Sai a quanto è campionata?
All’inizio non ci credevo ma mi sono dovuto ricredere...
L’esempio più calzante sulla digitalizzazione e quindi sulla campionatura è quello delle fotografie. Viviamo in un mondo analogico, continuo, ma i computer ragionano per approssimazione, in digitale (intervalli discreti, non continui). Più l’approssimazione è precisa più si avvicina all’analogico.
In una foto l’approssimazione, l’informazione “singola” non più scindibile, è il numero di pixel, quei quadratini colorati senza struttura, solo colore, che messi assieme fanno il mosaico che percepiamo come continuo, come immagine.
Ma, se ingrandiamo la foto, quelle con pochi pixel si scompongono presto in quadratini di colore e basta, mentre quelle a più alta risoluzione (campionamento) permettono ingrandimenti maggiori e quindi di vedere più dettagli (tipo “Blade Runner” quando Deckard dice: “ingrandisci da B6 a C7...” e la macchina elabora la foto digitale tanto che potrebbe vedere il riflesso di una candela nell’occhio di una mosca che si riflette in uno specchio a tre chilometri di distanza...).
Ora, nessuna foto digitale ha quella risoluzione (per ora) ma una foto “granulosa”, con pochi pixel, 640x480 è molto diversa da una con risoluzione 4288x2848 (alla portata di un qualsiasi iPhone 6s) all’occhio di chiunque.
Lo stesso vale per la musica anche se, oltre a una certa risoluzione, è la “macchina” orecchio che non riuscirebbe più a distinguere un suono a più alta campionatura...
BTW per l’occhio la massima capacità di distinguere un punto dall’altro è quella che c’è tra le sue cellule visive, quindi anche noi percepiamo “in digitale”. E c’è chi ha calcolato che la sua risoluzione sarebbe circa 576 megapixel...
Infine, la frequenza della musica riprodotta (l’orecchio umano percepisce dai 20 ai 20.000 Hz) non c’entra, IMHO, con la frequenza di campionamento della musica: quest’ultima garantisce la “ricchezza” dell’informazione sonora e non quali sono le tonalità che può tramettere.