Ormai tutto è clonabile..dalle auto(clonata la 500,la brera,la smart) ai telefonini...la tecnologia made in china(che poi tutti i prodotti di marca sono prodotti o assemblati in Cina) stà spopolando...in allegato vi ho postato un articolo,ma soprtattutto una foto,della clonazione dell'iphone...il risultato un fantastico telefono IDENTICO(ci tengo a sottolinearlo perchè ho avuto modo di provalo)stesse applicazioni,stesso menù....la differenza?beh il costo...i prezzi in rete oscillano dai 60(per il mini) ai 120 per quello con dimenzioni normali.....cosa stupisce?2 anni di garanzia e tutte le recenzioni positive sul web....( ecco un esempio Prova Cect Mini i9 KA08: il mini iPhone cinese dual sim )
Qui era presente un link corrotto ed è stato eliminato.
LA TECONOLOGIA CINESE E' REALTA'
[URL]http://www.huawei.com/enus/gc/66_img/logo211.gif[/URL]
Huawei Technologies è un'azienda cinese specializzata in tecnologie di nerworking e telecomunicazioni. Fra il grande pubblico non è famosa come altri giganti del settore IT, ma dal punto di vista tecnologico è da diversi anni al livello di "mostri sacri" come l'americana Cisco. Con oltre 62.000 dipendenti (di cui il 70% impiegato in progetti di ricerca in 12 centri sparsi per il mondo), un fatturato globale stimato per il 2005 in 6,8 miliardi di euro (di cui 4,9 miliardi da vendite sui mercati internazionali) e cresciuto, rispetto al 2004, del 40%, è a tutti gli effetti una delle maggiori realtà mondiali nel settore IT.
Già fornitore di tecnologie UMTS per operatori telefonici in Asia e America latina, di recente ha chiuso un contratto con Telecom Italia per 1.200 nodi a banda larga da impiegare per il potenziamento della rete in Calabria e Sicilia.
Anche Vodafone ha optato per Huawei, addirittura lanciando una linea di telefonini UMTS in concorrenza con le majors del settore (Nokia, Samsung, Motorola, ecc.), fabbricati in Asia da Huawei e commercializzati da Vodafone col proprio brand.
Fino a pochi anni fa, i prodotti della Huawei erano considerati come l'alternativa economica e meno affidabile rispetto ai fornitori IT tradizionalmente utilizzati dalle TelCo, insomma seguivano il destino della maggior parte dei beni made in China, percepiti come versioni cheap e scadenti di quelli realizzati in USA, Europa e Giappone. Oggi, quello che fu un fenomeno circoscritto ad aree geografiche ad elevatissima specializzazione tecnologica, come Taiwan e Singapore, si allarga alla Cina con effetti prevedibilmente moltiplicati, se non altro per una questione di mera aritmetica anagrafica, ma non solo.
La Cina con i suoi 1,3 miliardi di abitanti, è infatti il mercato interno più vasto del mondo. Un'azienda cinese può dunque crescere enormemente interagendo con l'economia nazionale, ed affacciarsi, in un secondo momento, al mercato globale con una dimensione ragguardevole, sufficiente a porsi subito come concorrente reale di colossi multinazionali.
Insomma, mentre in Europa dibattiamo sui giocattoli fuori norma importati dalla Cina (ma fabbricati, ricordiamolo, dall'americana Mattel) e sui capi di abbigliamento con le firme fasulle, realtà aziendali come Huawei conquistano i mercati ad alto contenuto tecnologico.
Sarà un caso isolato? Assolutamente no, come dimostrano le tante notizie sparse per i media: la ZTE (telecomunicazioni e telefonia mobile, la quale fra parentesi, dichiara di spendere il 10% del proprio fatturato annuo in ricerca) è operativa in Europa e in altri paesi con il proprio brand; China Telecom (rete fissa) conta oltre 220 milioni di utenti in Cina e non porevede ancora di offrire i propri servizi all'estero, per il semplice motivo che ha un mercato potenziale intra moenia ancora tutto da coltivare; China Mobile (telefonia mobile, networking e VoIP), invece, offre servizi di connettività in Cina e Pakistan a oltre 240 milioni di persone, ed è fra le 400 compagnie internazionali più grandi censite annualmente dalla rivista Forbes.
Insomma, dire oggi che l'Italia rimane indietro nella ricerca e rischia di essere sorpassata dai cinesi, è un po' come affermare che i dinosauri stanno rischiando l'estinzione. È un po' tardi, no?
LA TECONOLOGIA CINESE E' REALTA'
[URL]http://www.huawei.com/enus/gc/66_img/logo211.gif[/URL]
Huawei Technologies è un'azienda cinese specializzata in tecnologie di nerworking e telecomunicazioni. Fra il grande pubblico non è famosa come altri giganti del settore IT, ma dal punto di vista tecnologico è da diversi anni al livello di "mostri sacri" come l'americana Cisco. Con oltre 62.000 dipendenti (di cui il 70% impiegato in progetti di ricerca in 12 centri sparsi per il mondo), un fatturato globale stimato per il 2005 in 6,8 miliardi di euro (di cui 4,9 miliardi da vendite sui mercati internazionali) e cresciuto, rispetto al 2004, del 40%, è a tutti gli effetti una delle maggiori realtà mondiali nel settore IT.
Già fornitore di tecnologie UMTS per operatori telefonici in Asia e America latina, di recente ha chiuso un contratto con Telecom Italia per 1.200 nodi a banda larga da impiegare per il potenziamento della rete in Calabria e Sicilia.
Anche Vodafone ha optato per Huawei, addirittura lanciando una linea di telefonini UMTS in concorrenza con le majors del settore (Nokia, Samsung, Motorola, ecc.), fabbricati in Asia da Huawei e commercializzati da Vodafone col proprio brand.
Fino a pochi anni fa, i prodotti della Huawei erano considerati come l'alternativa economica e meno affidabile rispetto ai fornitori IT tradizionalmente utilizzati dalle TelCo, insomma seguivano il destino della maggior parte dei beni made in China, percepiti come versioni cheap e scadenti di quelli realizzati in USA, Europa e Giappone. Oggi, quello che fu un fenomeno circoscritto ad aree geografiche ad elevatissima specializzazione tecnologica, come Taiwan e Singapore, si allarga alla Cina con effetti prevedibilmente moltiplicati, se non altro per una questione di mera aritmetica anagrafica, ma non solo.
La Cina con i suoi 1,3 miliardi di abitanti, è infatti il mercato interno più vasto del mondo. Un'azienda cinese può dunque crescere enormemente interagendo con l'economia nazionale, ed affacciarsi, in un secondo momento, al mercato globale con una dimensione ragguardevole, sufficiente a porsi subito come concorrente reale di colossi multinazionali.
Insomma, mentre in Europa dibattiamo sui giocattoli fuori norma importati dalla Cina (ma fabbricati, ricordiamolo, dall'americana Mattel) e sui capi di abbigliamento con le firme fasulle, realtà aziendali come Huawei conquistano i mercati ad alto contenuto tecnologico.
Sarà un caso isolato? Assolutamente no, come dimostrano le tante notizie sparse per i media: la ZTE (telecomunicazioni e telefonia mobile, la quale fra parentesi, dichiara di spendere il 10% del proprio fatturato annuo in ricerca) è operativa in Europa e in altri paesi con il proprio brand; China Telecom (rete fissa) conta oltre 220 milioni di utenti in Cina e non porevede ancora di offrire i propri servizi all'estero, per il semplice motivo che ha un mercato potenziale intra moenia ancora tutto da coltivare; China Mobile (telefonia mobile, networking e VoIP), invece, offre servizi di connettività in Cina e Pakistan a oltre 240 milioni di persone, ed è fra le 400 compagnie internazionali più grandi censite annualmente dalla rivista Forbes.
Insomma, dire oggi che l'Italia rimane indietro nella ricerca e rischia di essere sorpassata dai cinesi, è un po' come affermare che i dinosauri stanno rischiando l'estinzione. È un po' tardi, no?