Continuo queste discussione con te perchè trovo che tu sia un interlocutore stimolante e preparato, ho letto con interesse molti tuoi post precedenti ed è gradevole confrontarmi con te, probabilmente a volte sono stato troppo sintetico e ho lasciato trasparire un atteggiamento di superiorità di cui non avevo intenzione e faccio marcia indietro. Ripeto che prodotti come la Giulia (cito ad esempio) possono uscire solo dalle mani di progettisti e collaudatori di grandi capacità e dall'impegno, passione e sacrificio che hanno dedicato sia al progetto che ai test, di cui tu hai citato degli esempi; del vostro lavoro gli utenti traggono benefici ogni giorno. Non abbiate comunque la presunzione di aver provato un prodotto in TUTTE le condizioni perchè quando si scrive "piste CREATE sui laghi ghiacciati" emerge la discriminante tra il tuo lavoro ed il mio: voi CREATE le condizioni per i test sulla base delle vostre capacità ed esperienze (con i limiti dettati dai costi e dal tempo a disposizione); noi ci troviamo a subire le condizioni ambientali più disparate.
Ti ringrazio andreanero e purtroppo bisogna ammettere che spesso, sui forum, ciò che si scrive può essere interpretato così come i toni.
Concordo con il fatto che il cliente finale si può trovare nelle condizioni ambientali più disparate, ma l'obiettivo dei test è mirato a coprirne la totalità, infatti possiamo passare dai test eseguiti al freddo sopra menzionati, ai test in quota ad alta temperatura in sierra nevada od in sudafrica come da abitudine nel ciclo di validazione di processo di un veicolo.
Quindi il veicolo una volta deliberato, avrà coperto in teoria tutte le condizioni in cui potrà trovarsi nel mondo (comprese ad esempio gli attacchi salini o silici nei deserti).
Ovvio però che il caso specifico al limite può capitare, ma è davvero al limite.
Per quanto riguarda le prove, ti garantisco che oltre quelle "create" abbiamo facoltà di usare nel fine settimana le vetture come utenti normali, proprio per trovarci nelle condizioni d'uso normali (anche in alcuni casi con famiglia a bordo), proprio per validare anche situazioni che in condizioni di test, quindi programmate, non verrebbero fuori.
In seconda marcia la coppia inviata alle ruote a parita' di numero di giri del motore e' inferiore, quindi si sposa bene per partenze su fondi a bassissima aderenza.
Certo che se l'aderenza delle ruote sul fondo stradale e' inferiore sia alla coppia in prima marcia, che in seconda marcia, sempre fermo con le ruote che pattinano resti.
Aiuta nelle situazioni dove l'aderenza sopporta la coppia della seconda marcia e non quella della prima.
Partire in seconda non e' la bacchetta magica sempre.
E' ovvio poi che la partenza in seconda marcia che intendo io è commisurata alla fattibilità, certo che se ti trovi in salita su di una lastra di ghiaccio con gli pneumatici estivi, non puoi pretendere di poterti spostare innestando la seconda.
Però in moltissime condizioni in cui con la prima avresti difficoltà di spunto e interventi elettronici che castrano maggiormente la possibilità di muoversi, l'innesto della seconda e relativo spunto con coppia ridotta alle ruote, aiuta e non poco la situazione.
Un altro test per esempio sono ripetuti spunti in salita con peso vincolato (classico carrello agganciato al gancio traino) con zavorra superiore a quanto omologato, ovviamente per testare il limite del sistema prima di collassare.
Una dei test di validazione più gravosi, salita 18% peso vincolato partenza metà pedale con temperatura esterna di circa 35°, a spunto completato veloce ciclo di raffreddamento (200 mt senza cambio marcia) e ripetitività fino a 15 spunti.
Capirete bene che una condizione simile è al limite, ma possibile, quindi verificabile omologabile e calibrabile tramite strategie apposite per proteggere la trasmissione, ma anche consentire lo spostamento, sacrificando ad un certo punto il comfort di marcia / spunto.