Questo popolo non è mai diventato realmente un popolo unito. Basta guardare la storia. Noi non abbiamo fatto una vera e propria rivoluzione, l'unificazione è stata facile e veloce, senza un vero sentimento patriottico se non da parte di alcuni (ad esempio Cavour, che già da quando aveva ven'tanni scriveva "Italia" nelle sue lettere e non faceva distinzione tra i regni in cui era divisa). O Mazzini. Ma al popolino non è mai fregato nulla. Nemmeno a quel ***** del re, il quale prometteva a destra e a manca terre e libertà prima dell'unificazione e poi ha dato un calcio nel culo a tutti (faccio riferimento alle promesse fatte da Garibaldi, per conto del re, nel sud Italia). Questo, unito alle differenze culturali ancora oggi presenti, hanno sempre ostacolato una vera coesione tra le parti del nostro paese. Un calabrese è estremamente diverso rispetto un veneto, ad esempio. La stessa divisione non la trovi negli altri paesi.
Questo va aggiunto alla natura egoista dell'italiano medio, il quale pensa solo ai propri interessi e non ha un pensiero anche minimamente lungimirante. Non vede oltre il fine settimana, che aspetta ansiosamente per passarlo a grattarsi le balle di fronte alla TV (io lo chiamo "il popolo delle 17").
E dell'egoismo dell'italiano medio ne abbiamo avuto la prova nell'ultimo periodo, con il lockdown dato dal covid. Nel momenti di emergenza, in cui non era possibile uscire e dove l'unica speranza era affidarsi al sistema paese, allora si che le bandiere sono saltate fuori e sono state appese ai balconi. Solo in quel momento ha cominciato ad esistere l'italia, nel momento del bisogno, quando c'era da prendere per non restare a piedi. Come quei bambini egositi, che mandano a quel paese i genitori sino a quando non hanno fame e tornano a casa piagnucolando. Ma dove stavano quelle bandiere prima di febbraio? Erano nei magazzini di amazon.
150 anni di continue ruberie, continuo approfittarsi dell'occasione per ladrare, per arraffare e portare in casa. E non parlo dei politici, quelli ce li meritiamo completamente. Parlo del popolo intero.
E adesso? adesso ne paghiamo le conseguenze. In un sistema globalizzato, dove il prezzo fa da padrona sulla qualità, abbiamo gli arraffoni italioti che pensano di risparmiare e avere di più comprando quello che costa meno, senza pensare ne da dove viene ne da cosa sta realmente acquistando, senza fare un minimo di pensiero sul futuro collettivo. L'unico ragionamento (se ne fa) è rinchiuso nel suo piccolo mondo. Difatti le cagate che arrivano dalla cina vanno a ruba e hanno devastato la nostra economia di piccoli artigiani. E lo stesso vale per i nostri industriali. Sono pochi quelli che si sente parlare di "Italia" e ancora meno quelli che realmente amano questo paese con i FATTI. Ma quelli come gli Elkann, nati e cresciuti con l'idea di arraffare e portare a casa, non sanno cosa sia l'amore per un paese o il pensiero collettivo. Pensano solo che se guadagno 5 e pagano 2 in italia, allora portano tutto in polonia per guadagnare 5.5 e pagare 1.
Così l'italiano medio, che lavora a pomigliano d'arco, guida una Polo e aspetta le 17 per andare a casa, potrà finalmente aspettare le 17 stando tutto il giorno sul divano perchè delocalizzeranno l'impianto dove lavora per far fronte all'aumento di costi ed offrire un prodotto più competitivo.
Con questo non voglio dire che sia sbaglito acquistare prodotti esteri (la competizione è necessaria allo sviluppo tecnologico) o che non bisogna risparmiare quando è possibile (usando la testa), ma far capire che ogni azione ha conseguenze devastanti nel lungo periodo, anche se il guadagno imminente si vede ed è tangibile, nel tempo è solo una perdita che può toccare noi o, peggio, i nostri figli o nipoti, i quali non avranno colpe e dovranno vivere in un mondo di merda devastato dall'ingordigia degli antenati.
