Erano gli anni 80, forse andavamo per l'85,non ricordo bene, e purtroppo non ho nessun riferimento cronologico per determinare l'anno con sicurezza.
Peró ricordo perfettamente la protagonista di questa avventura.
Era un'Alfetta 1600 bianca, monofaro ( bruttissima questa mascherina se la paragoniamo alla elegante e bella
4 fari della 1800).
Era la macchina del mio inseparabile amico , anche lui eterno amante dell'Alfa, mentre io avevo in quel momento una finalmente "solo mia" Alfetta 1600 peró con mascherina a 4 fari e motore 1800.
Dopo un'epoca un po pazza litigando per il nostro 2000 GT Veloce comprato "a societá" (.....termine que mi suscita un ribollire di sentimenti , risate e a volte lacrime...dovuti al fatto che moltissime avventure sono legate a accordi economici fifty-fifty, e che altrimenti sarebbero state impossibili....) , e altre vetture divise economicamente e sentimentalmente a metá, finalmente avevamo ognuno la sua macchina, ovviamente Alfa Romeo.
In realtá per noi solo esistevano i gioielli del Biscione. La parola Fiat, per esempio, ci faceva quasi vomitare.....
Io lavoravo come garagista notturno, vigilando teoricamente un garage dalle 00.00 fino alle 6 del mattino, e ricordo perfettamente che il mio salario era di 105.000 lire settimanali, 420.000 al mese, che non erano poi cosí poche,ovviamente senza nessun tipo di contratto e tutto in nero, tipico dell'epoca.
Il mio amico non aveva lavoro, e veniva quasi tutte le notti a visitarmi al garage, dove ci intrattenivamo tutta la notte lavando e facendo piccoli aggiusti e classiche regolazioni alle Alfa, accompagnati dalle tipiche colonne sonare dell'epoca a tutto volume.
Giusto a fianco al garage c'era un pub frequentatissimo, e alla ora di chiusura il pavimento e i cestini della spazzatura erano sempre pieni zeppi di lattine vuote di cocacola, birra e altre bibite.
Il mio amico, che sempre ha avuto mentalitá imprenditoriale, vide in quel mare di alluminio una fonte di possibile guadagno, e una notte decise di cominciare a raccogliere le lattine dal marciapiede e metterle nel baule della sua Alfetta, con lo scopo di rivenderle , quando il cofano fosse totalmente pieno. Dopo un paio di giorni effettivamente quasi non poteva chiudere il baule, peró ebbe un lampo di genio, e con il mio aiuto decise di schiacciare tutte le lattine, con dei precisi e diretti calcioni, con lo scopo di ridurre l'ingombro e poter continuare a caricarne delle altre. Con questo sistema il peso del matriale accumulato divenne considerabile, una volta riempito il baule, e alla fine tante furono le lattine ,che incominciarono a occupare lo spazio destinato agli occupanti dei sedili posteriori. Tanto fú l'accanimento , che la sera uscivamo anche a ripulire di lattine altri marciapiedi strategici, sempre in zone non troppo lontane , per potere ogni tanto dare un'occhio al garage dove io stavo in teoria lavorando. Non pochi furono gli sguardi increduli e a volte schifati di ragazzi e ragazze con impeccabile immagine da sabato sera che assistevano al saccheggio , previo rumorosissimo schiacciamento, delle sfortunate lattine.
E non mancarono episodi aneddotici nei quali qualche tipo o tipa ,magari un po' carico di alcol , prestava il suo aiuto saltando sulle lattine e coinvolgendo altri giovani che contaggiati dalla febbre salterina aiutavano nel compito di pressare le lattine......come se di un nuovo tipo di ballo si trattasse.....comunque ci facilitavano il lavoro...
Cuando non restava praticamente più posto nella vettura, andavamo a un demolitore della periferia, che pagava 15.000 lire dell'epoca a cambio del carico di alluminio, che in 3 o 4 giorni era di nuovo ripristinato e preparato per la vendita, riuscendo quindi il mio amico a ricavare anche 150.000 al mese, più che sufficienti per pagare la benzina del mese,qualche panino e birre e poco più. Era un'epoca nella quale eravamo felici con solo godere delle nostre auto e qualche amica da scarrozzare ogni tanto , spazio occupato per le lattine permettendo.....(nel caso del mio amico).
Io ero in quell'epoca molto più signorile....avevo un lavoro fisso....e giammai avrei fatto il sacrilegio di utilizzare la mia gran Alfa per scopi di quel tipo....
La storia durò durante qualche mese, fino a quando successe un.....imprevisto...
In una delle notti di raccolta, in un momento nel quale io fortunatamente non l'accompagnavo, il mio amico e la sua Alfetta furono tamponati brutalmente da un' altro riciclatore,....questa volta di cartoni, con un apecar (trerruote,per i profani) , che distrusse la parte posteriore della povera alfetta. Il conducente dell'Ape rimase ferito molto gravemente, e il giorno dopo sapemmo che ovviamente era senza assicurazione.
L'Alfetta, o quello che restava, rimase parcheggiata durante qualche giorno praticamente sul posto dell'incidente, con il baule impossibile da aprire, e danni praticamente irreparabili.
Alla fine , a malincuore , si decise il destino finale della povera Alfetta....
La stessa persona che soleva comprare le lattine si incaricò di ritirare la macchina con una gru, e solo pagò per la macchina 15.000 lire, giusto il valore delle preziosissime lattine che erano imprigionate nel cofano, dato che solo il servizio della gru costava praticamente il valore dei resti della gloriosa Alfetta.
Come buon amico che ero ,misi la mia Alfetta "quasi" a disposizione del mio sfortunato amico, con la chiara condizione di usarla solo per il fine per il quale era stata creata.....
La sua fu ridotta al tipico cubo di un metro per un metro, e trasformata non sapremo mai esattamente in che.....
Anche se siamo sicurissimi che é stata l'Alfetta con maggiore percentuale d'alluminio fra tutte quelle che sono state rottamate......
In un modo o nell'altro sempre accumulavamo qualche record.......
erano i mitici anni 80,....che colpa avevamo..............................:decoccio:
Peró ricordo perfettamente la protagonista di questa avventura.
Era un'Alfetta 1600 bianca, monofaro ( bruttissima questa mascherina se la paragoniamo alla elegante e bella
4 fari della 1800).
Era la macchina del mio inseparabile amico , anche lui eterno amante dell'Alfa, mentre io avevo in quel momento una finalmente "solo mia" Alfetta 1600 peró con mascherina a 4 fari e motore 1800.
Dopo un'epoca un po pazza litigando per il nostro 2000 GT Veloce comprato "a societá" (.....termine que mi suscita un ribollire di sentimenti , risate e a volte lacrime...dovuti al fatto che moltissime avventure sono legate a accordi economici fifty-fifty, e che altrimenti sarebbero state impossibili....) , e altre vetture divise economicamente e sentimentalmente a metá, finalmente avevamo ognuno la sua macchina, ovviamente Alfa Romeo.
In realtá per noi solo esistevano i gioielli del Biscione. La parola Fiat, per esempio, ci faceva quasi vomitare.....
Io lavoravo come garagista notturno, vigilando teoricamente un garage dalle 00.00 fino alle 6 del mattino, e ricordo perfettamente che il mio salario era di 105.000 lire settimanali, 420.000 al mese, che non erano poi cosí poche,ovviamente senza nessun tipo di contratto e tutto in nero, tipico dell'epoca.
Il mio amico non aveva lavoro, e veniva quasi tutte le notti a visitarmi al garage, dove ci intrattenivamo tutta la notte lavando e facendo piccoli aggiusti e classiche regolazioni alle Alfa, accompagnati dalle tipiche colonne sonare dell'epoca a tutto volume.
Giusto a fianco al garage c'era un pub frequentatissimo, e alla ora di chiusura il pavimento e i cestini della spazzatura erano sempre pieni zeppi di lattine vuote di cocacola, birra e altre bibite.
Il mio amico, che sempre ha avuto mentalitá imprenditoriale, vide in quel mare di alluminio una fonte di possibile guadagno, e una notte decise di cominciare a raccogliere le lattine dal marciapiede e metterle nel baule della sua Alfetta, con lo scopo di rivenderle , quando il cofano fosse totalmente pieno. Dopo un paio di giorni effettivamente quasi non poteva chiudere il baule, peró ebbe un lampo di genio, e con il mio aiuto decise di schiacciare tutte le lattine, con dei precisi e diretti calcioni, con lo scopo di ridurre l'ingombro e poter continuare a caricarne delle altre. Con questo sistema il peso del matriale accumulato divenne considerabile, una volta riempito il baule, e alla fine tante furono le lattine ,che incominciarono a occupare lo spazio destinato agli occupanti dei sedili posteriori. Tanto fú l'accanimento , che la sera uscivamo anche a ripulire di lattine altri marciapiedi strategici, sempre in zone non troppo lontane , per potere ogni tanto dare un'occhio al garage dove io stavo in teoria lavorando. Non pochi furono gli sguardi increduli e a volte schifati di ragazzi e ragazze con impeccabile immagine da sabato sera che assistevano al saccheggio , previo rumorosissimo schiacciamento, delle sfortunate lattine.
E non mancarono episodi aneddotici nei quali qualche tipo o tipa ,magari un po' carico di alcol , prestava il suo aiuto saltando sulle lattine e coinvolgendo altri giovani che contaggiati dalla febbre salterina aiutavano nel compito di pressare le lattine......come se di un nuovo tipo di ballo si trattasse.....comunque ci facilitavano il lavoro...
Cuando non restava praticamente più posto nella vettura, andavamo a un demolitore della periferia, che pagava 15.000 lire dell'epoca a cambio del carico di alluminio, che in 3 o 4 giorni era di nuovo ripristinato e preparato per la vendita, riuscendo quindi il mio amico a ricavare anche 150.000 al mese, più che sufficienti per pagare la benzina del mese,qualche panino e birre e poco più. Era un'epoca nella quale eravamo felici con solo godere delle nostre auto e qualche amica da scarrozzare ogni tanto , spazio occupato per le lattine permettendo.....(nel caso del mio amico).
Io ero in quell'epoca molto più signorile....avevo un lavoro fisso....e giammai avrei fatto il sacrilegio di utilizzare la mia gran Alfa per scopi di quel tipo....
La storia durò durante qualche mese, fino a quando successe un.....imprevisto...
In una delle notti di raccolta, in un momento nel quale io fortunatamente non l'accompagnavo, il mio amico e la sua Alfetta furono tamponati brutalmente da un' altro riciclatore,....questa volta di cartoni, con un apecar (trerruote,per i profani) , che distrusse la parte posteriore della povera alfetta. Il conducente dell'Ape rimase ferito molto gravemente, e il giorno dopo sapemmo che ovviamente era senza assicurazione.
L'Alfetta, o quello che restava, rimase parcheggiata durante qualche giorno praticamente sul posto dell'incidente, con il baule impossibile da aprire, e danni praticamente irreparabili.
Alla fine , a malincuore , si decise il destino finale della povera Alfetta....
La stessa persona che soleva comprare le lattine si incaricò di ritirare la macchina con una gru, e solo pagò per la macchina 15.000 lire, giusto il valore delle preziosissime lattine che erano imprigionate nel cofano, dato che solo il servizio della gru costava praticamente il valore dei resti della gloriosa Alfetta.
Come buon amico che ero ,misi la mia Alfetta "quasi" a disposizione del mio sfortunato amico, con la chiara condizione di usarla solo per il fine per il quale era stata creata.....
La sua fu ridotta al tipico cubo di un metro per un metro, e trasformata non sapremo mai esattamente in che.....
Anche se siamo sicurissimi che é stata l'Alfetta con maggiore percentuale d'alluminio fra tutte quelle che sono state rottamate......
In un modo o nell'altro sempre accumulavamo qualche record.......
erano i mitici anni 80,....che colpa avevamo..............................:decoccio:
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