Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio - 2.9 v6 510cv - MT6 - Rosso Alfa - 2016 - mi

Per una volta non so da dove cominciare.
Il giro sembrava maledetto dall'inizio: prima lo Stelvio chiuso sopra Bormio per una frana, poi il Bernina chiuso per una gara automobilistica in salita. Aprivano per poche ore e in quelle ore dovevamo intrufolarci.
Per lo Stelvio impossibile: aperto solo all'alba e al tramonto. Più facile sul Bernina.
Abbiamo risistemato il programma e siamo partiti. E chissenefrega dei contrattempi, è bello stare in compagnia, al resto si provvede.
E abbiamo avuto fortuna.
All'alba, con una nebbiolina a incorniciare il sole sorgente, ritrovo a Cesole e partenza per Goito, distributore con la 100 ottani. Rifornimento e colazione, tesi come balestre. Via verso Brescia, Marco si aggiunge a noi saettando da stradine laterali che solo lui conosce.
Una lenta carovana lungo il lago di Iseo, incolonnati spesso ma felici di sgasare nei tunnel dove le 4C perdevano ogni ritegno e soggezione verso le sorelle maggiori, trapanando i timpani.
Finalmente Edolo e poi su, verso l'Aprica. A tratti veloci, a tratti bloccati da incontri di pachidermi che si incrociavano su strade strette. Ma non importa. Giù verso Tirano e aperitivo davanti alla chiesa della Madonna. Bresaola doc e tavolata a guardare un matrimonio. Poi via, verso la frontiera per transitare dopo le undici e mezza.
Ce la facciamo, percorriamo l'aria rarefatta con un sole incredibile e il cielo come si vede da un jet. Prima del passo la partenza della gara, le strade addobbate e, al passo, una sfilata incredibile di auto d'epoca: Bugatti, Cobra (vera...) Ferrari 250 GTO, Maserati, umili Volvo e marchi blasonati. Una Stratos, diverse F1 anni '70. E tanta passione.
parcheggiamo "dopo" l'arrivo per poter scendere a valle quando vogliamo e ne approfittiamo per uno show nello show: il fotografo ufficiale immortala anche noi, le nostre bellezze. Tanti pollici in su, tanti appassionati. Bello!
Pane, salamella e cipolle, altri panini, bratwurst e si procede in allegria. Le facce al sole, a 2500 metri, tutti abbronzati.
Fa fresco ma non lo sentiamo. E finalmente si parte. Discesa rombando, veloci, determinati.
Arriviamo a Saint. Moritz ma è tardi, la tagliamo fuori. Proseguiamo per il passo del Gallo e il tunnel da 3.5 Km. Preparo i tappi di cera per le orecchie...
Guidiamo rilassati, la valle è bellissima. Arriviamo al tunnel un po' più rombanti e aspettiamo. L'ingresso mi ricorda la Divina Commedia, stretto, buio, misterioso.
Ma appena dentro le piccole si scatenano. Apro i finestrini e tolgo i tappi: troppo bello!
E prosegue anche fuori, sotto ai chilometri di gallerie anti-frana che portano a Livigno.
Breve sosta ad ammirare il lago artificiale, il silenzio e l'aria pulita. Poi Livigno, una fiera di gente, negozi, musiche che escono dai bar. Mai vista una cittadina di montagna così viva!
E ripartiamo: strada per il Foscagno, giù per Bormio in un crescendo di curve, tornanti, gomme calde e freni roventi.
Finalmente l'hotel.
Giusto il tempo di una rinfrescata e poi a mangiare in un fienile, sciat e pizzoccheri, bevendo sfursat e raccontando delle emozioni, delle strade, degli odori e sensazioni provate, con le parole che non riuscivano a stare dietro alle immagini del giorno, come in un film proiettato nella testa.
E il sonno ristoratore...

...segue...
 
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Per una volta non so da dove cominciare.
Il giro sembrava maledetto dall'inizio: prima lo Stelvio chiuso sopra Bormio per una frana, poi il Bernina chiuso per una gara automobilistica in salita. Aprivano per poche ore e in quelle ore dovevamo intrufolarci.
Per lo Stelvio impossibile: aperto solo all'alba e al tramonto. Più facile sul Bernina.
Abbiamo risistemato il programma e siamo partiti. E chissenefrega dei contrattempi, è bello stare in compagnia, al resto si provvede.
E abbiamo avuto fortuna.
All'alba, con una nebbiolina a incorniciare il sole sorgente, ritrovo a Cesole e partenza per Goito, distributore con la 100 ottani. Rifornimento e colazione, tesi come balestre. Via verso Brescia, Marco si aggiunge a noi saettando da stradine laterali che solo lui conosce.
Una lenta carovana lungo il lago di Iseo, incolonnati spesso ma felici di sgasare nei tunnel dove le 4C perdevano ogni ritegno e soggezione verso le sorelle maggiori, trapanando i timpani.
Finalmente Edolo e poi su, verso l'Aprica. A tratti veloci, a tratti bloccati da incontri di pachidermi che si incrociavano su strade strette. Ma non importa. Giù verso Tirano e aperitivo davanti alla chiesa della Madonna. Bresaola doc e tavolata a guardare un matrimonio. Poi via, verso la frontiera per transitare dopo le undici e mezza.
Ce la facciamo, percorriamo l'aria rarefatta con un sole incredibile e il cielo come si vede da un jet. Prima del passo la partenza della gara, le strade addobbate e, al passo, una sfilata incredibile di auto d'epoca: Bugatti, Cobra (vera...) Ferrari 250 GTO, Maserati, umili Volvo e marchi blasonati. Una Stratos, diverse F1 anni '70. E tanta passione.
parcheggiamo "dopo" l'arrivo per poter scendere a valle quando vogliamo e ne approfittiamo per uno show nello show: il fotografo ufficiale immortala anche noi, le nostre bellezze. Tanti pollici in su, tanti appassionati. Bello!
Pane, salamella e cipolle, altri panini, bratwurst e si procede in allegria. Le facce al sole, a 2500 metri, tutti abbronzati.
Fa fresco ma non lo sentiamo. E finalmente si parte. Discesa rombando, veloci, determinati.
Arriviamo a Saint. Moritz ma è tardi, la tagliamo fuori. Proseguiamo per il passo del Gallo e il tunnel da 3.5 Km. Preparo i tappi di cera per le orecchie...
Guidiamo rilassati, la valle è bellissima. Arriviamo al tunnel un po' più rombanti e aspettiamo. L'ingresso mi ricorda la Divina Commedia, stretto, buio, misterioso.
Ma appena dentro le piccole si scatenano. Apro i finestrini e tolgo i tappi: troppo bello!
E prosegue anche fuori, sotto ai chilometri di gallerie anti-frana che portano a Livigno.
Breve sosta ad ammirare il lago artificiale, il silenzio e l'aria pulita. Poi Livigno, una fiera di gente, negozi, musiche che escono dai bar. Mai vista una cittadina di montagna così viva!
E ripartiamo: strada per il Foscagno, giù per Bormio in un crescendo di curve, tornanti, gomme calde e freni roventi.
Finalmente l'hotel.
Giusto il tempo di una rinfrescata e poi a mangiare in un fienile, sciat e pizzoccheri, bevendo sfursat e raccontando delle emozioni, delle strade, degli odori e sensazioni provate, con le parole che non riuscivano a stare dietro alle immagini del giorno, come in un film proiettato nella testa.
E il sonno ristoratore...

...segue...
E come essere li....stupendo....
 
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...segue...

La mattina di Domenica si prevedeva pioggia. Ci siamo alzati senza grandi speranze ma i lucernari davanti alla finestra mostravano solo poche gocce.
In compenso la vallata era surreale: trasparenza totale sotto un cielo grigio con strati di nuvole a diverse altezze. Avresti potuto vedere le antenne di un grillo sulla montagna opposta da tanto l'aria era tersa ma tutto appariva sfumato in grigio e le nuvole coprivano il cielo a patchwork, strato dopo strato, paffute e bianche come bambagia.
Colazione pantagruelica, foto di rito e via, verso Livigno.
Questa volta guidavo io il gruppo. Passati i Bagni Nuovi, passato l'orrido in cima al quale troneggia Cancano, via verso Premadio e il Foscagno. Trepalle, benzina in comitiva, macchie rosse e colorate su colline che comparivano e scomparivano tra le nuvole, doganieri sorridenti e discesa al paese.
E di nuovo il tunnel, più drammatico nel grigio-verde dell'inverno, affrontato come si ritrova un amico. Gas aperti, tuoni e lampi. Uscita...
Ma questa volta si gira a destra, verso Santa Maria e l'Umbrailpass.
Una strada in salita, bella, tortuosa, pericolosamente umida. Ma niente pioggia.
lavori in corso, 4C a lumaca con le mani davanti agli occhi per non vedere le buche e lo sterrato. Poi via, a rombare fino al paese.
E il passo.
Inizia in sordina, con una svolta a destra che non ti aspetti, tra le case, un asfalto stretto e ripido che sembra ti porti solo a una baita tra tante.
Ma prosegue e prosegue e prosegue tra pini scuri e cielo grigio.
La strada si fa sempre più tortuosa ma liscia come un biliardo. Stretta. I pini si diradano, la valle si restringe attorno ad un torrentello e al nastro di asfalto che si snoda sempre più su, sempre più su.
Ciclisti, motociclisti e qualche auto.
Marmotte e stambecchi protestano per il rumore, il paesaggio è ovattato, compare e scompare tra le nuvole.
Fine degli alberi, la strada sembra finire nel nulla, metro dopo metro.
Arriva un pianoro e la IV Cantoniera.
Da li allo Stelvio pochi tornanti in un'aria fredda e profumata, rarefatta.
Guido con i finestrini aperti, mi guarisco i polmoni.
E finalmente lo Stelvio.
I ghiacciai che ricordavo si sono ritirati, il passo è attraversato da vento e nuvole. In un momento di magia tutte le montagne si svelano fino ai confini del mondo.
Il parcheggio è pieno di sciatori e pullmini, parcheggio sotto la 300.000 e non riesco a inserire l'allarme, scatta sempre.
Ci troviamo alla spicciolata, foto per chi non è potuto venire, drone a riprendere dall'alto e poi polenta, salsiccia, wurstel, funghi, formaggio e di nuovo risate e ricordi come fosse passato un anno. Ma erano solo ieri e oggi.

Si deve tornare. Ultimo capitolo la discesa a Trafoi. Sparati, veloci, concentrati. Sono in coda e due massi cadono sulla strada appena passato. Non era destino.

E infine il ritorno a Merano e via verso casa. Soste che si vorrebbe preludessero a una nuova avventura ma che preludono al ritorno.
Saluti e abbracci al casello.
Poche parole.
Tanti ricordi stipati nella testa da rivivere. E li rivivo ancora oggi.

Grazie!!!
 
...segue...

La mattina di Domenica si prevedeva pioggia. Ci siamo alzati senza grandi speranze ma i lucernari davanti alla finestra mostravano solo poche gocce.
In compenso la vallata era surreale: trasparenza totale sotto un cielo grigio con strati di nuvole a diverse altezze. Avresti potuto vedere le antenne di un grillo sulla montagna opposta da tanto l'aria era tersa ma tutto appariva sfumato in grigio e le nuvole coprivano il cielo a patchwork, strato dopo strato, paffute e bianche come bambagia.
Colazione pantagruelica, foto di rito e via, verso Livigno.
Questa volta guidavo io il gruppo. Passati i Bagni Nuovi, passato l'orrido in cima al quale troneggia Cancano, via verso Premadio e il Foscagno. Trepalle, benzina in comitiva, macchie rosse e colorate su colline che comparivano e scomparivano tra le nuvole, doganieri sorridenti e discesa al paese.
E di nuovo il tunnel, più drammatico nel grigio-verde dell'inverno, affrontato come si ritrova un amico. Gas aperti, tuoni e lampi. Uscita...
Ma questa volta si gira a destra, verso Santa Maria e l'Umbrailpass.
Una strada in salita, bella, tortuosa, pericolosamente umida. Ma niente pioggia.
lavori in corso, 4C a lumaca con le mani davanti agli occhi per non vedere le buche e lo sterrato. Poi via, a rombare fino al paese.
E il passo.
Inizia in sordina, con una svolta a destra che non ti aspetti, tra le case, un asfalto stretto e ripido che sembra ti porti solo a una baita tra tante.
Ma prosegue e prosegue e prosegue tra pini scuri e cielo grigio.
La strada si fa sempre più tortuosa ma liscia come un biliardo. Stretta. I pini si diradano, la valle si restringe attorno ad un torrentello e al nastro di asfalto che si snoda sempre più su, sempre più su.
Ciclisti, motociclisti e qualche auto.
Marmotte e stambecchi protestano per il rumore, il paesaggio è ovattato, compare e scompare tra le nuvole.
Fine degli alberi, la strada sembra finire nel nulla, metro dopo metro.
Arriva un pianoro e la IV Cantoniera.
Da li allo Stelvio pochi tornanti in un'aria fredda e profumata, rarefatta.
Guido con i finestrini aperti, mi guarisco i polmoni.
E finalmente lo Stelvio.
I ghiacciai che ricordavo si sono ritirati, il passo è attraversato da vento e nuvole. In un momento di magia tutte le montagne si svelano fino ai confini del mondo.
Il parcheggio è pieno di sciatori e pullmini, parcheggio sotto la 300.000 e non riesco a inserire l'allarme, scatta sempre.
Ci troviamo alla spicciolata, foto per chi non è potuto venire, drone a riprendere dall'alto e poi polenta, salsiccia, wurstel, funghi, formaggio e di nuovo risate e ricordi come fosse passato un anno. Ma erano solo ieri e oggi.

Si deve tornare. Ultimo capitolo la discesa a Trafoi. Sparati, veloci, concentrati. Sono in coda e due massi cadono sulla strada appena passato. Non era destino.

E infine il ritorno a Merano e via verso casa. Soste che si vorrebbe preludessero a una nuova avventura ma che preludono al ritorno.
Saluti e abbracci al casello.
Poche parole.
Tanti ricordi stipati nella testa da rivivere. E li rivivo ancora oggi.

Grazie!!!
Bellissimo racconto, Mario! Come dice Misano, sembra di essere tutti lì con te..:D
Io il Bernina l’ho fatto col trenino..:p
 
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[emoji7] che bello leggere i tuoi racconti
 
Tralicci a scavallo del passo, 300 KV, generano campi elettromagnetici incredibili!
:)

Errata corrige: "solo" 220 KV...
:D
 
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