Complice la pausa del forum non scrivo da un po’.
Nel frattempo, però, ho conosciuto MaurinoBo che è una persona speciale, simpatica e sincera.
Vi racconto del viaggio…
Ci siamo dati appuntamento vicino a Bologna, a Casalecchio.
Dedalo di svincoli attorno a Bologna, per chi non è bolognese, ma ce l’ho fatta, persino in anticipo.
Da un giorno ero già a Mantova per un controllo della “bimba” e da Mantova a Casalecchio, si sa, ci sono solo pochi chilometri…si…come no…
Ci siamo salutati e presentati in un parcheggio assolato.
Io con la mia “vecchina” e lui con una Stelvio Q nuova di pacca.
La Sua Stelvio è meravigliosa, rosso Etna, con carboceramici larghi come una rotonda e splendente sotto al sole. Bellissima, anche se fa a botte con le stampanti…lui sa di cosa parlo

Due chiacchiere e siamo partiti, destinazione la Raticosa e la Futa…
Guidava lui, pratico della zona.
Passata la bella villa di Guglielmo Marconi abbiamo iniziato l’avventura appenninica.
Mauro sa come guidare la sua belva: confesso che più di una volta mi ha lasciato al palo sullo scatto.
Un po’ perché conosceva la strada, un po’ perché la Stelvio ha il cambio automatico e i rapporti più corti e meglio spaziati rispetto alla mia. La Giulia manuale ha una prima ma soprattutto una seconda troppo corte e una terza un po’ lunga. La Stelvio ha anche quattro ruote motrici. E poi mi piace giocare di ripresa e stacco in frenata più che sullo scatto.
Ma soprattutto perché…probabilmente guida meglio di me…
La strada era MERAVIGLIOSA e soprattutto senza assolutamente traffico ad esclusione di qualche moto.
Finestrini aperti, caldo dal motore, fresco nell’aria, l’odore delle gomme surriscaldate dal susseguirsi infinito di curve.
Luce e ombra dai boschi ai lati della strada, una danza destra-sinistra-destra-sinistra accompagnata da due rombi quasi all’unisono. La Stelvio più rabbiosa, la Giulia più baritonale.
Ora vicini, ora più lontani per far riposare le Pirelli. I freni? Mai troppo caldi, sempre potenti e progressivi.
Il problema dei piccoli vuoti di potenza nelle accelerate assassine scomparso: dipendeva dal tenere aperti gli scarichi in Dynamic via dongle. Con gli scarichi chiusi o in Race tutto a posto: risposta piena e pronta.
In Race gli ultimi chilometri prima della Raticosa, sculettando indecorosamente ad ogni curva…
Ma alla Raticosa troppa gente.
Abbiamo solo sgranchito le gambe, fatto respirare i motori e poi via, verso la Futa.
Nello specchietto retrovisore sono rimasti indietro i giganti intenti a combattere col vento, sulla collina…
E finalmente la Futa.
Parcheggio deserto, ristorante chiuso…
Due chiacchiere con un motociclista Alfista, simpatico.
Qualche foto. Ma di foto ne ho fatte veramente poche, perso a godermi la giornata mentre la vivevo.
I nostri stomaci brontolavano per cui avevamo solo due scelte a quel punto: verso Firenze (ormai vicina) o indietro.
Ma non volevo lasciare mia moglie sola per troppo tempo, non sta ancora benissimo…
Abbiamo girato le auto e ci siamo imboscati nel primo ristorante aperto lungo la strada del ritorno.
Buon ristorante, fiorentina discreta ma, quello che conta, l’ottima compagnia di Mauro.
E infine l’ultima avventura: abbiamo scavallato l’Appennino per prendere l’A1.
Altre meravigliose curve, valloni e colline.
Poi l’Autosole e la vecchia “Panoramica”.
In un attimo Bologna.
Ci siamo salutati nell’area di servizio Cantagallo e sono ripartito per Milano.
Ho guidato rilassato, a velocità CdS, ripensando alla bellissima giornata e all’ottima compagnia di Mauro.
Mi sono ripromesso di ripetere la zingarata una volta che mia moglie starà meglio.
Ma intanto ho tantissimi altri bei ricordi.
La Giulia è anche questo…