Sette famiglie italiane su dieci si "sentono" povere e ritengono inadeguato il loro reddito in rapporto alle necessità quotidiane e a una vita dignitosa, e questa percezione di disagio è massima per chi vive solo.
Questa stima della "povertà" elaborata dall'Isae, una condizione di malessere che non ha niente a che vedere però con le situazioni di indigenza estrema, e nemmeno con la povertà relativa calcolata dall'Istat.
Le stime Isae variano, invece, in funzione degli stili di vita, delle abitudini di consumo e persino dell'atteggiamento (ottimista o pessimista) nei confronti del futuro.
Pur con tutti i caveat (*) rispetto a una definizione ibrida, resta il dato, che è molto elevato e si ricava dalle risposte fornite da un campione di 24 mila soggetti rappresentativi della popolazione italiana.
Il 70% non è poco e ciò viene attribuito al fatto che gli intervistati avrebbero metabolizzato lo scalino fatto dall'inflazione in seguito all'euro e non avrebbero ancora realizzato appieno l'effetto della recente accelerazione dei prezzi.
Tuttavia, dalle risposte degli intervistati si ricavano anche attese poco favorevoli e poca propensione ai consumi per i prossimi mesi.
Gli ultimi dati dell'Istat indicano una soglia di povertà relativa, per un single, pari nel 2006 a € 582. Ma per la povertà soggettiva rilevata dall'Isae, negli ultimi 12 mesi l'ammontare di reddito mensile ritenuto necessario è in media pari a poco più di € 1.300 per i nuclei monocomponenti.
Per le coppie invece, servono almeno € 1.800, mentre la soglia è fissata a € 2.300-2.470-2.700 circa rispettivamente per le famiglie composte da 3,4 e 5 o + persone.
Le famiglie che sentono inadeguato il proprio reddito, infine, afferma di aver avuto problemi nel fare la spesa e particolarmente rilevante è l'incremento di chi dichiara difficoltà nell'acquisto di generi alimentari.
Fonte Il Sole 24Ore
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(*)
L'espressione latina "Caveat emptor" significa: "Stia in guardia il compratore!". Deriva dal verbo "caveo" che significa appunto "guardarsi", "stare attento", ma anche "provvedere" e "garantirsi".
In particolare si dovrebbe prestare maggiore attenzione durante le occasioni d'acquisto più particolari e meno frequenti, quando cioè si compra un bene molto costoso o che esula dai quotidiani comportamenti di consumo.
L'espressione è divenuta quindi un brocardo, contenente la massima che richiede diligenza al compratore nell'accertarsi di cosa effettivamente vada acquistando ed apre al concetto dell'incauto acquisto.
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Che quadro triste
e chi l'avrebbe mai potuto immaginare che l'Italia facesse in pochi anni la fine dei paesi del 3-4 mondo.
Se i ns Governi non prendono seri provvedimenti, non so dove si andrà a finire
Questa stima della "povertà" elaborata dall'Isae, una condizione di malessere che non ha niente a che vedere però con le situazioni di indigenza estrema, e nemmeno con la povertà relativa calcolata dall'Istat.
Le stime Isae variano, invece, in funzione degli stili di vita, delle abitudini di consumo e persino dell'atteggiamento (ottimista o pessimista) nei confronti del futuro.
Pur con tutti i caveat (*) rispetto a una definizione ibrida, resta il dato, che è molto elevato e si ricava dalle risposte fornite da un campione di 24 mila soggetti rappresentativi della popolazione italiana.
Il 70% non è poco e ciò viene attribuito al fatto che gli intervistati avrebbero metabolizzato lo scalino fatto dall'inflazione in seguito all'euro e non avrebbero ancora realizzato appieno l'effetto della recente accelerazione dei prezzi.
Tuttavia, dalle risposte degli intervistati si ricavano anche attese poco favorevoli e poca propensione ai consumi per i prossimi mesi.
Gli ultimi dati dell'Istat indicano una soglia di povertà relativa, per un single, pari nel 2006 a € 582. Ma per la povertà soggettiva rilevata dall'Isae, negli ultimi 12 mesi l'ammontare di reddito mensile ritenuto necessario è in media pari a poco più di € 1.300 per i nuclei monocomponenti.
Per le coppie invece, servono almeno € 1.800, mentre la soglia è fissata a € 2.300-2.470-2.700 circa rispettivamente per le famiglie composte da 3,4 e 5 o + persone.
Le famiglie che sentono inadeguato il proprio reddito, infine, afferma di aver avuto problemi nel fare la spesa e particolarmente rilevante è l'incremento di chi dichiara difficoltà nell'acquisto di generi alimentari.
Fonte Il Sole 24Ore
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L'espressione latina "Caveat emptor" significa: "Stia in guardia il compratore!". Deriva dal verbo "caveo" che significa appunto "guardarsi", "stare attento", ma anche "provvedere" e "garantirsi".
In particolare si dovrebbe prestare maggiore attenzione durante le occasioni d'acquisto più particolari e meno frequenti, quando cioè si compra un bene molto costoso o che esula dai quotidiani comportamenti di consumo.
L'espressione è divenuta quindi un brocardo, contenente la massima che richiede diligenza al compratore nell'accertarsi di cosa effettivamente vada acquistando ed apre al concetto dell'incauto acquisto.
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Che quadro triste
Se i ns Governi non prendono seri provvedimenti, non so dove si andrà a finire