Sistemi frenanti parte il "TUNING"

Deltaoscar

Alfista principiante
14 Gennaio 2008
213
4
19
SA
Regione
Campania
Alfa
159
Motore
1.9 JTDM - 150cv
L'Italia si adegua alle normative presenti in molti Paesi d'Europa (Germania in primis) e negli Stati Uniti: dal prossimo 24 settembre 2010 sarà possibile sostituire e migliorare l'impianto frenante di automobili e motociclette senza dover passare da un processo di omologazione lungo e laborioso.
Infatti, tutte le imprese che operano nel settore automotive potranno vendere sistemi frenanti per auto e moto con delle caratteristiche diverse da quelle dell'equipaggiamento originale, previo l'ottenimento di una omologazione pubblica.
Questi impianti potranno essere acquistati e fatti installare presso i punti vendita specializzati dopo aver effettuato una semplice procedura. La novità, prevista dall'articolo 75 del Codice della Strada, è stata resta operativa con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale di ieri del decreto attuativo.
Si apre così anche nel nostro paese la possibilità di effettuare "tuning" sugli impianti frenanti con una procedura semplice e certificata, che minimizza il rischio, purtroppo abbastanza diffuso nel nostro Paese, di procedure "fai da te" che bypassano le misure di sicurezza.
I sistemi frenanti alternativi potranno essere prodotti sia dalle stesse società costruttrici di auto e moto, sia da società specializzate.

L'iter procedurale per ottenere l'omologazione prevede che l'azienda costruttrice del kit faccia una richiesta al Servizio Tecnico del Dipartimento per i Trasporti, che ne verifica documentazione, dati tecnici, componenti e compatibilità con i veicoli ove il nuovo impianto può essere installato. L'omologazione prevede poi prove funzionali e di durata.
L'utente che vuole installare il nuovo impianto omologato deve, dopo l'acquisto, recarsi da un installatore qualificato che si occupa di montare i componenti secondo le istruzioni fornite dal costruttore.
A questo punto, l'utente dovrà recarsi presso l'ufficio della Motorizzazione civile per effettuare il collaudo del nuovo sistema ed ottenere l'aggiornamento della carta di circolazione della sua vettura o della sua moto.
Soddisfazione per l'entrata in vigore della nuova normativa è stata espressa da Brembo: «Finalmente – spiegano dalla società – anche in Italia ci si è adeguati ad una regola già in uso in moltissimi Paesi dell'Europa e negli Stati Uniti. Questo aprirà anche da noi un interessante mercato». Brembo infatti già vende i suoi kit per il tuning sia negli Usa sia negli altri Paesi dell'Unione europea.
Soddisfatto, ma solo in parte, Roberto Ansaldo, presidente di Confartigianato Autoriparazione. «Portavamo avanti la battaglia per la "liberalizzazione" del tuning freni ormai da due anni, e questo è indubbiamente un passo in avanti. Però – sottolinea – siamo ancora distanti dalle regole adottate da altri Paesi Ue, dove la certificazione degli impianti frenanti può essere fatta anche da laboratori universitari o aziende private, ovviamente sottoposti a una rigida normativa.
In questo, per esempio, la Germania è all'avanguardia; tra gli altri, il gruppo Dekra (presente con 700 centri anche nel nostro Paese, ndt) può occuparsi della certificazione a norma. Invece, qui da noi si deve occupare di tutto l'ufficio della Motorizzazione civile.
Non ha molto senso - conclude Ansaldo - che ci si possa affidare a un centro di analisi privato per fare un esame del sangue, mentre per fare il tuning alla propria macchina si deve comunque passare dalla Motorizzazione».

Fonte Il Sole 24Ore
 
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