Il trucco è far affondare bene i denti sulle pulegge del motore e dell'albero a camme, per questo bisogna montarle avendo cura di affondarle bene a mano nelle pulegge e poi portare il tendicinghia al punto di tensione ideale, riconoscibile dall'indicatore e quindi far fare a mano un paio di giri completi del motore tornando alla posizione di riferimento delle pulegge.
Se si sbaglia e si lasciano i denti della cinghia fuori dai rispettivi incavi delle pulegge c'è il rischio di scavallare.
Poi si ricontrolla la tensione del tendicinghia e si ricontrolla attentamente che i mark sulle pulegge corrispondano.
Se si usa, oltre le dime, anche il pennarello per segnare dei riferimenti eventuali scavallamenti diventano anche più evidenti.
L'attenzione deve essere posta soprattutto al fatto che il tratto da mettere in tensione, affondando bene i denti mentre si monta la cinghia, deve essere quello che và dalla puleggia albero motore a quella dell'albero a camme, mentre non è così importante che siano ben tesi i tratti che coinvolgono la pompa, il tendicinghia ed i vari rollini, che successivamnte verranno comunque facilmente messi in tensione proprio dal tendicinghia.
In ogni caso se i denti della cinghia sono ben affondati nelle pulegge è molto improbabile che la cinghia scavalli nei due giri di assestamento.
Cambiare la cinghia di distribuzione non è un lavoro difficile occorrono le dime ed il metodo (che è sempre lo stesso da quando hanno inventato le cinghie dentate) e soprattutto la pazienza.
Durante l'intervento delL'ultima cinghia di distribuzione che ho fatto sostituire,su un 2.2 mjt, il meccanico ha preferito usare solo la dima albero motore, ma si è dedicato con molta molta attenzione a segnare le pulegge ed a posizionare con cura i denti della cinghia.
Inutile dire che malgrado non abbia bloccato l'albero a camme il lavoro è comunque stato perfetto. Peraltro mentre montava la cinghia mi ha fatto vedere come la puleggia dell'albero a camme si muovesse mentre lui posizionava la cinghia e tendeva il tendicinghia (quindi sarebbe stato meglio bloccarla con la dima ndr), ma essendo davanti al nostro naso fosse facile ricontrollare che i denti fossero ben affondati alla fine del montaggio.
Ci vuole sempre uno pratico.
Se si sbaglia e si lasciano i denti della cinghia fuori dai rispettivi incavi delle pulegge c'è il rischio di scavallare.
Poi si ricontrolla la tensione del tendicinghia e si ricontrolla attentamente che i mark sulle pulegge corrispondano.
Se si usa, oltre le dime, anche il pennarello per segnare dei riferimenti eventuali scavallamenti diventano anche più evidenti.
L'attenzione deve essere posta soprattutto al fatto che il tratto da mettere in tensione, affondando bene i denti mentre si monta la cinghia, deve essere quello che và dalla puleggia albero motore a quella dell'albero a camme, mentre non è così importante che siano ben tesi i tratti che coinvolgono la pompa, il tendicinghia ed i vari rollini, che successivamnte verranno comunque facilmente messi in tensione proprio dal tendicinghia.
In ogni caso se i denti della cinghia sono ben affondati nelle pulegge è molto improbabile che la cinghia scavalli nei due giri di assestamento.
Cambiare la cinghia di distribuzione non è un lavoro difficile occorrono le dime ed il metodo (che è sempre lo stesso da quando hanno inventato le cinghie dentate) e soprattutto la pazienza.
Durante l'intervento delL'ultima cinghia di distribuzione che ho fatto sostituire,su un 2.2 mjt, il meccanico ha preferito usare solo la dima albero motore, ma si è dedicato con molta molta attenzione a segnare le pulegge ed a posizionare con cura i denti della cinghia.
Inutile dire che malgrado non abbia bloccato l'albero a camme il lavoro è comunque stato perfetto. Peraltro mentre montava la cinghia mi ha fatto vedere come la puleggia dell'albero a camme si muovesse mentre lui posizionava la cinghia e tendeva il tendicinghia (quindi sarebbe stato meglio bloccarla con la dima ndr), ma essendo davanti al nostro naso fosse facile ricontrollare che i denti fossero ben affondati alla fine del montaggio.
Ci vuole sempre uno pratico.
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