forse ci sono casi sfortunati ed altri meno.
Un caso sfortunato è una verniciatura a buccia d’arancia in un punto nascosto. O un accoppiamento non allineato di due pannelli. Ma in un caso del genere la scusa del caso sfortunato non la accetto.
A questi livelli, con tutte le lavorazioni e i vari passaggi che ci sono, non può (e non deve) uscire dalla catena di produzione un tale difetto di verniciatura.
Non esiste.
Mettendola sotto le lampade giuste si vede ad occhio nudo; con delle lampade speciali poi non ne parliamo. Se fai una misura digitale in vari punti vedi subito quanti micron mancano.
Può sbagliare o saltare un controllo, ma se ne fanno tanti proprio per abbassare al massimo il margine di errore.
Qui dormiva l’addetto alla verniciatura, l’addetto al controllo della verniciatura, l’addetto al controllo qualità e chissà quanti altri, non ultimo il concessionario.
Altrimenti il discorso è semplice: metti comunque sul mercato prodotti difettosi con la speranza che se ne accorga la minor parte degli acquirenti.
Non che gli altri siano esenti da errori, eh, ma il discorso non cambia.
Io vengo da una Mercedes che nei primi due anni di vita ha dato problemi a cambio automatico, giunti e plastiche. Se mi dici che le bocchette dell’aria, o la leva del freno a mano, mi rimanevano in mano spezzandosi perché era nata male la macchina io ti rispondo no, mi sono rimaste in mano perché la plastica con cui sono fatte è di pessima qualità.