Struttura del volante - Punti di "collasso"

johnQ4

Alfista principiante
1 Aprile 2008
560
17
26
43
Ro
Regione
Lazio
Alfa
156
Motore
1.9 mjet crosswagon Q4
ciao ragazzi :decoccio:
so che la domanda può sembrare strana ma avrei bisogno di qualche info (ho cercato in internet ma non ho trovato granchè) e magari voi potete aiutarmi...

devo sapere della struttura interna, magari dello spessore, se collassa e dove collassa in caso di urto... quante + info possibili.

grazie a tutti :)
 
Re: come nasce un volante?

il volante si chiama cosi perche è stato utilizzato sugli aerei poi sostituito dalla closce(si scrive cosi?), poi in caso di urto nn collassa da nessuna parte perchè se deve rientrare lo fa con tutto il blocco. su alcune macchine tutto l'asse dello sterzo è grosso quasi quanto un albero di trasmissione e al massimo si rompe al livello della scatola.
 
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Re: come nasce un volante?

Vuoi sapere cose molto specifiche che su un forum è un po difficile espletare con chiarezza senza illustrare ciò che si dice; comunque per risponderti intanto devi:
- procurarti uno schema 2D di un impianto di manovra, che parta dal "volante", ed arrivi al giunto sterzante;
- procurarti la distinta elementi dello stesso impianto (dove vengono indicati tipo: corona, asse, etc...) e la distinta materiali (i materiali con la quale sono fatti gli elementi).

Fatto ciò ti posso dire che, per studiare i punti di "collasso", devi semplificare tutto lo schema come se fosse una trave, dove applichi dei vincoli nelle zone di giunzione degli organi meccanici (o idraulici) e vai a studiare i comportamenti di sollecitazioni di "forza normale", "forza di taglio", "momento".
Considera possibili fori di allegerimento o cose simili, perchè incidono nello studio delle sollecitazioni.

Qualitativamente, posso dirti in linea superficiale che un impianto di manovra sottoposto ad urto collassa nei punti di giunzione ad ingranaggi; ma devi anche considerare il collasso per "fatica", ovvero la rottura di un elemento non causata dal superamento del carico di rottura, ma bensì causata dal continuo utilizzo dell'elemento.
Non esiste un "carico di fatica", per cui non potrai mai sapere quando si romperà un elemento (per questo esiste la revisione sulle vetture!!!), ma lo puoi prevedere anticipatamente studiando le tabelle che studiano i comportamenti dei materiali nel tempo (le tabelle le trovi in qualsiasi libro di ingegneria civile in biblioteca).
Per il "carico di rottura" dei materiali, quelli sono disponibili ovunque, controlla questo link per esempio:
http://www.engineerplant.it/tab_metalprop.htm

spero di essere stato chiaro!!!

P.S.: dove leggi "carico di rottura a trazione", "........a compressione", devi ricordarti che per un elemento isotropo come l'acciaio, le caratteristiche meccaniche sono sempre uguali in qualsiasi direzione le valuti, per cui il carico di rottura o di snervamento sono sempre gli stessi, sia a trazione che compressione.