Riflessioni di un italiano…

Rosario M

Alfista Megalomane
19 Maggio 2013
2,697
4,408
181
CT
Regione
Sicilia
Alfa
Duetto
Motore
1.6
Ed eccoci qua, è forse l’età, ma mi capita spesso di ripensare, rivivere momenti e situazioni della mia infanzia, e mai avrei pensato di cosa in realtà avrebbero visto in miei occhi nel futuro. Magari sognavo una vita agiata, belle donne, un lavoro con laudi guadagni, e tante auto sportive. Ma non avrei pensato a cosa sarebbe successo al livello politico, sociale ed economico, ed aggiungo giustamente perché allora non sarei stato ragazzo. Tralasciando tutto perché su questo Forum bisogna divertissi, scambiare idee, opinioni, imparare, ma cercando di innalzare l’asta affinché non si cada sul banale o a discorsi da bar, mi piacerebbe capire, cosa vedranno i mie occhi… Quale futuro dell’auto (e ne ho visto cose come all’ultimo salone di Ginevra) ma soprattutto quale sarà lo scenario politico ed economico dell’auto. E siamo al punto.. la notizia di FCA con Renault…. (e se non andrà in porto..qualunque altra fusione).
 
Lettera di Mussolini alla dirigenza dell'Alfa Romeo...

lettera Mussolini.jpg
image.jpg
 
Certo...hanno già venduto la Magneti Marelli...la Pirelli....è scomparsa l'Autobianchi...scomoparirà la Lancia..e forse arrivato il momento che l'Alfa Romeo ritorni alle proprie origini? Come ci insegna la storia..
P.S. Le origini dell'Alfa Romeo hanno ascendenze francesi e napoletane. La genesi del marchio è infatti collegata alla fondazione della Società Italiana Automobili Darracq, che fu aperta a Napoli il 6 aprile 1906. L'avventura imprenditoriale si rivelò però subito irta di difficoltà soprattutto a causa dell'elevata lontananza di Napoli dalla Francia. Per questo motivo, già alla fine del 1906, la società fu trasferita a Milano con la costruzione di uno stabilimento in zona Portello. Il primo insediamento industriale che fu all'origine dell'Alfa Romeo, e che rimase attivo fino al 1986, fu edificato su un vasto piazzale confinante con le aree che avevano ospitato l'Expo 1906.
 
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E parliamo di collaborazioni.....vi ricordate la Dauphine?
Nell'ottobre del 1958 venne siglato un accordo con l'Alfa Romeo per l'assemblaggio in Italia della Dauphine. Tale accorod era volto alla commercializzazione della vettura in un Paese come l'Italia, in cui le vetture provenienti dall'estero erano gravate da pesanti dazi doganali che ne rendevano non concorrenziale la vendita rispetto ad altre vetture della stessa fascia di mercato. L'assemblaggio fu avviato il 3 giugno 1959 presso lo stabilimento del Portello, accanto alle linee di montaggio della Giulietta. Le Alfa Romeo Dauphine non furono quasi per nulla riconoscibili rispetto alle "cugine" francesi: cambiò solo l'impianto elettrico,12 V interamente di produzione Magneti Marelli. Il motore utilizzato fu unicamente quello da 31 CV DIN delle Dauphine di base prodotte a partire dal 1958. Non vi furono quindi delle Alfa Romeo Dauphine con motore Gordini. Fino al 1960 nell'impianto lombardo fu prodotta la Dauphine, mentre dal mese di settembre di quello stesso anno cominciò invece ad essere prodotta la Ondine,sempre con motore da 31 CV DIN. La produzione cessò nel 1964.Gli ultimi esemplari,posti in vendita nel 1965, erano Dauphine con vari particolari Ondine e freni a disco sulle 4 ruote.
DauphineAlfa_Romeo1964Fwp.JPG
 
Assisteremo ad un'evoluzione vomitevole...questo è il risultato del mercato globalizzato.. e non è solo il settore auto ad essere ridotto a semplice merce di scambio mediocre..

ma lo sarà e lo è anche
l'umanità intera..
sempre sotto il controllo di pochi...
 
E parliamo di collaborazioni.....vi ricordate l'ARNA? Alfa Romeo Nissan Auto
Piuttosto che creare una vettura completamente nuova, operazione inattuabile per tempi e costi, la dirigenza Alfa decide di utilizzare, con alcune modifiche, le scocche di un'auto già in produzione, innestandovi la meccanica derivata dall'Alfasud. La scelta cade sul modello Pulsar/Cherry N10, lanciato in Giappone nel maggio 1978, ed in Europa (con il nome Cherry) nel marzo 1979, anche se in realtà le scocche utilizzate saranno chiaramente quelle della successiva Nissan Pulsar N12.
L'accordo di partnership, che viene firmato a Tokyo il 9 ottobre 1980 da Takashi Ishihara e da Ettore Massacesi, presidenti rispettivamente di Nissan e di Alfa Romeo, a prescindere dal risultato commerciale (le iniziali stime erano per 3500 nuovi posti di lavoro e l'assemblaggio di 60.000 auto all'anno), appariva piuttosto una novità in Europa, permettendo una completa fusione di sviluppo e costruzione, ancorché limitate ad un singolo modello.
Nel caso dell'Arna, i giapponesi avrebbero fornito il 20% del lavoro necessario all'assemblaggio di ogni vettura; le parti spedite dal Giappone all'Italia sarebbero state completate con meccanica e componentistica italiana.
La nuova unità produttiva viene sita in un apposito stabilimento costruito in tempi record a Pratola Serra, in provincia di Avellino, anche se parte del processo, relativo all'innesto della meccanica, viene terminato nello stabilimento dell'Alfasud a Pomigliano d'Arco. La macchina definitiva sarà un'integrazione tecnica delle due vetture: carrozzeria, retrotreno, interni, plancia e sedili sono della Nissan, con qualche modifica minore. Il motore boxer 4 cilindri 1.2 da 63 cv, la trasmissione e l’avantreno sono quelli dell'Alfasud.
Proprio l'avantreno Alfa causò problemi e ritardi agli ingegneri: strutturato a ruote indipendenti, con triangoli inferiori oscillanti, agganciati a montanti verticali con molle elicoidali e ammortizzatori idraulici, ci si rese conto che le scocche Pulsar/Cherry dovevano essere modificate più del previsto, con la sostituzione di alcuni lamierati frontali e del compartimento motore, per accogliere correttamente le sospensioni, il cambio, e la meccanica derivata dall'Alfasud; la stessa meccanica che sarà poi montata sulla serie Alfa 33. A causa di questo ritardo, la presentazione della vettura avvenne nel settembre 1983 al Salone di Francoforte, quasi un anno dopo le previsioni iniziali.
Alfa_romeo_arna_pubblicità.png
 
Assisteremo ad un'evoluzione vomitevole...questo è il risultato del mercato globalizzato.. e non è solo il settore auto ad essere ridotto a semplice merce di scambio mediocre..

ma lo sarà e lo è anche
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Non è che sei troppo pessimista...? sono d'accordo su molte cose.... ma pensa cosa hanno visto all'inizio del '900 i nostri avi. Da che andavano in carozza si vedevano sfrecciare le prime auto puzzolenti ed inquinanti. Quale futuro li aspettava...
carroauto---Copia.jpg De_Dion_stoomdriewieler.GIF
 
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Assisteremo ad un'evoluzione vomitevole...questo è il risultato del mercato globalizzato.. e non è solo il settore auto ad essere ridotto a semplice merce di scambio mediocre..

ma lo sarà e lo è anche
l'umanità intera..
sempre sotto il controllo di pochi...
Ma non posso immaginare che ci saremmo così svenduti ai francesi....
Hanno la Telecom...preso gratuitamente la Parmalt..hanno comprato il Brunello di Montalcino e si preparano all'assalto del Parmigiano Reggiano...e la metà di Fiat, Alfa Romeo, Maserati...e quelle americane di FCA....
 
Come hai giustamente ricordato Alfa e Renault hanno già lavorato insieme in passato, quando entrambe erano di proprietà statale (italiana e francese). Per completezza citerei anche la parentela (stilistica ma non meccanica, in quanto la 103 sarebbe stata la prima Alfa "tutto avanti" con motore trasversale, grande fissa di Busso, mentre la 8 era "tutto dietro") stretta tra Tipo 103 (Alfa Romeo Tipo 103 - Wikipedia) e Renault 8
Alfa Romeo Tipo 103 Prototipo.jpg R8.jpg
La storia del progetto ARNA sarebbe stata anche interessante a livello industriale (imparare dai giapponesi i concetti di qualità totale) ma è arrivata nel momento del tracollo, probabilmente dando la spallata definitiva a causa dellinsuccesso commerciale.

Cosa penso della proposta di fusione? Che contrariamente al 1926 il mondo è cambiato e i pesci piccoli muoiono di fame. Questo è particolarmente vero nel mondo dell'auto, di fronte ad una prospettiva tristissima fatta di guida autonoma e macchine a pile (imposte da una politica ottusa che non ha mai avuto né avrà mai un briciolo di competenza tecnica). Penso che sia meglio poter comprare una nuova Alfa Romeo tra 10 anni con dei pezzi comuni con Renault che rimpiangere eternamente il marchio davanti all'architettura industriale di Cassino e Pratola Serra (vorrei poter dire Arese e il Portello, ma il voto di scambio ce li ha portati via).
 

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