Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio - 2.9 v6 510cv - MT6 - Rosso Alfa - 2016 - mi

Oggi troppa morte in ospedale. Ti abitui, non ti fa più effetto ma ti svuota dentro, un cucchiaino alla volta.
All'inizio è solo una rinuncia, un "mah, preferisco dormire" ma piano piano perdi la carica, l'entusiasmo, il sogno.
Ti fa invecchiare, se non reagisci, ti rassegni all'inutilità che percepisci nelle vite che scompaiono.
Che in fondo è vero. Ma quello che ci distingue, ci fa sentire vivi è l'incoscienza delle emozioni, il sogno dell'infinito.
Che non esiste.
Ma che è bello. Una splendida follia.

Allora, alle sei, sono sceso nel box.
L'ho lucidata, pulita, controllato i livelli, avviata. Ronfava felice. Siamo andati insieme dal gommista a gonfiare le gomme e poi le ho lasciato fare.
Mi ha portato in giro per strade conosciute e poi su per le colline, senza fretta.
Finestrini aperti, Max Pezzali a ricordarmi periodi più incoscienti. Un cocktail di emozioni: musica, tramonto, colline, musica, l'odore di pelle dei sedili, le esplosioni sonore delle accelerate e delle staccate.
Piano piano ho smesso di chiedermi perché e di avere la presunzione di sapere tutto e di controllare la mia vita.
Mi sono abbandonato al presente. Si fottano passato e futuro!
E sono tornato sereno, carico, consapevole ma felice.

Un rapido aperitivo affacciato ad un giardino da sogno, un giro per la campagna che la sera ha quell'odore di umidità incipiente che ti strega.
Lei lo ha capito e mi ha assecondato in tutto: dolce, reattiva, bella!
Ho sverniciato un paio di Audi, ho esagerato dove potevo e guidato rapito dove c'era da rallentare, da andare piano.

Sono tornato a casa e sentivo il suo calore hel box, profumava come la campagna di notte, d'estate.

Domani è un altro giorno!


Docpoet ! :)
 
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Oggi troppa morte in ospedale. Ti abitui, non ti fa più effetto ma ti svuota dentro, un cucchiaino alla volta.
All'inizio è solo una rinuncia, un "mah, preferisco dormire" ma piano piano perdi la carica, l'entusiasmo, il sogno.
Ti fa invecchiare, se non reagisci, ti rassegni all'inutilità che percepisci nelle vite che scompaiono.
Che in fondo è vero. Ma quello che ci distingue, ci fa sentire vivi è l'incoscienza delle emozioni, il sogno dell'infinito.
Che non esiste.
Ma che è bello. Una splendida follia.

Allora, alle sei, sono sceso nel box.
L'ho lucidata, pulita, controllato i livelli, avviata. Ronfava felice. Siamo andati insieme dal gommista a gonfiare le gomme e poi le ho lasciato fare.
Mi ha portato in giro per strade conosciute e poi su per le colline, senza fretta.
Finestrini aperti, Max Pezzali a ricordarmi periodi più incoscienti. Un cocktail di emozioni: musica, tramonto, colline, musica, l'odore di pelle dei sedili, le esplosioni sonore delle accelerate e delle staccate.
Piano piano ho smesso di chiedermi perché e di avere la presunzione di sapere tutto e di controllare la mia vita.
Mi sono abbandonato al presente. Si fottano passato e futuro!
E sono tornato sereno, carico, consapevole ma felice.

Un rapido aperitivo affacciato ad un giardino da sogno, un giro per la campagna che la sera ha quell'odore di umidità incipiente che ti strega.
Lei lo ha capito e mi ha assecondato in tutto: dolce, reattiva, bella!
Ho sverniciato un paio di Audi, ho esagerato dove potevo e guidato rapito dove c'era da rallentare, da andare piano.

Sono tornato a casa e sentivo il suo calore hel box, profumava come la campagna di notte, d'estate.

Domani è un altro giorno!
"Tu chiamale se vuoi... emozioni "(Luciano Battisti).
 
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belle parole, e come sempre un bel modo di trasmettere “su carta” le tue sensazioni..
grazie
 
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Che poeta!
Sai veramente far commuovere, emozionare, eccitare le persone con le sole parole....
P.s. grande max pezzali!
 
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Oggi troppa morte in ospedale. Ti abitui, non ti fa più effetto ma ti svuota dentro, un cucchiaino alla volta.
All'inizio è solo una rinuncia, un "mah, preferisco dormire" ma piano piano perdi la carica, l'entusiasmo, il sogno.
Ti fa invecchiare, se non reagisci, ti rassegni all'inutilità che percepisci nelle vite che scompaiono.
Che in fondo è vero. Ma quello che ci distingue, ci fa sentire vivi è l'incoscienza delle emozioni, il sogno dell'infinito.
Che non esiste.
Ma che è bello. Una splendida follia.

Allora, alle sei, sono sceso nel box.
L'ho lucidata, pulita, controllato i livelli, avviata. Ronfava felice. Siamo andati insieme dal gommista a gonfiare le gomme e poi le ho lasciato fare.
Mi ha portato in giro per strade conosciute e poi su per le colline, senza fretta.
Finestrini aperti, Max Pezzali a ricordarmi periodi più incoscienti. Un cocktail di emozioni: musica, tramonto, colline, musica, l'odore di pelle dei sedili, le esplosioni sonore delle accelerate e delle staccate.
Piano piano ho smesso di chiedermi perché e di avere la presunzione di sapere tutto e di controllare la mia vita.
Mi sono abbandonato al presente. Si fottano passato e futuro!
E sono tornato sereno, carico, consapevole ma felice.

Un rapido aperitivo affacciato ad un giardino da sogno, un giro per la campagna che la sera ha quell'odore di umidità incipiente che ti strega.
Lei lo ha capito e mi ha assecondato in tutto: dolce, reattiva, bella!
Ho sverniciato un paio di Audi, ho esagerato dove potevo e guidato rapito dove c'era da rallentare, da andare piano.

Sono tornato a casa e sentivo il suo calore hel box, profumava come la campagna di notte, d'estate.

Domani è un altro giorno!
Oltre ad un piacevole racconto questa volta anche una profonda riflessione, bel pezzo davvero, complimenti!
 
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Ho sverniciato un paio di Audi,
Musica per le mie orecchie.....
Sperando che i relativi drivers la prendano con filosofia e sportivamente, senza cadere in depressione o peggio tentare qualche gesto inconsulto, che poi te li ritrovi in ospedale....
 
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Piano piano ho smesso di chiedermi perché e di avere la presunzione di sapere tutto e di controllare la mia vita.
Mi sono abbandonato al presente. Si fottano passato e futuro!

Quanta saggezza! :)
 
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Oggi troppa morte in ospedale. Ti abitui, non ti fa più effetto ma ti svuota dentro, un cucchiaino alla volta.
All'inizio è solo una rinuncia, un "mah, preferisco dormire" ma piano piano perdi la carica, l'entusiasmo, il sogno.
Ti fa invecchiare, se non reagisci, ti rassegni all'inutilità che percepisci nelle vite che scompaiono.
Che in fondo è vero. Ma quello che ci distingue, ci fa sentire vivi è l'incoscienza delle emozioni, il sogno dell'infinito.
Che non esiste.
Ma che è bello. Una splendida follia.

Allora, alle sei, sono sceso nel box.
L'ho lucidata, pulita, controllato i livelli, avviata. Ronfava felice. Siamo andati insieme dal gommista a gonfiare le gomme e poi le ho lasciato fare.
Mi ha portato in giro per strade conosciute e poi su per le colline, senza fretta.
Finestrini aperti, Max Pezzali a ricordarmi periodi più incoscienti. Un cocktail di emozioni: musica, tramonto, colline, musica, l'odore di pelle dei sedili, le esplosioni sonore delle accelerate e delle staccate.
Piano piano ho smesso di chiedermi perché e di avere la presunzione di sapere tutto e di controllare la mia vita.
Mi sono abbandonato al presente. Si fottano passato e futuro!
E sono tornato sereno, carico, consapevole ma felice.

Un rapido aperitivo affacciato ad un giardino da sogno, un giro per la campagna che la sera ha quell'odore di umidità incipiente che ti strega.
Lei lo ha capito e mi ha assecondato in tutto: dolce, reattiva, bella!
Ho sverniciato un paio di Audi, ho esagerato dove potevo e guidato rapito dove c'era da rallentare, da andare piano.

Sono tornato a casa e sentivo il suo calore hel box, profumava come la campagna di notte, d'estate.

Domani è un altro giorno!

Bel racconto. L'unica cosa su cui non sono d'accordo è la scelta della musica: per Giulia, specialmente Q, ci vuole ben altro! ;)
 
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Bel racconto. L'unica cosa su cui non sono d'accordo è la scelta della musica: per Giulia, specialmente Q, ci vuole ben altro! ;)
Max sta bene con tutto!
 
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