Possono raccontarla come vogliono, la verità invece è un'altra, l'esempio della Northvolt nata dal 2016 con la grande ambizione di essere il punto di riferimento europeo per la produzione di celle per batterie per auto elettriche, in diretta concorrenza con quelle cinesi Catl e Byd, Northvolt a marzo 2025 si scontra con la dura realtà della crisi dell'auto elettrica, dichiarando fallimento !!
Fra gli azionisti ci sono alcuni di peso: Volkswagen (21%), Goldmansachs (19%) e Fondaco (società di gestione del risparmio italiana partecipata da Compagnia di San Paolo) che con 13 miliardi di capitale aveva contribuito; nell'azionariato c'è anche il fondo Blackrock.
Ora capite perchè hanno spinto così tanto l'elettrico... compresa la data 2035 !
Questa è una storia che conosco abbastanza bene, e su Northvolt io ho sempre avuto dubbi.
Certo nel 2024 l'appiattimento del mercato delle auto elettriche in alcuni paesi Europei ha completamente modificato lo scenario.
Ma da sempre ci sono stati significativi problemi manageriali e industriali all'interno dell'azienda, oltre che a problemi di liquidità
La produzione non è mai veramente decollata, rimanendo peraltro dipendente da macchinari e tecnici cinesi.
Tutto appariva molto improvvisato.
Infine BMW che ha cancellato un contratto di fornitura dal valore di oltre 2 miliardi di dollari.
Per chi non lo sapesse, il signor Peter Carlsson (fondatore di Northvolt) ha cercato di prendere per i fondelli anche una compagine Italiana: voleva creare Italvolt in Piemonte.
Senza soldi (alla ricerca di investitori disattenti o tutto a debito), senza un centro ricerche (in un momento in cui la tecnologia evolve alla velocità della luce) e senza un accordo con alcuna casa automobilistica.
E aveva promesso 1.000 posti di lavoro....
Direi di non usare Northvolt come esempio per nessuna tesi.
Se non una tesi di laurea su un fallimento annunciato.