L’automobile, con il caro-petrolio, sta diventando una questione di status. Il XVI rapporto Aci-Censis presentato a Roma racconta, attraverso l’Italia delle due e quattro ruote, i cambiamenti profondi che stanno attraversando il Paese. E che hanno fatto di macchine e moto una parte del patrimonio “immobile” degli italiani, sempre più acquistate e sempre meno sfruttate.
Tanto che lo studio stima in 3,5 miliardi di euro la spesa per il sottoutilizzo del parco circolante. E in futuro, ipotizzando un costo del carburante pari a 2,5 euro a litro, un lavoratore atipico su tre comincerebbe a usare meno l’auto.
Se consideriamo la possibilità di un forte incremento del costo della benzina vediamo che la macchina rischia di diventare un discriminante sociale.
I lavoratori indipendenti, infatti, si curerebbero poco del maggiore costo: appena il 22% ridurrebbe l’uso della propria auto. Percentuali che salgono se si parla di lavoratori dalla condizione più incerta e dal reddito percepito più basso. Il 36% di pensionati e studenti inizierebbe a servirsi dell’autobus e addirittura il 50% delle casalinghe lascerebbe più spesso a casa la propria vettura.
E non pensiamo che i trasporti pubblici possano rispondere adeguatamente alla maggiore domanda.
I continui rincari di benzina e gasolio incidono sulla mobilità degli italiani, che scelgono sempre più i mezzi pubblici per spostarsi in città.
Le scuole hanno chiuso i battenti, ma gli operatori del trasporto locale segnalano che a giugno non si sono registrati i tradizionali cali estivi nell’utilizzo di autobus e metropolitane.
Che i segnali di riduzione dell’uso dell’auto siano ormai indiscutibili, lo confermano anche le statistiche analizzate in tutte le città italiane, secondo cui l’automobile è sempre meno oggetto di massa: soltanto certe classi possono permettersela, così come è accaduto a un altro genere tipico di consumo di massa, l’istruzione di livello elevato.
Fonte Il Sole 24ore
E’ una vergogna che le Istituzioni pubbliche che dovrebbero tutelarci e proteggere da questi problemi, non stiano prendendo seri provvedimenti quali la significativa riduzione delle Accise.
Non vogliono capire che noi utilizziamo le autovetture per motivi di lavoro e non per fare le passeggiate del tempo libero.
Purtroppo viviamo in una società dove i problemi non si vogliono affrontare per risolverli ma si procede a scarica barili (i politici colpevolizzano i petrolieri ecc ecc) o a girare intorno ad essi con sterili provvedimenti (es. Robin hood tax), e intanto dagli addetti ai lavori si inizia a pronunciare una brutta parola: STAGFLAZIONE.
Brutta a pronunciare, un orribile neologismo sorto dal combinato disposto di due mali: la Stagnazione e l’Inflazione.
Essa indica la situazione nella quale sono contemporaneamente presenti un aumento dei prezzi (inflazione) e una mancanza di crescita dell’economia (stagnazione).
Poiché l’inflazione deriva dai costi e non dalla domanda, se le autorità monetarie (BCE) aumentano i tassi di interesse finiremo ben presto in questa valle di lacrime.
Come dobbiamo fare???? Come possiamo far capire a quei maledetti politici che stanno nella stanza dei bottoni che la vita quotidiana dei cittadini e diversa da quella che si legge sui giornali e si vede in televisione???????
Tanto che lo studio stima in 3,5 miliardi di euro la spesa per il sottoutilizzo del parco circolante. E in futuro, ipotizzando un costo del carburante pari a 2,5 euro a litro, un lavoratore atipico su tre comincerebbe a usare meno l’auto.
Se consideriamo la possibilità di un forte incremento del costo della benzina vediamo che la macchina rischia di diventare un discriminante sociale.
I lavoratori indipendenti, infatti, si curerebbero poco del maggiore costo: appena il 22% ridurrebbe l’uso della propria auto. Percentuali che salgono se si parla di lavoratori dalla condizione più incerta e dal reddito percepito più basso. Il 36% di pensionati e studenti inizierebbe a servirsi dell’autobus e addirittura il 50% delle casalinghe lascerebbe più spesso a casa la propria vettura.
E non pensiamo che i trasporti pubblici possano rispondere adeguatamente alla maggiore domanda.
I continui rincari di benzina e gasolio incidono sulla mobilità degli italiani, che scelgono sempre più i mezzi pubblici per spostarsi in città.
Le scuole hanno chiuso i battenti, ma gli operatori del trasporto locale segnalano che a giugno non si sono registrati i tradizionali cali estivi nell’utilizzo di autobus e metropolitane.
Che i segnali di riduzione dell’uso dell’auto siano ormai indiscutibili, lo confermano anche le statistiche analizzate in tutte le città italiane, secondo cui l’automobile è sempre meno oggetto di massa: soltanto certe classi possono permettersela, così come è accaduto a un altro genere tipico di consumo di massa, l’istruzione di livello elevato.
Fonte Il Sole 24ore
E’ una vergogna che le Istituzioni pubbliche che dovrebbero tutelarci e proteggere da questi problemi, non stiano prendendo seri provvedimenti quali la significativa riduzione delle Accise.
Non vogliono capire che noi utilizziamo le autovetture per motivi di lavoro e non per fare le passeggiate del tempo libero.
Purtroppo viviamo in una società dove i problemi non si vogliono affrontare per risolverli ma si procede a scarica barili (i politici colpevolizzano i petrolieri ecc ecc) o a girare intorno ad essi con sterili provvedimenti (es. Robin hood tax), e intanto dagli addetti ai lavori si inizia a pronunciare una brutta parola: STAGFLAZIONE.
Brutta a pronunciare, un orribile neologismo sorto dal combinato disposto di due mali: la Stagnazione e l’Inflazione.
Essa indica la situazione nella quale sono contemporaneamente presenti un aumento dei prezzi (inflazione) e una mancanza di crescita dell’economia (stagnazione).
Poiché l’inflazione deriva dai costi e non dalla domanda, se le autorità monetarie (BCE) aumentano i tassi di interesse finiremo ben presto in questa valle di lacrime.
Come dobbiamo fare???? Come possiamo far capire a quei maledetti politici che stanno nella stanza dei bottoni che la vita quotidiana dei cittadini e diversa da quella che si legge sui giornali e si vede in televisione???????