Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio - 2.9 v6 510cv - MT6 - Rosso Alfa - 2016 - mi

Grandi!! Tu e lei [emoji6]
 
  • Like
Reactions: MPP
come sempre, riesci a farci entrare virtualmente tutti con te nell’abitacolo..

da ligure, poi (anche se dell’altra riviera), leggere di imprese ambientate dove sono cresciuto mi fa ancora più piacere

La VoltriGravellonaAtroce nella parte finale sembra fatta apposta per la Q, chissà la Serravalle a scendere, se 510CV non sono addirittura troppi, quanto possa essere divertente

con 160 lo dovrei sapere a fine mese, se si degnano di consegnare
 
come sempre, riesci a farci entrare virtualmente tutti con te nell’abitacolo..

da ligure, poi (anche se dell’altra riviera), leggere di imprese ambientate dove sono cresciuto mi fa ancora più piacere

La VoltriGravellonaAtroce nella parte finale sembra fatta apposta per la Q, chissà la Serravalle a scendere, se 510CV non sono addirittura troppi, quanto possa essere divertente

con 160 lo dovrei sapere a fine mese, se si degnano di consegnare
Bella terra!
Ci sono cresciuto e me la porto dentro.
Comunque quell'autostrada, prima dei limiti, era incredibile.
Ricordo Milano - Grasse in due ore e quarantacinque con una Renault Espace...
:rolleyes::D
Adrenalina pura.
E un giorno mi passò una R5 messagiùdabbestiacomepiovesse sul viadotto a 100 gradi di curvatura prima di Sanremo facendolo tutto in derapata a velocità stellare.
All'area di servizio successiva era ferma a far benzina e alla guida c'era Nannini...
Hai detto poco!

PS
auguri per i prossimi 160 cv!
poi ci fai sapere!
 
- Informazione Pubblicitaria -
Azz.... Nannini !
Proprio vero che, per quanto possiamo ritenerci o essere degli ottimi guidatori, poi vedi un pilota e ti rendi conto che “fa un altro sport”

Quando arriverà la Giulia, farò giusto un millino o due di km di pseudo-rodaggio, come sempre sulle auto nuove, e poi (quindi una decina di giorni o anche meno) mi toccherà andare a trovare mia mamma o mia sorella a Rapallo, che dispiacere
 
Ieri ho finalmente staccato.

C'è una scena, nella "Tempesta Perfetta" in cui i marinai decidono di invertire la rotta, non affrontare il mostro e vedono per un attimo la luce del sole. Splende sotto il nero spaventoso del ciclone, all'orizzonte. Le facce contratte dalla fatica e dal terrore si aprono a un lieve sorriso. Ma la luce scompare...
"Non ci lascia andare...".
Così è stato il mio lavoro da un mese a questa parte: credevo di aver finito e un povero vecchio, malato, mi ferma nel corridoio. "Aiuto! Ho bisogno di lei...". E torni indietro. E così per ore: il telefono, la portineria, il medico di base, l'ortopedico, l'oncologo...
Mi gestisco 1500 scoagulati da solo, tutto il servizio del centro trombosi per tutti i ricoverati, tutto il comprensorio di almeno dieci piccoli comuni...
E stavo morendo anch'io. Oh, intendiamoci, non fisicamente, ma posporre e rimuovere i propri sogni, quelli che restano, qualsiasi sia lo scopo, nobile o meno, ti prosciuga tutta l'energia vitale che riesci a creare. Se poi ci aggiungi la sofferenza e la morte altrui...

Ma forse, al mare, un tubo dell'acqua del mio bagno perde...
Il mio vicino è preoccupato di una macchia d'umido sul soffitto della sua camera da letto e ha provato ad aprire la mia acqua per vedere se peggiora. Non sembra peggiorare ma ci siamo sentiti e, forse, dopo aver fatto la prova, ha dimenticato l'acqua aperta...Occavolo!

La decisione è immediata: piuttosto di cadere in coma per un giorno sotto il trapuntino per poi ricominciare la battaglia decido di farmi 650 Km con lei.
Lei non lo sa ancora, riposa al caldo e voglio sia una sorpresa. L'idea mi eccita come un bambino, faccio la lista delle cose che servono, preparo lo zainetto, metto nel box la 500 e apro piano piano la porta. Dorme ancora da più di una settimana ma al primo tocco della chiave i suoi occhi lampeggiano e si illumina tutta. La voce è ancora più bella di quanto mi ricordassi. Ha solo sete.
Brilla tutta pulita e luccicante: ho appena rinfrescato il trattamento di bellezza...

Tappa al distributore della 100 ottani e via.
Fino a Tortona solo camion e traffico, luce negli occhi del sole che tramonta e pianura piatta. Ma il cielo è terso e vedi le colline che si avvicinano.
Finalmente Ovada e l'orizzonte che diventa rosa, rosso, viola.
E iniziano le gallerie.
Metto i guanti che mi ha regalato la futura nuora e annuso l'odore della loro pelle, morbidissima, e mi godo ogni scricchiolio contro quella del volante.
Non voglio correre: troppi tutor e troppi imbecilli in giro. Ma ogni tanto mi accodo istantaneamente a qualche esaltato che dei limiti se ne frega per poi lasciarlo andare dopo avergli dato un brivido: non ne vale la pena.
In compenso la faccio gridare in galleria: c'è un punto tra i 3500 e i 4000 giri in cui emette lo stesso brontolio viscerale del leone, quello che ti scuote fino nelle ossa, e uso quello al posto dei fari.
Scalata, lieve pressione sull'acceleratore, rombo, respiro e l'auto davanti mette la freccia e si sposta...

Cerco di guidare BENE e mi godo ogni linea pennellata, ogni traiettoria pulita, ogni curvone in appoggio senza il minimo rollio o sbandamento, concentratissimo.
Curva dopo curva, galleria dopo galleria, cielo dopo cielo arriva il mare in un tripudio di rosa scarlatto che sfuma, in alto, in nuvole circondate da un chiarore lunare: bellissimo!
A Varazze faccio rifornimento: un buonissimo caffè doppio e Q8 100 ottani.
Il ragazzo del distributore ha gli occhi che luccicano e mi pulisce anche il lunotto...
Due chiacchere, si perde via mentre dietro altri suonano per avere la benzina. Riparto.
L'autostrada è bellissima e maledetta. Lo so perché la percorro da decenni e la conosco a memoria. Ma ti puoi divertire senza pestare solo sull'acceleratore, come sono capaci tutti. Mi concentro solo sul piacere della guida e sulla sua voce in galleria, e di gallerie ce ne sono tante.
Savona, Imperia, Andora, la meta si avvicina ma ogni viadotto, ogni discesa, ogni salita, ogni curvone me li godo staccandomi da qualsiasi pensiero che non sia il piacere di guidare. E lei, di questo piacere, ti riempie!

Arrivo.
Rapida discesa, quattro tornanti, un paio di scodate e stacco qualche petalo di Bouganville passando rasente a muri che mi ritornano la sua voce.
La via è buia, impestata di auto, non c'è un posto.
Apro il portone della discesa al garage, stretto come un budello, ripido come un salto. Ma non tocca. Toccava una monovolume...
Quattro manovre sul cemento, non saltella, mi contorco per uscire nel box stretto.
La Liguria è tutta costruita al risparmio...

In casa non c'è nulla, raccolgo la posta di un anno, apro e chiudo rubinetti, richiudo l'acqua e il gas, faccio foto della luce che, nonostante l'ora, illumina il mare all'orizzonte e della stellata. Respiro aria pulita e tiepida, l'odore del mare e di qualche fuoco lontano: legno d'olivo.

Ora di ripartire.
Mi sento stupido perché di nuovo non sto più nella pelle al pensiero dei 250 Km che mi aspettano.
Tornerò a Milano e in totale avrò percorso almeno 620 Km.
E di nuovo le gallerie, i curvoni, i viadotti, la strana luce cristallina, la sensazione che attorno a me non ci sia un'auto ma che io sia fuso con lei a correre a perdifiato senza fatica e senza peso.

Un brutto incidente prima di Imperia ci incolonna per qualche chilometro.
Un'auto della Polstrada traina un furgone in panne e mi affianca diverse volte a dieci all'ora. Pollice su. Ragazzi giovani.
Altre auto mi sfilano via e poi le risfilo: occhi e nasi di bambini attaccati ai vetri.
Una Porsche gialla targata MC morde il freno.
La coda finisce e scatta.
Mi accodo e la passo in scioltezza, poi rallento e mi faccio superare. Mi affianca e ci scambiamo un saluto. Se ne va via pian piano.
Aspettavo Varazze e i curvoni ed eccoli: combatto contro la forza centrifuga, lei caracolla ma non molla un millimetro, gli altri lontani, solo una A6 austriaca rossa tiene il passo e gioca con me fino al bivio per Milano...

Ritorna la pianura, ritorna la noia del dritto, finalmente Milano.
Il cambio è diventato un velluto, la frizione telepatica, mi accorgo che non ho mai acceso la radio o ascoltato la musica per tutto il tempo. A che pro? Lei bastava...
Vie, viali, controviali, il parcheggio.
La tessera non funziona, come al solito, va pulita.
Il guardiano esce dalla guardiola, se la sfrega sui pantaloni, la inserisce per me e mi chiede con un sorriso: "me la fa sentire? La mattina quando parte alle quattro riconosco il suo motore...". Rapida corsa al manettino per metterla in race e mi accorgo che c'era già...
Due sgasate e un sorriso da un orecchio all'altro.
Mentre scendo i piani mi domando come ho potuto dimenticare il momento in cui da D ho tolto i controlli, forse quando ho inseguito la Porsche, e come non ho più notato il giallo ed il resto...
Un brivido, una calda soddisfazione.

E finalmente casa.
"Io e la mia Quadrifoglio ", sarebbe questo il titolo del libro scritto dal Signor MPP che non dovrebbe mai mancare sulla libreria dell'Alfista....
 
Ieri ho finalmente staccato.

C'è una scena, nella "Tempesta Perfetta" in cui i marinai decidono di invertire la rotta, non affrontare il mostro e vedono per un attimo la luce del sole. Splende sotto il nero spaventoso del ciclone, all'orizzonte. Le facce contratte dalla fatica e dal terrore si aprono a un lieve sorriso. Ma la luce scompare...
"Non ci lascia andare...".
Così è stato il mio lavoro da un mese a questa parte: credevo di aver finito e un povero vecchio, malato, mi ferma nel corridoio. "Aiuto! Ho bisogno di lei...". E torni indietro. E così per ore: il telefono, la portineria, il medico di base, l'ortopedico, l'oncologo...
Mi gestisco 1500 scoagulati da solo, tutto il servizio del centro trombosi per tutti i ricoverati, tutto il comprensorio di almeno dieci piccoli comuni...
E stavo morendo anch'io. Oh, intendiamoci, non fisicamente, ma posporre e rimuovere i propri sogni, quelli che restano, qualsiasi sia lo scopo, nobile o meno, ti prosciuga tutta l'energia vitale che riesci a creare. Se poi ci aggiungi la sofferenza e la morte altrui...

Ma forse, al mare, un tubo dell'acqua del mio bagno perde...
Il mio vicino è preoccupato di una macchia d'umido sul soffitto della sua camera da letto e ha provato ad aprire la mia acqua per vedere se peggiora. Non sembra peggiorare ma ci siamo sentiti e, forse, dopo aver fatto la prova, ha dimenticato l'acqua aperta...Occavolo!

La decisione è immediata: piuttosto di cadere in coma per un giorno sotto il trapuntino per poi ricominciare la battaglia decido di farmi 650 Km con lei.
Lei non lo sa ancora, riposa al caldo e voglio sia una sorpresa. L'idea mi eccita come un bambino, faccio la lista delle cose che servono, preparo lo zainetto, metto nel box la 500 e apro piano piano la porta. Dorme ancora da più di una settimana ma al primo tocco della chiave i suoi occhi lampeggiano e si illumina tutta. La voce è ancora più bella di quanto mi ricordassi. Ha solo sete.
Brilla tutta pulita e luccicante: ho appena rinfrescato il trattamento di bellezza...

Tappa al distributore della 100 ottani e via.
Fino a Tortona solo camion e traffico, luce negli occhi del sole che tramonta e pianura piatta. Ma il cielo è terso e vedi le colline che si avvicinano.
Finalmente Ovada e l'orizzonte che diventa rosa, rosso, viola.
E iniziano le gallerie.
Metto i guanti che mi ha regalato la futura nuora e annuso l'odore della loro pelle, morbidissima, e mi godo ogni scricchiolio contro quella del volante.
Non voglio correre: troppi tutor e troppi imbecilli in giro. Ma ogni tanto mi accodo istantaneamente a qualche esaltato che dei limiti se ne frega per poi lasciarlo andare dopo avergli dato un brivido: non ne vale la pena.
In compenso la faccio gridare in galleria: c'è un punto tra i 3500 e i 4000 giri in cui emette lo stesso brontolio viscerale del leone, quello che ti scuote fino nelle ossa, e uso quello al posto dei fari.
Scalata, lieve pressione sull'acceleratore, rombo, respiro e l'auto davanti mette la freccia e si sposta...

Cerco di guidare BENE e mi godo ogni linea pennellata, ogni traiettoria pulita, ogni curvone in appoggio senza il minimo rollio o sbandamento, concentratissimo.
Curva dopo curva, galleria dopo galleria, cielo dopo cielo arriva il mare in un tripudio di rosa scarlatto che sfuma, in alto, in nuvole circondate da un chiarore lunare: bellissimo!
A Varazze faccio rifornimento: un buonissimo caffè doppio e Q8 100 ottani.
Il ragazzo del distributore ha gli occhi che luccicano e mi pulisce anche il lunotto...
Due chiacchere, si perde via mentre dietro altri suonano per avere la benzina. Riparto.
L'autostrada è bellissima e maledetta. Lo so perché la percorro da decenni e la conosco a memoria. Ma ti puoi divertire senza pestare solo sull'acceleratore, come sono capaci tutti. Mi concentro solo sul piacere della guida e sulla sua voce in galleria, e di gallerie ce ne sono tante.
Savona, Imperia, Andora, la meta si avvicina ma ogni viadotto, ogni discesa, ogni salita, ogni curvone me li godo staccandomi da qualsiasi pensiero che non sia il piacere di guidare. E lei, di questo piacere, ti riempie!

Arrivo.
Rapida discesa, quattro tornanti, un paio di scodate e stacco qualche petalo di Bouganville passando rasente a muri che mi ritornano la sua voce.
La via è buia, impestata di auto, non c'è un posto.
Apro il portone della discesa al garage, stretto come un budello, ripido come un salto. Ma non tocca. Toccava una monovolume...
Quattro manovre sul cemento, non saltella, mi contorco per uscire nel box stretto.
La Liguria è tutta costruita al risparmio...

In casa non c'è nulla, raccolgo la posta di un anno, apro e chiudo rubinetti, richiudo l'acqua e il gas, faccio foto della luce che, nonostante l'ora, illumina il mare all'orizzonte e della stellata. Respiro aria pulita e tiepida, l'odore del mare e di qualche fuoco lontano: legno d'olivo.

Ora di ripartire.
Mi sento stupido perché di nuovo non sto più nella pelle al pensiero dei 250 Km che mi aspettano.
Tornerò a Milano e in totale avrò percorso almeno 620 Km.
E di nuovo le gallerie, i curvoni, i viadotti, la strana luce cristallina, la sensazione che attorno a me non ci sia un'auto ma che io sia fuso con lei a correre a perdifiato senza fatica e senza peso.

Un brutto incidente prima di Imperia ci incolonna per qualche chilometro.
Un'auto della Polstrada traina un furgone in panne e mi affianca diverse volte a dieci all'ora. Pollice su. Ragazzi giovani.
Altre auto mi sfilano via e poi le risfilo: occhi e nasi di bambini attaccati ai vetri.
Una Porsche gialla targata MC morde il freno.
La coda finisce e scatta.
Mi accodo e la passo in scioltezza, poi rallento e mi faccio superare. Mi affianca e ci scambiamo un saluto. Se ne va via pian piano.
Aspettavo Varazze e i curvoni ed eccoli: combatto contro la forza centrifuga, lei caracolla ma non molla un millimetro, gli altri lontani, solo una A6 austriaca rossa tiene il passo e gioca con me fino al bivio per Milano...

Ritorna la pianura, ritorna la noia del dritto, finalmente Milano.
Il cambio è diventato un velluto, la frizione telepatica, mi accorgo che non ho mai acceso la radio o ascoltato la musica per tutto il tempo. A che pro? Lei bastava...
Vie, viali, controviali, il parcheggio.
La tessera non funziona, come al solito, va pulita.
Il guardiano esce dalla guardiola, se la sfrega sui pantaloni, la inserisce per me e mi chiede con un sorriso: "me la fa sentire? La mattina quando parte alle quattro riconosco il suo motore...". Rapida corsa al manettino per metterla in race e mi accorgo che c'era già...
Due sgasate e un sorriso da un orecchio all'altro.
Mentre scendo i piani mi domando come ho potuto dimenticare il momento in cui da D ho tolto i controlli, forse quando ho inseguito la Porsche, e come non ho più notato il giallo ed il resto...
Un brivido, una calda soddisfazione.

E finalmente casa.
Ieri ho finalmente staccato.

C'è una scena, nella "Tempesta Perfetta" in cui i marinai decidono di invertire la rotta, non affrontare il mostro e vedono per un attimo la luce del sole. Splende sotto il nero spaventoso del ciclone, all'orizzonte. Le facce contratte dalla fatica e dal terrore si aprono a un lieve sorriso. Ma la luce scompare...
"Non ci lascia andare...".
Così è stato il mio lavoro da un mese a questa parte: credevo di aver finito e un povero vecchio, malato, mi ferma nel corridoio. "Aiuto! Ho bisogno di lei...". E torni indietro. E così per ore: il telefono, la portineria, il medico di base, l'ortopedico, l'oncologo...
Mi gestisco 1500 scoagulati da solo, tutto il servizio del centro trombosi per tutti i ricoverati, tutto il comprensorio di almeno dieci piccoli comuni...
E stavo morendo anch'io. Oh, intendiamoci, non fisicamente, ma posporre e rimuovere i propri sogni, quelli che restano, qualsiasi sia lo scopo, nobile o meno, ti prosciuga tutta l'energia vitale che riesci a creare. Se poi ci aggiungi la sofferenza e la morte altrui...

Ma forse, al mare, un tubo dell'acqua del mio bagno perde...
Il mio vicino è preoccupato di una macchia d'umido sul soffitto della sua camera da letto e ha provato ad aprire la mia acqua per vedere se peggiora. Non sembra peggiorare ma ci siamo sentiti e, forse, dopo aver fatto la prova, ha dimenticato l'acqua aperta...Occavolo!

La decisione è immediata: piuttosto di cadere in coma per un giorno sotto il trapuntino per poi ricominciare la battaglia decido di farmi 650 Km con lei.
Lei non lo sa ancora, riposa al caldo e voglio sia una sorpresa. L'idea mi eccita come un bambino, faccio la lista delle cose che servono, preparo lo zainetto, metto nel box la 500 e apro piano piano la porta. Dorme ancora da più di una settimana ma al primo tocco della chiave i suoi occhi lampeggiano e si illumina tutta. La voce è ancora più bella di quanto mi ricordassi. Ha solo sete.
Brilla tutta pulita e luccicante: ho appena rinfrescato il trattamento di bellezza...

Tappa al distributore della 100 ottani e via.
Fino a Tortona solo camion e traffico, luce negli occhi del sole che tramonta e pianura piatta. Ma il cielo è terso e vedi le colline che si avvicinano.
Finalmente Ovada e l'orizzonte che diventa rosa, rosso, viola.
E iniziano le gallerie.
Metto i guanti che mi ha regalato la futura nuora e annuso l'odore della loro pelle, morbidissima, e mi godo ogni scricchiolio contro quella del volante.
Non voglio correre: troppi tutor e troppi imbecilli in giro. Ma ogni tanto mi accodo istantaneamente a qualche esaltato che dei limiti se ne frega per poi lasciarlo andare dopo avergli dato un brivido: non ne vale la pena.
In compenso la faccio gridare in galleria: c'è un punto tra i 3500 e i 4000 giri in cui emette lo stesso brontolio viscerale del leone, quello che ti scuote fino nelle ossa, e uso quello al posto dei fari.
Scalata, lieve pressione sull'acceleratore, rombo, respiro e l'auto davanti mette la freccia e si sposta...

Cerco di guidare BENE e mi godo ogni linea pennellata, ogni traiettoria pulita, ogni curvone in appoggio senza il minimo rollio o sbandamento, concentratissimo.
Curva dopo curva, galleria dopo galleria, cielo dopo cielo arriva il mare in un tripudio di rosa scarlatto che sfuma, in alto, in nuvole circondate da un chiarore lunare: bellissimo!
A Varazze faccio rifornimento: un buonissimo caffè doppio e Q8 100 ottani.
Il ragazzo del distributore ha gli occhi che luccicano e mi pulisce anche il lunotto...
Due chiacchere, si perde via mentre dietro altri suonano per avere la benzina. Riparto.
L'autostrada è bellissima e maledetta. Lo so perché la percorro da decenni e la conosco a memoria. Ma ti puoi divertire senza pestare solo sull'acceleratore, come sono capaci tutti. Mi concentro solo sul piacere della guida e sulla sua voce in galleria, e di gallerie ce ne sono tante.
Savona, Imperia, Andora, la meta si avvicina ma ogni viadotto, ogni discesa, ogni salita, ogni curvone me li godo staccandomi da qualsiasi pensiero che non sia il piacere di guidare. E lei, di questo piacere, ti riempie!

Arrivo.
Rapida discesa, quattro tornanti, un paio di scodate e stacco qualche petalo di Bouganville passando rasente a muri che mi ritornano la sua voce.
La via è buia, impestata di auto, non c'è un posto.
Apro il portone della discesa al garage, stretto come un budello, ripido come un salto. Ma non tocca. Toccava una monovolume...
Quattro manovre sul cemento, non saltella, mi contorco per uscire nel box stretto.
La Liguria è tutta costruita al risparmio...

In casa non c'è nulla, raccolgo la posta di un anno, apro e chiudo rubinetti, richiudo l'acqua e il gas, faccio foto della luce che, nonostante l'ora, illumina il mare all'orizzonte e della stellata. Respiro aria pulita e tiepida, l'odore del mare e di qualche fuoco lontano: legno d'olivo.

Ora di ripartire.
Mi sento stupido perché di nuovo non sto più nella pelle al pensiero dei 250 Km che mi aspettano.
Tornerò a Milano e in totale avrò percorso almeno 620 Km.
E di nuovo le gallerie, i curvoni, i viadotti, la strana luce cristallina, la sensazione che attorno a me non ci sia un'auto ma che io sia fuso con lei a correre a perdifiato senza fatica e senza peso.

Un brutto incidente prima di Imperia ci incolonna per qualche chilometro.
Un'auto della Polstrada traina un furgone in panne e mi affianca diverse volte a dieci all'ora. Pollice su. Ragazzi giovani.
Altre auto mi sfilano via e poi le risfilo: occhi e nasi di bambini attaccati ai vetri.
Una Porsche gialla targata MC morde il freno.
La coda finisce e scatta.
Mi accodo e la passo in scioltezza, poi rallento e mi faccio superare. Mi affianca e ci scambiamo un saluto. Se ne va via pian piano.
Aspettavo Varazze e i curvoni ed eccoli: combatto contro la forza centrifuga, lei caracolla ma non molla un millimetro, gli altri lontani, solo una A6 austriaca rossa tiene il passo e gioca con me fino al bivio per Milano...

Ritorna la pianura, ritorna la noia del dritto, finalmente Milano.
Il cambio è diventato un velluto, la frizione telepatica, mi accorgo che non ho mai acceso la radio o ascoltato la musica per tutto il tempo. A che pro? Lei bastava...
Vie, viali, controviali, il parcheggio.
La tessera non funziona, come al solito, va pulita.
Il guardiano esce dalla guardiola, se la sfrega sui pantaloni, la inserisce per me e mi chiede con un sorriso: "me la fa sentire? La mattina quando parte alle quattro riconosco il suo motore...". Rapida corsa al manettino per metterla in race e mi accorgo che c'era già...
Due sgasate e un sorriso da un orecchio all'altro.
Mentre scendo i piani mi domando come ho potuto dimenticare il momento in cui da D ho tolto i controlli, forse quando ho inseguito la Porsche, e come non ho più notato il giallo ed il resto...
Un brivido, una calda soddisfazione.

E finalmente casa.
Mario, ci prometti che se dimentichi ancora i rubinetti aperti, o non sei sicuro di averli chiusi, ci porti con te? CIAO
 
E niente...come ogni volta ci fai immergere in un mondo parallelo con i tuoi racconti, e senza nemmeno il bisogno di chiudere gli occhi, mentre leggevo mi sono sentito nel sedile accanto...
Secondo me i tuoi racconti sarebbero da raccogliere tutti assieme, farne un libro, ed inviarlo a qualche editore per la pubblicazione.
 
E niente...come ogni volta ci fai immergere in un mondo parallelo con i tuoi racconti, e senza nemmeno il bisogno di chiudere gli occhi, mentre leggevo mi sono sentito nel sedile accanto...
Secondo me i tuoi racconti sarebbero da raccogliere tutti assieme, farne un libro, ed inviarlo a qualche editore per la pubblicazione.
Ci stavo seriamente pensando...
Ma quando ho provato, anni fa, a raccogliere tutta una serie di novelle sulle esperienze della mia vita da contadino (sette anni) e le ho presentate a uno scrittore famoso, amico di famiglia che pubblicava regolarmente per Mondadori (adesso è passato a miglior vita), mi ha fatto capire che se lo voglio fare per me basta pagare un piccolo editore, sobbarcarmi le spese di stampa e magari vado anche alla pari.
Ma per la grande editoria novelle, racconti di guida etc. etc. non interessano....
Ma se anche solo riesco a farvi salire in macchina con me sono stracontento e mi basta!
:)
 
Ci stavo seriamente pensando...
Ma quando ho provato, anni fa, a raccogliere tutta una serie di novelle sulle esperienze della mia vita da contadino (sette anni) e le ho presentate a uno scrittore famoso, amico di famiglia che pubblicava regolarmente per Mondadori (adesso è passato a miglior vita), mi ha fatto capire che se lo voglio fare per me basta pagare un piccolo editore, sobbarcarmi le spese di stampa e magari vado anche alla pari.
Ma per la grande editoria novelle, racconti di guida etc. etc. non interessano....
Ma se anche solo riesco a farvi salire in macchina con me sono stracontento e mi basta!
:)

Dottò, lascia stare "l'editoria", tranne rare eccezioni tutta ormai ridotta a stampatori di pdf già pronti... Puoi agevolmente usare uno dei tanti PrintOnDemand, tipo Blurb, oppure la stessa Amazon...
Devi solo raccogliere i testi, dargli un minimo di impaginata, mettere delle belle foto... :) ed è fatta, chi vuole il libro, anche una sola copia, lo ordina, lo stampano e glielo spediscono, niente numero di copie minime o fesserie del genere.
 
  • Like
Reactions: MPP
X