Bmw, la prima casa automobilistica del mondo nel settore dei veicoli di lusso, è stata costretta a rivedere al ribasso le stime per il 2008, complice un crollo della domanda negli Stati Uniti.
L'annuncio giunge mentre finora le società produttrici di utilitarie sono riuscite a cavalcare con successo la crescita nei Paesi emergenti.
Nel secondo trimestre la società bavarese ha registrato un calo dei profitti pretasse del 44% annuo a 602 milioni di euro. Il risultato è pessimo e ha sorpreso gli analisti finanziari.
La decisione della società bavarese giunge dopo che la settimana scorsa anche Daimler era stata costretta a rivedere al ribasso le sue stime per il 2008.
Bmw sta soffrendo in modo particolare della situazione negli Stati Uniti, il suo più importante mercato: oltre Atlantico crolla il prezzo delle automobili usate, precedentemente offerte in leasing; calano le vendite di veicoli nuovi; aumenta il numero dei clienti che non sono in grado di pagare il mutuo per l'acquisto dell'auto.
"Ci aspettiamo che il 2009 sia un altro anno difficile" ha preannunciato il presidente della società. Norbert Reithofer ha annnunciato che Bmw vuole ridurre la produzione di almeno 20mila unità; aumentare i prezzi per compensare gli incrementi delle materie prime (+65% l'acciaio in un anno); e trasferire verso altri mercati auto prodotte negli Stati Uniti ma rimaste invendute.
"L'aumento del prezzo del petrolio e delle materie prime, la debolezza del dollaro, la crisi finanziaria internazionale e il rallentamento economico americano hanno reso la situazione significativamente più difficile", ha riassunto Bmw, che appena qualche mese fa aveva annunciato ottomila esuberi per far fronte alle prime avversità.
La situazione di Bmw e di Daimler contrasta nettamente con i buoni risultati annunciati per esempio da Wolkswagen o da Fiat. Specializzate nella produzione di utilitarie queste società hanno potuto approfittare finora della crescita dei mercati emergenti.
Viceversa, negli Stati Uniti, le vendite di auto nuove sono calate del 10% nei primi sei mesi dell'anno.
Fonte Il Sole 24 Ore
L'annuncio giunge mentre finora le società produttrici di utilitarie sono riuscite a cavalcare con successo la crescita nei Paesi emergenti.
Nel secondo trimestre la società bavarese ha registrato un calo dei profitti pretasse del 44% annuo a 602 milioni di euro. Il risultato è pessimo e ha sorpreso gli analisti finanziari.
La decisione della società bavarese giunge dopo che la settimana scorsa anche Daimler era stata costretta a rivedere al ribasso le sue stime per il 2008.
Bmw sta soffrendo in modo particolare della situazione negli Stati Uniti, il suo più importante mercato: oltre Atlantico crolla il prezzo delle automobili usate, precedentemente offerte in leasing; calano le vendite di veicoli nuovi; aumenta il numero dei clienti che non sono in grado di pagare il mutuo per l'acquisto dell'auto.
"Ci aspettiamo che il 2009 sia un altro anno difficile" ha preannunciato il presidente della società. Norbert Reithofer ha annnunciato che Bmw vuole ridurre la produzione di almeno 20mila unità; aumentare i prezzi per compensare gli incrementi delle materie prime (+65% l'acciaio in un anno); e trasferire verso altri mercati auto prodotte negli Stati Uniti ma rimaste invendute.
"L'aumento del prezzo del petrolio e delle materie prime, la debolezza del dollaro, la crisi finanziaria internazionale e il rallentamento economico americano hanno reso la situazione significativamente più difficile", ha riassunto Bmw, che appena qualche mese fa aveva annunciato ottomila esuberi per far fronte alle prime avversità.
La situazione di Bmw e di Daimler contrasta nettamente con i buoni risultati annunciati per esempio da Wolkswagen o da Fiat. Specializzate nella produzione di utilitarie queste società hanno potuto approfittare finora della crescita dei mercati emergenti.
Viceversa, negli Stati Uniti, le vendite di auto nuove sono calate del 10% nei primi sei mesi dell'anno.
Fonte Il Sole 24 Ore