciocchezze che girano on line e che anche lui, in sostanza, creda alla teoria del complotto: "Circolano da tempo - scrive Stiffoni nella sua interrogazione - appelli diffusi tramite e-mail che parlano di Eolo, un'auto ad aria compressa che avrebbe dovuto rivoluzionare il mercato automobilistico con il suo sistema di propulsione ultraecologico della quale, però, da tempo non si sente più parlare. Ideata da Guy Negre, ingegnere progettista di motori per Formula 1, che ha lavorato alla Williams per diversi anni, "Eolo", era una vettura con motore ad aria compressa, costruita interamente in alluminio tubolare, fibra di canapa e resina, leggerissima ed ultraresistente".

"Allo scarico - spiega Stiffoni - usciva solo aria, ad una temperatura di circa -20, che veniva utilizzata d'estate per l'impianto di condizionamento. Collegando Eolo ad una normale presa di corrente, nel giro di circa 6 ore il compressore presente all'interno dell'auto riempiva le bombole di aria compressa, che veniva utilizzata poi per il suo funzionamento. Non essendoci camera di scoppio nè sollecitazioni termiche o meccaniche la manutenzione era praticamente nulla, paragonabile a quella di una bicicletta".

Per non parlare del prezzo al pubblico, "doveva essere - rileva ancora il senatore leghista - di circa 18 milioni delle vecchie lire, nel suo allestimento più semplice". Al Motorshow fece un successo clamoroso tant'è che si aprì subito un sito internet www.eoloauto.it che venne subissato di richieste di prenotazione".

"Lo stabilimento era in costruzione, la produzione doveva partire all'inizio del 2002 - racconta ancora Stiffoni - l'attesa era grande, tutto sembrava essere pronto, eppure stranamente da un certo momento in poi non si hanno più notizie, Il progettista di questo motore rivoluzionario non si pronuncia, quando gli si chiede il perchè di questi ritardi continui. I 90 dipendenti assunti in Italia dallo stabilimento produttivo sono attualmente in cassa integrazione, senza aver mai costruito neanche un'auto. I dirigenti di Eolo Auto Italia rimandano l'inizio della produzione a data da destinarsi, di anno in anno".

"Anche se aveva ancora bisogno di una messa - spiega il senatore - a punto (nel raggiungere il sistema di propulsione a centinaia di atmosfere i tubi di alimentazione si congelavano), l'auto non è mai partita".

Dunque, nella sua interrogazione Stiffoni chiede chiarimenti e "quale sia il reale motivo della mancata messa in produzione del veicolo, cioè se sia riconducibile a problemi di natura meccanica e tecnologica o piuttosto da una forte ostilità e condizionamenti da parte di chi non avrebbe interesse a liberarci della dipendenza dal petrolio". Per i blogger di mezzo mondo, una manna...
 
Pubblicità - Continua a leggere sotto
Se ne parlava giá 10 anni fa. Io non ci credo perché l'aria compressa non si trova in natura ma vá prodotta con tutte le emissioni di CO2 di conseguenza.