Oggi piove, riesco a stendermi un attimo a riposare. Chi dice che da pensionati ci si riposa o non è pensionato oppure…non so.
Ė da giorni che corro come un ******* tra infortuni del ”collaboratore familiare” da seguire (tirato sotto sulle strisce pedonali mentre veniva al lavoro da una moto), lavori in casa, visite di controllo della moglie che ancora cammina male, figli in rapida visita di cortesia, pulire, far da mangiare, aggiustare cose…vabbe’, non vi rompo più le balle.
E sono questi i momenti in cui riesci a tirare alcune somme, fare le considerazioni sui prossimi che sono 70 e i “casi” della vita.
Anche qui salto le considerazioni personali ma devo almeno descrivere quanto mi ha dato, quanto finora mi è rimasto e quanto mi resterà della Giulia.
Ci sono capitato per sbaglio, per una decisione improvvisa e avventata.
Mio padre? Solo Alfa Romeo fino a che mia madre non l’ha…castrato con la storia della “sicurezza svedese”, dell’”auto per la famiglia” e, da allora, solo Volvo.
Ma ricordo la sua faccia quando, finita una giornata eterna di lavoro, suonava al citofono e mi diceva “scendi? Andiamo a pulire le candele dell’Alfetta!”.
E lì non c’era codice della strada che tenesse.
Sono passati decenni, ho guidato tante (tante) auto diverse ma solo per portarmi da A a B, sempre più capienti quanto più aumentava la famiglia, portavi anche il cane, la suocera, interi traslochi.
Poi quel giorno ho azzeccato il bisogno di fare qualcosa per me, un bisogno che non mi confessavo di aver soffocato per anni per non sentirmi peggio.
Non ci speravo, non ci credevo più di tanto. Prima di guidarla provavo stupidi sensi di colpa per non aver investito quei soldi in cose più importanti di un’automobile.
Poi l’ho guidata.
Non sono un ingenuo. Un sognatore, quello si. Ma finalmente avevo qualcosa che faceva risonare delle corde emotive ormai arruginite. Un po’ di trasgressione, un po’ di irrazionalità, cuore accelerato, voglia di rifarlo.
E non era una donna…
Adesso vedo la nuova pubblicità della Junior e penso: “chiunque l’abbia pensata ci ha azzeccato al 100%, finalmente!”.
Poi vedo la realtà e mi dispiace, sinceramente.
Sono un Alfista? Non so, non credo. Sono solo uno che si è innamorato di un’auto che magari non è la migliore, la più bella, la più…qualcosa.
Ma con me ha funzionato: io mi trovo bene con lei e, forse, lei con me.
Poteva essere un’altra? Può darsi. Ma é questa e pensare ad altro è inutile.
Ho avuto tante soddisfazioni “classiche”, “importanti” nella vita: due bravi figli, cresciuti bene. Una brava moglie, rompiballe ma amorevole. Un buon lavoro ed anche soddisfazioni.
Ma quel briciolo di sregolatezza che mi ha fatto emozionare, conoscere amici, vivere esperienze indimenticabili è stata…un’automobile…
Probabilmente sono io sbagliato. Ma non ho mai negato nulla ma soprattutto ho dato tutto a chi mi vuole bene.
Ma lei resta l’unica cosa che abbia salvato quella parte di bambino che nessuno di noi vorrebbe mai che morisse…
Il sogno.
E senza sogni non si va da nessuna parte, si aspetta. E basta…