Confronto con la concorrenza

il costo è relativo a qll che compri è ovvio che 50 non sono come 50k.... ciò che è importante sottolineare è che tu buona parte di quei 50 o 50k li paghi per il marchio e più è prestigioso il marchio e più il costo effettivo sarà ridotto rispetto a qnt ti esce dal portafogli... come ho già detto da anni paghiamo brand che senza il nome non compreremmo perché made in china o Taiwan o Malaysia.... a meno di non pagarli molto meno
 
Giulia in caduta libera.... che peccato
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Senza prendere in considerazione fattori morali vari e al di là del fatto che anche io storcerei un bel po' il naso davanti ad un'Alfa assemblata in Cina, come anche per la Volvo del resto, comunque non vuol per forza dire che la Giulia assemblata a Cassino è per forza meglio della Volvo assemblata in Cina piuttosto che della Mercedes assemblata in Sudafrica...
Prima di tutto bisogna considerare la provenienza dei componenti, se assemblo in Cina una Volvo con la maggior parte dei componenti europei, probabilmente sarà meglio di una DR assemblata in Italia con componenti cinesi.
Il fatto che gli assemblaggi possano essere più o meno precisi dipende dalle tolleranze e dal QC, se tolleranza e controlli qualità applicati in Sudafrica sono meno severi di quelli applicati in Cina allora probabilmente avremmo assemblaggi più precisi sulla Volvo che sulla Classe C.
Si pagano tante cose, la progettazione, i materiali, la tecnologia a bordo... Sulla Giulia probabilmente si paga più "hardware" inteso come materiali, meccanica, sostanza insomma... sulle Audi magari si paga più "software", shermetti, amenità tecnologiche varie ecc.. poi sta al cliente stabilire cosa per lui vale più la pena di pagare. A questo punto il software che sia caricato in Italia, Germania o Cina poco cambia, quello rimane.

Il Made in Italy poi bisogna capire quanto è rimasto tale. Nel settore della moda per esempio ormai i tessuti e le materie prime arrivano comunque dalla Cina, magari in Italia sul capo vengono solo applicati i bottoni per farlo diventare Made in Italy, ma in realtà so per certo che, anche per marchi famosi, arrivano capi finiti direttamente dalla Cina, senza etichette. Poi avviene una cernita quelli perfetti vanno da una parte, ci si applica il brand e l'etichetta Made in italy e magari finiscono nelle boutique, quelli con qualche difetto anche piccolo finiscono sulle bancarelle del mercato con l'etichetta Made in China e vengono considerati "imitazioni"

Allo stesso modo magari stessi prodotti di varie marche arrivano tutti dallo stesso stabilimento cinese, poi già nello stesso stabilimento vengono applicati a diversi lotti criteri diversi di controlli di qualità, e vanno poi sul mercato con marchi diversi più o meno costosi o più o meno economici a seconda dei controlli eseguiti.

Altra cosa ancora più deleteria per il Made in Italy è che ormai i Cinesi producono direttamente in Italia senza però osservare le nostre regole, ed evidentemente a nessuno interessa perchè non si fanno controlli in merito e ci si indigna se poi prende fuoco un capannone pieno di Cinesi che lavoravano in condizioni di semischiavitù...
 
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Senza prendere in considerazione fattori morali vari e al di là del fatto che anche io storcerei un bel po' il naso davanti ad un'Alfa assemblata in Cina, come anche per la Volvo del resto, comunque non vuol per forza dire che la Giulia assemblata a Cassino è per forza meglio della Volvo assemblata in Cina piuttosto che della Mercedes assemblata in Sudafrica...

Altra cosa ancora più deleteria per il Made in Italy è che ormai i Cinesi producono direttamente in Italia senza però osservare le nostre regole, ed evidentemente a nessuno interessa perchè non si fanno controlli in merito e ci si indigna se poi prende fuoco un capannone pieno di Cinesi che lavoravano in condizioni di semischiavitù...

Il discorso è semplice: se vuoi vendere in un paese, colà devi produrre (Celeste Impero, su questo si, docet) e magari pagarci le tasse perchè, per le semplicissima e intuibilissima teoria dei vasi comunicanti, ciò che esce dal vaso 1 sotto forma di stipendi andando nel vaso 2 rientra (semplificando ed all'interno di una economia chiusa o semi aperta) sotto forma di acquisti. Punto. Delocalizzando spezzi il ciclo. Questo in soldoni. Non sono teorie astruse ma ci sono studi approfonditi a riguardo che è facilissimo trovare, studiando magari qualche compendio di Economia. I risultati li abbiamo davanti agli occhi ogni giorno purtroppo ma questa indifferenza che ogni tanto traspare da certi commenti rispetto a certe dinamiche attuali è sconcertante (non riferito a te ovviamente).
 
A quale mese è riferito il dato delle vendite? La Serie3 (modello F30) l’hanno svenduta con oltre 30% di sconto ed i dati di vendita hanno tenuto nonostante tutto.
 
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Credo che, in tutto questo, si debba anche tener conto delle mutate preferenze della clientela.
Se sto attento a quante Giulia incontro per strada rispetto alle Stelvio il rapporto è 2 a 6....tre volte tanto di SUV!!
Questo dato me lo conferma un mio collega, che si occupa anche di noleggio auto: le aziende che decidono di noleggiare sono quasi tutte passate ai SUV direttamente dalle Station.....
La moda fa la sua parte.
 
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Senza prendere in considerazione fattori morali vari e al di là del fatto che anche io storcerei un bel po' il naso davanti ad un'Alfa assemblata in Cina, come anche per la Volvo del resto, comunque non vuol per forza dire che la Giulia assemblata a Cassino è per forza meglio della Volvo assemblata in Cina piuttosto che della Mercedes assemblata in Sudafrica...
Prima di tutto bisogna considerare la provenienza dei componenti, se assemblo in Cina una Volvo con la maggior parte dei componenti europei, probabilmente sarà meglio di una DR assemblata in Italia con componenti cinesi.
Il fatto che gli assemblaggi possano essere più o meno precisi dipende dalle tolleranze e dal QC, se tolleranza e controlli qualità applicati in Sudafrica sono meno severi di quelli applicati in Cina allora probabilmente avremmo assemblaggi più precisi sulla Volvo che sulla Classe C.
Si pagano tante cose, la progettazione, i materiali, la tecnologia a bordo... Sulla Giulia probabilmente si paga più "hardware" inteso come materiali, meccanica, sostanza insomma... sulle Audi magari si paga più "software", shermetti, amenità tecnologiche varie ecc.. poi sta al cliente stabilire cosa per lui vale più la pena di pagare. A questo punto il software che sia caricato in Italia, Germania o Cina poco cambia, quello rimane.

Il Made in Italy poi bisogna capire quanto è rimasto tale. Nel settore della moda per esempio ormai i tessuti e le materie prime arrivano comunque dalla Cina, magari in Italia sul capo vengono solo applicati i bottoni per farlo diventare Made in Italy, ma in realtà so per certo che, anche per marchi famosi, arrivano capi finiti direttamente dalla Cina, senza etichette. Poi avviene una cernita quelli perfetti vanno da una parte, ci si applica il brand e l'etichetta Made in italy e magari finiscono nelle boutique, quelli con qualche difetto anche piccolo finiscono sulle bancarelle del mercato con l'etichetta Made in China e vengono considerati "imitazioni"

Allo stesso modo magari stessi prodotti di varie marche arrivano tutti dallo stesso stabilimento cinese, poi già nello stesso stabilimento vengono applicati a diversi lotti criteri diversi di controlli di qualità, e vanno poi sul mercato con marchi diversi più o meno costosi o più o meno economici a seconda dei controlli eseguiti.

Altra cosa ancora più deleteria per il Made in Italy è che ormai i Cinesi producono direttamente in Italia senza però osservare le nostre regole, ed evidentemente a nessuno interessa perchè non si fanno controlli in merito e ci si indigna se poi prende fuoco un capannone pieno di Cinesi che lavoravano in condizioni di semischiavitù...
Sono d’accordo su molto di quello che scrivi, una cosa vorrei però puntualizzare: è vero che una parte della componentistica può arrivare da fuori anche se si delocalizza, ma spesso nei dintorni di uno stabilimento di autovetture (vale anche per altre realtà ovviamente) si impiantano nuove aziende di componenti. Per cui tornando all’esempio della S90, certamente alcune parti arriveranno da dove venivano prodotte prima, ma buona parte delle componenti verrà prodotta sul posto, magari dalla stessa azienda che li produceva in Europa che avrà aperto una filiale sul posto. Ciò succede(-va) anche in Italia, Denso e Continental non sono affatto italiane ma i loro stabilimenti qui da noi hanno un senso logico finché qualcuno produrrà ancora qui, altrimenti tutti a casa anche da loro.
Con questo non dico che bisogna accettare dei prodotti di qualità inferiore soltanto per mantenere le nostre produzioni, ma a parità di costi e qualità la mia scelta è chiara.
Riguardo la qualità: non è una regola, i Q5 prodotti in Germania erano qualitativamente migliori di quelli “messicani” prodotti oggi (a proposito, notizia positiva che FCA sposterà il Compass dal Messico all’Italia)

Il discorso è semplice: se vuoi vendere in un paese, colà devi produrre (Celeste Impero, su questo si, docet) e magari pagarci le tasse perchè, per le semplicissima e intuibilissima teoria dei vasi comunicanti, ciò che esce dal vaso 1 sotto forma di stipendi andando nel vaso 2 rientra (semplificando ed all'interno di una economia chiusa o semi aperta) sotto forma di acquisti. Punto. Delocalizzando spezzi il ciclo. Questo in soldoni. Non sono teorie astruse ma ci sono studi approfonditi a riguardo che è facilissimo trovare, studiando magari qualche compendio di Economia. I risultati li abbiamo davanti agli occhi ogni giorno purtroppo ma questa indifferenza che ogni tanto traspare da certi commenti rispetto a certe dinamiche attuali è sconcertante (non riferito a te ovviamente).
Sono d’accordo anche con te, non comprendo tanta indifferenza anche se forse è più rassegnazione: stiamo tagliando il ramo su cui siamo seduti, ma se qualcuno se ne preoccupa rischia di passare per “idealista” quando invece si tratta di pura logica. Tutti i “vasi” non possono continuare a confluire su uno soltanto senza conseguenze, perdere il lavoro è solo un singolo aspetto di ciò che può accadere, forse neanche il peggiore.

Credo che, in tutto questo, si debba anche tener conto delle mutate preferenze della clientela.
Se sto attento a quante Giulia incontro per strada rispetto alle Stelvio il rapporto è 2 a 6....tre volte tanto di SUV!!
Questo dato me lo conferma un mio collega, che si occupa anche di noleggio auto: le aziende che decidono di noleggiare sono quasi tutte passate ai SUV direttamente dalle Station.....
La moda fa la sua parte.
Probabilmente Marchionne ci aveva visto lungo. Non comprendo però con questo neo-ambientalismo imperante sia così accettato dal mercato l’utilizzo di auto con un CX così basso, addirittura a trazione elettrica dove risparmiare energia è fondamentale

Giulia in caduta libera.... che peccatoVisualizza allegato 184027
Purtroppo sì, ma se Stelvio continua a tenere è segno che molti avrebbero preso una Giulia SW. Ancora oggi è una macchina che piace, lo si vede a tutti gli attraversamenti pedonali;)
Peccato in generale per tutte le berline sportive, infatti tra l’altro pure Mitsubishi cancellerà la sua iconica Lancer EVO: fine di un’epoca, speriamo resista la Subaru con Impreza