Auto Elettrica: opinioni, confronti e novità del settore green

La prima parte è assolutamente condivisibile.
Il valore dell'auto elettrica c'è nella misura in cui la generazione dell'energia elettrica deriva da fonti rinnovabili (in Italia siamo quasi al 45%).
Rimane il vantaggio dell'assenza di emissioni locali (che in aree come quelle di Torino aiuterebbe molto).

La seconda analisi sulla Norvegia è malposta.
Vero è che non si sta riducendo l'uso del petrolio, ma da loro l'uso dell'auto pesa pochissimo.
Le principali cause dell'uso di petrolio in Norvegia sono:
- Industria petrolifera (petrolio che per lo più vendono) e offshore (serve tanta energia);
- Trasporti pesanti e marittimi;
- Industria manifatturiera e mineraria;
- Riscaldamento residenziale (in calo);
- Uso governativo e militare.
La prima parte è assolutamente condivisibile.
Il valore dell'auto elettrica c'è nella misura in cui la generazione dell'energia elettrica deriva da fonti rinnovabili (in Italia siamo quasi al 45%).
Rimane il vantaggio dell'assenza di emissioni locali (che in aree come quelle di Torino aiuterebbe molto).

Ecco perché il senso delle elettriche è solo per uso cittadino. Per tutto il resto non servono a nulla
 
La prima parte è assolutamente condivisibile.
Il valore dell'auto elettrica c'è nella misura in cui la generazione dell'energia elettrica deriva da fonti rinnovabili (in Italia siamo quasi al 45%).
Rimane il vantaggio dell'assenza di emissioni locali (che in aree come quelle di Torino aiuterebbe molto).

La seconda analisi sulla Norvegia è malposta.
Vero è che non si sta riducendo l'uso del petrolio, ma da loro l'uso dell'auto pesa pochissimo.
Le principali cause dell'uso di petrolio in Norvegia sono:
- Industria petrolifera (petrolio che per lo più vendono) e offshore (serve tanta energia);
- Trasporti pesanti e marittimi;
- Industria manifatturiera e mineraria;
- Riscaldamento residenziale (in calo);
- Uso governativo e militare.
Ma è proprio questo il punto, ha senso spendere miliardi di € di soldi pubblici per incentivare un sistema che all'atto pratico incide pochissimo sulla riduzione dell'inquinamento?
Poi sicuramente la Norvegia è un caso particolare e bisogna avere cautela nel paragonarlo ad altre realtà, però è un caso studio reale molto concreto che qualche spunto per ragionare lo dà.
Ad esempio: dal 2010 al 2022 la Norvegia ha immatricolato 550.000 BEV, ma in parallelo le auto termiche sono calate solo di 32.630 unità, significa che la stragrande maggioranza delle BEV sono seconde auto.
Quindi mi chiedo: se in un paese ricco, dove l'energia elettrica costa poco ed è prodotta al 90% da fonti rinnovabili (idroelettrico), dove le infrastrutture di ricarica sono diffuse ed efficienti, nonostante la forte diffusione di BEV non cambia nulla in termini di consumo di idrocarburi, e la gente in sostanza si tiene ben stretta l'auto termica a cui delega la maggior parte delle percorrenze...ha senso spendere miliardi di soldi pubblici in tutto questo? Secondo me no, e credo che qualche domanda in merito se la stia proponendo anche la Norvegia stessa, visto che di recente è stata annunciata una progressiva riduzione dei benefici fiscali alle BEV.
Per contro si può anche valutare che l'utilizzo solo in ambito urbano delle BEV porti indiscussi benefici sulla qualità locale dell'aria, però allora bisogna essere consapevoli che è un sistema integrativo dell'endotermico e non alternativo...con tutti i dubbi del caso sul 2035.
 
Ma è proprio questo il punto, ha senso spendere miliardi di € di soldi pubblici per incentivare un sistema che all'atto pratico incide pochissimo sulla riduzione dell'inquinamento?
Poi sicuramente la Norvegia è un caso particolare e bisogna avere cautela nel paragonarlo ad altre realtà, però è un caso studio reale molto concreto che qualche spunto per ragionare lo dà.
Ad esempio: dal 2010 al 2022 la Norvegia ha immatricolato 550.000 BEV, ma in parallelo le auto termiche sono calate solo di 32.630 unità, significa che la stragrande maggioranza delle BEV sono seconde auto.
Quindi mi chiedo: se in un paese ricco, dove l'energia elettrica costa poco ed è prodotta al 90% da fonti rinnovabili (idroelettrico), dove le infrastrutture di ricarica sono diffuse ed efficienti, nonostante la forte diffusione di BEV non cambia nulla in termini di consumo di idrocarburi, e la gente in sostanza si tiene ben stretta l'auto termica a cui delega la maggior parte delle percorrenze...ha senso spendere miliardi di soldi pubblici in tutto questo? Secondo me no, e credo che qualche domanda in merito se la stia proponendo anche la Norvegia stessa, visto che di recente è stata annunciata una progressiva riduzione dei benefici fiscali alle BEV.
Per contro si può anche valutare che l'utilizzo solo in ambito urbano delle BEV porti indiscussi benefici sulla qualità locale dell'aria, però allora bisogna essere consapevoli che è un sistema integrativo dell'endotermico e non alternativo...con tutti i dubbi del caso sul 2035.
Anche perché spendere miliardi di soldi pubblici in infrastrutture significa comunque inquinare. Si riuscirà poi ad azzerare l’inquinamento prodotto?
 
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Anche perché spendere miliardi di soldi pubblici in infrastrutture significa comunque inquinare. Si riuscirà poi ad azzerare l’inquinamento prodotto?
Certo, in 50 anni...forse ;)
 
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Erroneamente si cita sempre il rendimento del solo motore elettrico, ignorando il fatto che esso non è in grado di produrre l'energia che consuma, a differenza del motore termico.
rendimento del motore termico che in inverno aumenta visto che il calore ch produce viene reindirizzato nel riscaldamento dell'abitacolo.
 
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Poi sicuramente la Norvegia è un caso particolare e bisogna avere cautela nel paragonarlo ad altre realtà, però è un caso studio reale molto concreto che qualche spunto per ragionare lo dà.
Ad esempio: dal 2010 al 2022 la Norvegia ha immatricolato 550.000 BEV, ma in parallelo le auto termiche sono calate solo di 32.630 unità, significa che la stragrande maggioranza delle BEV sono seconde auto.
Quindi mi chiedo: se in un paese ricco, dove l'energia elettrica costa poco ed è prodotta al 90% da fonti rinnovabili (idroelettrico), dove le infrastrutture di ricarica sono diffuse ed efficienti, nonostante la forte diffusione di BEV non cambia nulla in termini di consumo di idrocarburi, e la gente in sostanza si tiene ben stretta l'auto termica a cui delega la maggior parte delle percorrenze...ha senso spendere miliardi di soldi pubblici in tutto questo?

A parte che in Norvegia le elettriche e le plug-in coprono quasi il 40% del circolante, tieni presente che la Norvegia è grande e in gran parte poco abitata. In certe aree l'energia elettrica non arriva proprio, e certo li le elettriche non le vendi.
In relazione al costo dell'energia, con la Norvegia avete proprio trovato il caso sbagliato sul quale ragionare.
Infatti pur avendo quasi il 90% di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, il prezzo in Norvegia è alto e incredibilmente non cala (anzi è aumentato).
E' un caso molto curioso, dove dicono che le ragioni sono:

1. Esportazioni e interconnessioni europee: La Norvegia è fortemente integrata nel mercato elettrico europeo tramite cavi sottomarini con Regno Unito, Germania e Danimarca. Quando i prezzi in Europa salgono, l’elettricità norvegese viene esportata a prezzi più alti (la Norvegia ne esporta parecchia), trascinando verso l’alto anche i prezzi interni.
Questo meccanismo è stato oggetto di dibattito politico, con proposte di limitare le esportazioni per proteggere i consumatori norvegesi.

2. Dipendenza dall’idroelettrico e variabilità climatica: Oltre il 90% dell’elettricità norvegese proviene da centrali idroelettriche. In anni con scarsa piovosità o nevicate ridotte, i bacini idrici si svuotano e la produzione cala, facendo salire i prezzi.

3. Politiche e tasse nazionali: Le tasse sull’elettricità in Norvegia sono tra le più alte d’Europa, specialmente per le famiglie.

4. Volatilità del mercato europeo: La Norvegia è esposta alle fluttuazioni del mercato elettrico europeo, inclusi i prezzi del gas e del carbonio. Di conseguenza gli eventi geopolitici (come tensioni in Ucraina o nel Medio Oriente) influenzano indirettamente anche il mercato norvegese.
 
Ma è proprio questo il punto, ha senso spendere miliardi di € di soldi pubblici per incentivare un sistema che all'atto pratico incide pochissimo sulla riduzione dell'inquinamento?
Questo non lo so.
Sicuramente se si agisce solo sull'auto, aiuta ma (a mio parere) non si arriva da nessuna parte e si sprecano risorse finanziarie.
Deve essere un approccio a tutto tondo su elettrificazione del trasporto, dell'industria, del riscaldamento e della generazione dell'energia.
 
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Per contro si può anche valutare che l'utilizzo solo in ambito urbano delle BEV porti indiscussi benefici sulla qualità locale dell'aria, però allora bisogna essere consapevoli che è un sistema integrativo dell'endotermico e non alternativo...con tutti i dubbi del caso sul 2035.
Vero, ma va considerato che con questo (corretto) approccio alle elettriche relegate all'ambito urbano, si crea la necessità per una famiglia o anche per un single, di avere 2 auto. Quindi, come mi diceva un architetto mio cliente in merito agli immobili con soluzioni avanzate per il risparmio energetico, queste politiche green si dimostrano sempre non adatte a chi ha redditi bassi.