Sono le quattro di mattina. Alle cinque e trenta la piazza diventerà impraticabile per il mercato che mi chiuderà l'accesso ai box.
Devo lavarmi e prepararmi per il ritrovo con gli amici Alfisti in Dallara, a Varano de Melegari (in realtà la fabbrica non è a Varano ma nella frazione vicina. Ma è più facile ricordarsi Varano).
Varano mi è diventata di casa: due corsi di guida, due corse con le Volpi, due pistoni distrutti...
Per fortuna pistoni della GTV comprata in società, a "botte" di...50€ a testa, non pistoni della mia Giulia...
Mi vesto, scendo nel box, la guardo, la tocco, la sveglio, la lascio borbottare e finalmente esco tra le prime bancarelle che si stanno sistemando.
Si girano tutti come se stesse passando la più bella del paese.
Scelgo di fare le statali: quando non c'è in giro nessuno, l'aria è umida e fredda, la 100 ottani rende al massimo e gli scarichi sono aperti mi piace respirare tutti i profumi della campagna che si risveglia mentre rabbrividisco col finestrino aperto.
Parma, la val di Taro, le colline. Rifaccio il pieno della 100 ottani.
A Varano arrivo troppo presto...
Colazione al bar, cappuccio e brioche ma sono in anticipo di un'ora almeno.
"Mah, c'è un castello a Varano, magari si può visitare". Ma quando ci arrivo di fronte noto la strada e un cartello: "Bardi, Km29".
Di colpo ricordo che un mio amico mi disse: "è da provare, quella strada".
E allora al diavolo il castello di Varano, si parte!
I primi chilometri la strada è un po' scalinata, vado quasi piano. Poi comincio a vedere dell'asfalto nerissimo, nuovo, e prendo confidenza.
Entro in quello stato di grazia che cresce, si amplifica man mano che ti senti sempre più soddisfatto di come guidi: non aggressivo, non violento, balli con la tua auto come fosse la tua partner di un tango lento, continuo, adesso veloce, dolce e appassionato. Curva dopo curva, rettilineo dopo rettilineo, roccia dopo roccia dove riverberano gli scarichi aperti. E sogni. E godi ogni centimetro di strada...
29 Km passano in un attimo. Una pattuglia dei Carabinieri forse vorrebbe fermarmi, esitano. Li saluto con la mano dal finestrino. Ricambiano.
Un caffè in piazza, i Carabinieri entrano nel bar, chiaccheriamo. Mi chiedono di dove sono, mi raccontano delle decine di auto che danzano su quella strada e delle loro meraviglie. Un saluto e via, gli amici ormai aspettano a Varano.
Sarà una giornata bellissima, forse un altro racconto: ma Bardi, la sua strada, i suoi profumi, il suo castello che si staglia alto sull'Appennino mi sono rimasti nel cuore. Ma non sarebbe stato lo stesso senza lei, la mia Giulia...