L'Alfa Romeo e l'Esercito Italiano

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AUDACE

Alfista Intermedio
20 Marzo 2008
3,393
68
49
BG
Regione
Lombardia
Alfa
GT
Motore
1300 Junior (1967)
Ndr. Si tenga presente che alcuni di questi esemplari negli anni vennero consegnati all'Arma dei Carabinieri - prima Arma dell'Esercito Italiano fino alla riforma che la facesse divenire quarta Forza Armata.

L'Alfa Romeo incominciò la costruzione di autocarri nel 1931 in seguito ad accordi commerciali stipulati nel 1929 con Deutz e Busssig-Nag
il primo camion Alfa fu il Bussing 50,autocarro a 2 assi dotato di un motore deisel a 6 cilindri da 85CV. Dopo breve tempo inizio la produzione di un modello a 3 assi, l'80 con motore diesel da 110CV. Nel 1934 vennero lanciati due nuovi modelli equipaggiati con un motre diesel 6 cilindri da 11530cc e potenza di 125CV. Questi mezzi erano caratterizzati da un cofano molto lungo e squadrato con un notevole sbalzo rispetto all'asse anteriore.
Nel 1935 Alfa cerca di far fronte allo stato di crisi che si registrava nel paese lanciando un nuovo modello di media portata, il 350 con motore 6 cilindri da 6100cc e 85CV.
Nel 1937 viene invece lanciato il 500, veicolo largamente diffuso nelle colonie italiane; questi ultimi modelli avevano ormai ben poco in comune coi vecchi camion costruiti su licenza Bussing.
La Casa cercò di risolvere i problemi legati all'autarchia lanciando nel 1934 il modello 85G alimentato a gassogeno; questo mezzo nel 1935 vinse il concorso internazionale come "miglior autocarro a gassogeno".
Vennero costruiti anche dei modelli a metano, l'85M e il 110M che si affiancavano ai 85G e 110G a gassogeno.
Ecco alcune delle principali caratteristiche tecniche dei motori diesel di costruzione Alfa.
- il tipo F6M 313 montato sui 350 e 500 era un 6 cilindri da 6100cc, potenza 85CV a 2000 g/min, caratterizzato da un alesaggio di 100mm e corsa 130 - rapporto di compressione 18:1; le valvole, di grande diametro, erano sistemate in testa e il comando avveniva tramite albero a camme montato lateralmente nel basamento; l'albero a gomiti poggiava su 7 supporti e la lubrificazione era garantita da una pompa ad ingranaggi contenuta nella coppa dell'olio; il cilindro e la testa erano raffreddati ad acquacon una pompa centrifuga, la temperatura dell'acqua non doveva superare i 70°C. La nafta giungeva alla pompa di iniezione a mezzo di una piccola pompa di alimentazione mentre l'iniezione del combustibile avveniva tramite una pompa Bosch e la pressione dell'aria nei cilindri era di 30 bar, quella della nafta in precamera, ricavata eccentricamente nella testa del cilindro, era di 70 bar.
L'avviamento era garantito da spiraline ad incandescenza sitemate in prossimità della precamera, e venivano accese da un'apposito interruttore. Il consumo dichiarato era di 21/26kg per 100km; il consumo di olio, compresi i cambi periodici, era stimato in 800g ogni 100km.
Più tardi continuo con il motore degli autocarri 85 e 110 e con la produzione del periodo bellico.
Il motore F6M 317E veniva montato sui 2 assi 85A e 85C e sui 3 assi 110A e 110C.
Si trattava di 6 cilindri in linea di 11530cc con una potenza di 125CV a 1600 g/min; alesaggio 120 e corsa 170mm con rapporto di compressione 18:1 che aveva le canne dei cilindri riportate e testate singole per ogni pistone. l'albero motore girava su 7 supporti ed era dotato di contrappesi e ammortizzatori per le vibrazioni torsionali; i 110 a 3 assi avevano i 2 ponti posteriori azionati da un gruppo demoltiplicatore ad ingranaggi cilindrici, posto in una apposita traversa del telaio subito a valle del cambio; questo gruppo riceveva il moto dal cambio tramite un albero con 2 giunti cardanici e trasmetteva ai ponti tramite 2 alberi affiancati.
I camion Alfa erano forniti sia con ponte a semplice che a doppia riduzione.
Nel periodo bellico la produzione fu quasi interaente concentrata sulla produzione di mezzi per l'esercito e nel 1940 vennero presentati i primi Alfa con cabina avanzata, contraddistinti dalle sigle 430 e 800.
Il 430 era un medio mosso da un motore 4 cilindri in linea ad iniezione diretta di 5816cc, alesaggio e corsa 115x140mm; rapporto di compressione 16:1., la potenza era di 80CV a 2000 g/min., la distribuzione era a 4 valvole in testa, 2 di aspirazione e 2 di scarico comandate da aste e bilanceri con albero a camme disposto lateralmente; la frizione era monodisco a secco con un cambio a 4 marce ridotte e 4 normali. L'impianto frenante era idraulico a comando pneumatico con servofreno ad aria compressa.
Nell'immediato dopoguerra il medio 430 venne ribattezzato, con un leggero restiling, 450; il pesante 800 diventava 900 e adottava il motore da 9.5 litri con una potenza di 130CV.
Entrambi i modelli rimasereo in produzione fino al 1958.

- Alfa Romeo 800 RE CP48 (1939-45) - Autocarro semicingolato

[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]L ’Alfa-Romeo 800 R.E. venne testato sulle Alpi piemontesi nel 1939 e prodotto fra il 1940 ed il 1943. Operò specialmente in Africa Settentrionale, Russia e Francia occupata, nei ranghi sia del Regio Esercito – da cui il R.E. della sigla - che della Regia Marina.
In guerra rese discretamente, considerato che era stato concepito per percorsi su strada e che la trazione era su due ruote motrici.
Durante la guerra vennero anche elaborate una versione autotreno per il trasporto carburanti (Viberti - SAIV) ed un curioso prototipo semi-cingolato (brevetto Locera). Dopo l’8 settembre i tedeschi impiegarono ampiamente gli autocarri requisiti, da loro classificati “Lastkraftwagen 6,5 t Alfa-Romeo (i) Typ 800 R.E.”, sia in Italia che all’estero.
Nel dopoguerra il modello venne ancora costruito, ma nella sola versione civile con caratteristiche leggermente diverse.
Gli autocarri unificati Alfa-Romeo di epoca bellica erano facilmente riconoscibili per la forma bombata della cabina di guida avanzata (che includeva cioè il motore al suo interno, analogamente ai Fiat 626 e 666). Venne costruita anche una versione unificata media (detta Alfa-Romeo 430) che si distingueva dalla 800 R.E. per le minori dimensioni, la portata inferiore ed il paraurti anteriore diviso in due parti anziché in un pezzo unico.
[/FONT][FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]
[/FONT][FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]CARATTERISTICHE[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]
[/FONT]

[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Passo 3,80 m
Carreggiata anteriore m. 1,61
Carreggiata posteriore m. 1,94
Lunghezza m. 6,84
Larghezza m. 2,35
Altezza m. 2,85
Raggio di volta m. 6,78
Portata kg. 6500
Pendenza massima superabile 27%
Velocità massima km/h 50
Autonomia km 360 per 127 litri (contenuto del serbatoio)
[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Motore a gasolio a 6 cilindri ad iniezione (ci furono anche versioni a gasogeno ed a benzina, ma costruiti in pochi esemplari) [/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Cambio a 4 marce con riduttore intermedio (per evitare la involontaria marcia indietro in salita) [/FONT]

- Alfa Romeo 430 CM50 (1942-45) - Autocarro

Di derivazione Alfa Romeo 800, ne conserva le forme ed il propulsore diesel. I due ammortizzatori anteriori sono indipendenti. Fu prodotto in 186 esemplari. Alcuni esemplari vennero armati con mitragliatore IF Scotti da 20mm anticarro.

CARATTERISTICHE TECNICHE:

Motore: 4 cilindri diesel 5816 cc
Potenza: 80 cv
Velocità max: 65 km/h
Peso a vuoto: 3350 kg
Autonomia: 390 km su strada - 350 km su sterrato


- Alfa Romeo 500 DR (1939-45) - Autobus e Autocarro
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]
L’Alfa-Romeo mise in produzione negli anni ’30, e fino a dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, un modello medio detto “500” che – pur se concepito prima del decreto di unificazione del 1937 che disciplinava le caratteristiche tecniche costruttive degli autocarri – corrispondeva all’incirca ad un tipo medio unificato. L’Alfa-Romeo 500 venne prodotto sia in versione civile che militare per il Regio Esercito. Venne sicuramente impiegato anche in Russia.
Se ne conoscono versioni blindate utilizzate nei Balcani ed una versione autofficina (su telaio a tre assi) con rimorchio Viberti.
Il telaio dell’Alfa-Romeo 500 venne anche utilizzato per allestire autobus militari. Un certo numero di questi autobus venne appositamente modificato dalla ditta Macchi di Varese (e da altre ditte) per costituire il cosiddetto “Autotreno Comando”
[/FONT]

[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]CARATTERISTICHE E PRESTAZIONI[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]
[/FONT][FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Passo 4,20 m
Carreggiata anteriore m. 1,66
Carreggiata posteriore m. 1,68
Lunghezza m. 7,02
Larghezza m. 2,20
Altezza m. 2,25
Raggio di volta m. 7,20
Portata kg. 2200
Pendenza massima superabile 27 %
Velocità massima km/h 45
Autonomia km 400 per 100 litri (contenuto del serbatoio)
[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Motore a gasolio[/FONT]

- Alfa Romeo 6C 1750 SS (1929)

- Alfa Romeo 2500 6C "Coloniale" (1938-55)


Questa vettura nacque per una precisa esigenza: l'utilizzo nelle Colonie.
Nel 1938 infatti, specifica richiesta fu emessa dal Ministero della Guerra all'Alfa Romeo. Nella fase di realizzo, due vetture prototipo vennero inviate in Africa Orientale per trovare una giusta messa a punto della carburazione a 2000 m e controllare il sistema di raffreddamento dell'olio; in assoluto al primo impiego della vettura avvenne nella zona di Adis Abeba.
Anche questa auto deriva dalla produzione di serie, cioè dall'Alfa Romeo 6 C 2500 (versione Sport e Turismo), e fu utilizzata dalle massime autorità militari e di governo. Rimase in servizio fino al 1955.

CARATTERISTICHE E PRESTAZIONI:

Motore: 6 Cilindri 2500cc 4 tempi

Potenza CV: 80

Cambio: Cambio 4 marce + RM, la 3a e la 4a erano sincronizzate, la leva era centrale

Velocità max.: 145 Km/h.


- Alfa Romeo AR51 "Matta" (1951) - Autovettura da ricognizione

[FONT=Arial, Helvetica, sans-serif]Verso la fine del 1950 che la dirigenza dell’Alfa Romeo scoprì che già da alcuni mesi la Fiat stava progettando un veicolo 4x4 per effettuare consistenti forniture all’Esercito Italiano ed alla Polizia di Stato, necessarie per sostituire le mitiche ma ormai esauste Jeep lasciate dagli americani alla fine della seconda guerra mondiale.
In quel periodo, nell’ufficio studi e progettazione dell’Alfa lavorava un brillante tecnico proveniente dalla Ferrari, Giuseppe Busso, al quale venne dato un preciso ordine: realizzare una vettura fuoristrada seguendo le caratteristiche richieste dal Ministero, ma migliore della Fiat e con piena libertà di progettazione tecnica, il che significava….. senza badare a spese! Ma tutto doveva realizzarsi in meno di un anno. Busso si dedicò quindi a tempo pieno al progetto della Matta e fu proprio grazie a questo incarico che superò contrasti personali interni all’azienda e che poi restò per quasi 30 anni all’Alfa Romeo, nella quale fu il capo progettista della meccanica di tante altre vetture di grande successo, dalla 1900 alla Giulietta, dalla Giulia alle 1750 e 2000, e poi la Montreal col suo 8 cilindri derivato dalle corse, ed ancora il motore 6V iniezione, per non parlare poi di tanti progetti e prototipi mai messi in produzione.
Non avendo mai prodotto nulla nel campo dei veicoli fuoristrada e dato il poco tempo a disposizione, i tecnici Alfa pensarono di accorciare i tempi necessari allo studio di una 4x4 acquistando tramite la filiale svizzera della casa milanese un esemplare della più moderna fuoristrada di quel momento, la Land Rover 80, per valutarne le caratteristiche e per avere già pronta una base su cui iniziare a sviluppare le proprie idee. In realtà la scelta della 4x4 inglese era obbligata, in quanto nel 1950 il mercato del 4x4 era praticamente inesistente e le altre vetture fuoristrada oggi a noi conosciute non erano ancora nate.
Alla Land Rover venne rapidamente montato un motore di serie della Berlina 1900, bialbero a 4 cilindri in linea con 80 cavalli, al posto del 1600c.c. della vettura inglese, quindi i tecnici Alfa camuffarono la carrozzeria ed a gennaio del 1951 iniziarono i primi collaudi sui terreni circostanti la fabbrica ancora devastati dai bombardamenti della guerra. Fra i collaudatori in forza all’Alfa Romeo di allora, quello che si sobbarcò la maggior parte dei test fu Guido Moroni, al quale spettò il compito di martoriare la vettura fino alla rottura, in modo da costringere il progettista ad aumentarne progressivamente la robustezza quanto più era possibile.
Con l’esperienza acquisita sulla fuoristrada inglese, nel giro di poco tempo venne costruito il primo prototipo tutto Alfa, sempre molto simile alla Land Rover per quanto riguarda l’aspetto esteriore, ma già dotato di sospensioni indipendenti all’avantreno, richieste espressamente dai tecnici militari, primo fra tutti il Colonnello Garbari, il quale pretese anche il bloccaggio manuale al 100% sul differenziale posteriore per aumentare la motricità sui terreni più sconnessi.
Nel frattempo l’Ufficio Progettazione stava già realizzando i disegni della carrozzeria che avrebbe poi avuto la bella conformazione oggi conosciuta.
Il tempo però scorreva veloce e si giunse a maggio del 1951, quando i vertici dell’Esercito Italiano organizzarono un primo confronto delle prestazioni della Matta e della Campagnola rispetto alle Jeep. Questa prima “sfida” si svolse in una grande area riservata ai collaudi dei mezzi militari situata a Serravalle del Chienti, nella provincia di Macerata .
In questa prima occasione di confronto diretto fra veicoli della stessa categoria, la Matta non fece una gran figura, soprattutto a causa dei rapporti del cambio troppo lunghi e per lo sbattimento dell’olio motore nella coppa. Ricordiamo che il motore era ancora quello strettamente di serie della berlina stradale!
Rientrati a casa, Busso ed i suoi collaboratori nei mesi successivi modificarono drasticamente il cambio, accorciando i rapporti del riduttore e modificarono il motore applicandovi la coppa asciutta, o carter secco, con lubrificazione forzata tramite una pompa di mandata ed una di recupero e con serbatoio separato, assecondando così anche le richieste del Colonnello Garbari.
Trascorse l’estate e la Fiat a settembre del ’51 presentò la sua versione definitiva della Campagnola alla Fiera del Levante a Bari, bruciando sul tempo l’Alfa, la quale, pur avendo ormai pronta la versione definitiva della meccanica, ancora non aveva approntato la carrozzeria completa.
Appena una settimana dopo, però, c’era il Gran Premio di Formula 1 a Monza, il 16 settembre 1951, e l’Alfa Romeo non si fece scappare l’importante occasione per presentare la sua nuova 4x4 al grande pubblico, facendo sfilare il prototipo della Matta guidato da Nino Farina, campione del mondo di Formula Uno in carica, il quale la condusse per tutto il tracciato alla testa di un corteo di vetture sportive .
Poche settimane dopo, nel mese di ottobre ’51, venne finalmente realizzata la prima vettura preserie con la carrozzeria quasi definitiva, punzonata con telaio AR 51 *50001* e dotata del motore a carter secco identificato con il numero di serie 1307 *00001* , con la quale furono superati brillantemente i collaudi definitivi presso i centri prova dell’Esercito Italiano, al termine dei quali venne omologata come Autovettura da Ricognizione ‘51, secondo la classificazione militare.
Erano dunque trascorsi solo 10 mesi dall’ordine iniziale alla realizzazione della prima vettura definitiva; ancora oggi sarebbe un’impresa quasi impossibile, pur con le tecnologie di cui disponiamo. Infatti, tranne il motore, che comunque era stato modificato rispetto a quello della berlina di serie, tutto il resto, cambio, differenziali, sospensioni, sterzo, era stato progettato e realizzato appositamente per la Matta. Non si era badato ai costi di produzione ed infatti la meccanica della Matta agli occhi degli esperti dimostra ancora oggi tutta la sua raffinatezza e sofisticazione. Come detto l’obiettivo reale era battere la Fiat e basta, dimostrare di saper costruire anche veicoli di tal genere, il problema dei costi non c’era semplicemente perché non c’era l’intenzione di produrre grandi numeri.
All’inizio del 1952 cominciò dunque la produzione delle Matta di serie e la prima vettura, punzonata con telaio AR 51 *00001*, uscì dalla fabbrica nel marzo di quell’anno. Le vetture venivano costruite a mano una ad una nello stabilimento aeronautico dell’Alfa a Pomigliano d’Arco, vicino a Napoli, da dove venivano poi destinate ai vari clienti..
La versione AR 51, quella progettata con le specifiche ministeriali, venne prodotta complessivamente in soli 1899 esemplari tra il 1952 ed il 1953 e venne suddivisa in due serie, la prima destinata in gran parte al Ministero della Difesa (Esercito) e la seconda fornita in numero minore soprattutto al Ministero degli Interni (Polizia). Altre vetture tipo AR 51 vennero date anche all’Aeronautica, alla Marina, alle Finanze e ad altri ministeri.
Sempre della versione AR 51, ben 116 vetture furono vendute direttamente a privati e tra questi spicca il nome del Conte Leonardo Bonzi di Milano, che ne utilizzò due per effettuare una lunga spedizione in Sud America per aprire una nuova via di comunicazione tra l’Oceano Atlantico ed il Pacifico. La spedizione, durante la quale venne realizzato un bellissimo documentario, durò circa quattro mesi, da aprile a luglio del 1952 e percorse oltre 4000 km attreverso strade inesistenti, paludi, montagne e zone disabitate del continente sudamericano.
Sempre nel 1952, nel mese di maggio, la Matta iniziò molto brillantemente anche la sua carriera agonistica partecipando alla Mille Miglia, che per la prima volta nella sua storia vedeva alla partenza anche veicoli militari inseriti in una speciale categoria .
Alla gara il Ministero della Difesa Italiano iscrisse 4 sue vetture tipo AR 51, due Fiat Campagnola e due Alfa Romeo Matta, condotte da militari in regolare servizio.
Vinse la competizione la Matta condotta dal capitano Costa e dal tenente Verga, che distanziò di ben 41 minuti la prima delle due Campagnola e di 1 ora e 52 minuti la seconda. Tutte le vetture erano strettamente di serie come in uso presso i rispettivi reparti di appartenenza, l’unica “preparazione” per la gara fu l’aggiunta di un faro anteriore e di gomme con battistrada stradale. I piloti militari corsero indossando la regolare divisa d’ordinanza.
Contemporaneamente l’Alfa Romeo iniziò anche gli studi anche di una versione destinata esclusivamente al mercato privato, differente in numerosi dettagli da quella militare ed il primo prototipo di questa versione effettuò un significativo collaudo al Tour de France 1952 come vettura “ammiraglia” della squadra italiana di ciclismo, nella quale gareggiava il grande Fausto Coppi, che vinse brillantemente la prestigiosa gara francese.
La AR 52, la versione Civile della Matta, tra il 1953 ed il 1955 venne prodotta in appena 154 esemplari, oggi rarissimi.
Le Matta vennero utilizzate per effettuare anche altre importanti spedizioni; nel 1953 un esemplare della versione AR 51, dotato di hard top venne dapprima impiegato per un raid al Polo Nord e successivamente poi utilizzato dal Conte Bonzi per un lungo viaggio in Indonesia.
Nel 1955, a produzione ormai conclusa, all’ Alfa Romeo fu anche realizzato un esperimento dotando una Matta AR 51 del motore diesel tre cilindri normalmente installato sul furgone Romeo; questo tentativo comunque non ebbe un seguito produttivo e tutte le Matta, sia militari che civili, vennero dotate all’origine dall’Alfa Romeo solamente del motore a carter secco serie 1307 .
In totale le Matta costruite, compresi i prototipi, furono 2059; attualmente il nostro Registro ne ha censito circa un centinaio della versione AR 51 ed una decina della AR 52. Infatti, dopo le fatiche passate durante il servizio prestato presso i Ministeri, le Matta furono in gran parte demolite. Fra quelle rimaste, molte vennero usate come veicoli da lavoro, molte altre vennero invece utilizzate per competizioni fuoristrada, apportandovi modifiche ai motori, alle sospensioni, allo sterzo, operazioni che ancora oggi vediamo effettuate in alcuni esemplari impegnati nei vari Campionati.
Le Matta rimaste originali del tutto o in parte sono oggi invece oggetto di collezionismo ed anche all’estero vengono recuperate dagli appassionati del marchio Alfa Romeo. Dai dati del Registro sappiamo infatti che ve sono negli Usa, in Giappone, in Inghilterra, in Germania, in Finlandia, in Sud Africa, in Olanda.
Ma il nome Matta come è nato? Per l’Alfa Romeo la classificazione ufficiale presente su tutta la documentazione ed i progetti è 1900 M, cioè Militare; per il Ministero della Difesa era, ed è, AR 51, Autovettura da Ricognizione 1951.
Matta non è una denominazione ufficiale, ma semplicemente un soprannome che nacque da una felice intuizione del direttore generale dell’Alfa Romeo di allora, l’ingegner Iginio Alessio, il quale assistendo ad alcune prove e vedendo quali prestazioni era in grado di offrire, tutto meravigliato esclamò: ”Ma quella è matta! Benissimo, aggiunse, chiamamola Matta”.
Un simpatico soprannome che dopo oltre cinquanta anni identifica immediatamente una pagina straordinaria e mai più ripetuta nella lunga e prestigiosa storia dell’Alfa Romeo
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- Alfa Romeo ROMEO (1954-68) - Ambulanza e Pulmino

- Alfa Romeo F12 (1968-78) - Ambulanza

- Alfa Romeo Giulia T.I. (1963-68) - Autovettura

- Alfa Romeo 2000 (1958-61) - Autovettura (forse unico esemplare)

- Alfa Romeo 1750 (1967-72) - Autovettura

- Alfa Romeo Giulia (1969-73) - Autovettura

- Alfa Romeo Alfetta 1.8/2.0 (1973-80) - Autovettura

- Alfa Romeo Alfasud 1.2/1.3 (1972-83) - Autovettura

- Alfa Romeo Giulietta 1.6 (1977-85) - Autovettura

- Alfa Romeo Alfa 6 (1981-84) - Autovettura

- Alfa Romeo 30AR8 (dal 1983) - Furgone

- Alfa Romeo 90 1.8/2.0 - Autovettura

- Alfa Romeo 33 1.3 (1983-85) - Autovettura

- Alfa Romeo Arna 1.2 SL/1.3 SL (1984-86) - Autovettura

- Alfa Romeo 75 1.8/2.0 (1985-92) - Autovettura

- Alfa Romeo 155 1.8/2.0 (1993-97) - Autovettura

- Alfa Romeo 156 2.0/2.5 V6 (dal 1997) - Autovettura

- Alfa Romeo 166 2.0/2.5 V6 (dal 2001) - Autovettura

- Alfa Romeo 159 1.9 JTD,/2.4 JTDm (dal 2005) - Autovettura
 

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