Una brutta fine per 180 Brera

Gianni_75

Alfista principiante
27 Dicembre 2008
212
6
19
pd
Regione
Veneto
Alfa
Matta
Motore
1200
Riporto, integralmente, questo interessante editoriale uscito su Ruoteclassiche di Novembre. Credo sia molto interessante.

CHE NE FACCIAMO DEGLI AVANZI?


Pare che 180, dico cen-tot-tan-ta Alfa Romeo "Brera" nuove di fabbrica siano state avviate alla rottamazione senza neppure passare dai concessionari. "Pare" è d'obbligo: una notizia così non è di quelle che la Casa sbandiera nei comunicati stampa come quando lancia un restyling di fine serie; anzi, la tiene segreta. Ma le voci girano, perché non è possibile far sparire centinaia di macchine senza che nessuno se ne accorga. Il perché della strage ci sfugge. Certo è che le eccedenze si sono accumulate nei depositi. Indicativo il fatto che in settembre il modello fosse ancora presente sul listino di Quattroruote, sebbene fosse uscito di produzione parecchio prima. Un caso di longevità post mortem che conferma la difficoltà di piazzare la "Brera" sul mercato (in sei anni ne sono state immatricolate in Italia 6921, ma ce n'è ancora qualcuna dai concessionari).

Il prototipo è un capolavoro

La ragione del flop è presto detta: la "Brera" che entra in produzione nel 2005 ha poco in comune con la concept car che, con lo stesso nome, è stata presentata al Salone di Ginevra del 2002. Il prototipo aveva entusiasmato gli alfisti. Come un alchimista, Giugiaro era riuscito a distillare il fascino delle più belle Alfa Romeo del passato e a ficcarcelo dentro. Le proporzioni, le curve dei parafanghi, ogni dettaglio conteneva un messaggio subliminale che evocava nel pubblico, a seconda della prospettiva, ora la "TZ 2" di Zagato, ora la "Canguro" di Bertone, ora la "33" stradale. Poi c'erano i contenuti: il motore longitudinale a otto cilindri di quattro litri, la trazione posteriore, i 400 cavalli… Un'Alfa così non si vedeva dai tempi della "Montreal", ultima "ottovù" del Biscione.

La vettura di serie è un'altra cosa

La "Brera" va in produzione nel 2005. Certo, nessuno si aspetta che il modello di serie replichi tutte le soluzioni proposte sulla concept, ma neanche che sia una macchina completamente diversa. Invece dell'otto cilindri, nel cofano ci sono ora un quattro cilindri di 2,2 litri oppure un V6 di 3,2 litri prodotto in Australia; invece che longitudinale, il motore è trasversale; invece che posteriore, la trazione è anteriore o integrale (col 6 cilindri). Neppure la linea è la stessa: la diversa impostazione meccanica fa crescere a dismisura lo sbalzo anteriore, l'abitacolo scorre in avanti, le felici intuizioni di Giugiaro si banalizzano in una carrozzeria soltanto gradevole. Infatti, è prevalsa la logica delle sinergie e si è adottata la piattaforma "Premium", realizzata in collaborazione con General Motors e utilizzata anche per la "Spider" e per la "159" berlina e station wagon. La scelta del pianale comporta quella dei motori: il quattro cilindri di 2,2 litri e il V6 australiano disposti in senso trasversale. Risultato: una coupé che, nella versione integrale, pesa sui 1550 kg. Mettici poi che il V6 "va poco" e "beve" tanto e il quadro è completo: vi sono tutte le condizioni necessarie e sufficienti per l'insuccesso immediato. Tanto che a inizio 2006 si cerca di rimediare all'inadeguatezza del V6 col 5 cilindri turbodiesel 2,4 litri e col "1750" turbo, evoluzione dei vecchi "Pratola Serra" con basamento in ghisa degli anni Novanta, capaci comunque di 200 CV. Troppo tardi: l'immagine del modello è compromessa, la crisi economica internazionale fa il resto.

Non lascia eredi

Entrata in scena con tanto clamore, la "Brera" ne è uscita in punta di piedi (e senza eredi), lasciando un buon numero di vetture sul terreno, o meglio nei parcheggi del gruppo torinese e della Pininfarina, che produceva anche le carrozzerie della "Spider" (2984 gli esemplari immatricolati in Italia). Alla fine, 180 macchine nuove sarebbero state mandate alla rottamazione. Peccato che nessuno abbia pensato, a quel punto, di regalarne qualcuna ai principali musei italiani e stranieri, cominciando da quello di Torino. Forse, della "Brera" si voleva cancellare anche il ricordo
 
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Solo ad apprendere queste notizie,seppur non confermate ufficialmente e quindi con il beneficio del dubbio, mi si stringe il cuore. Ancora ho in mente una foto con una montagna di pezzi del V6 busso che mi sconvolse quasi a farmi scorrere le lacrime ed un articolo su una famosa rivista del settore dove si vedeva la 155 DTM di larini quasi completa abbandonata in un capannone dell'alfa, saranno stati scarti di produzione o muletti ma a chi non avrebbe fatto piacere impossessarsene? Abbiamo superato quota 50mila nel forum e sono certo che ci sono almeno altri 500mila appassionati al mondo che farebbero follie per un solo pezzo di questo marchio da sfoggiare finanche sulla scrivania. Da marchio leader siamo arrivati a dovere inseguire, ma ho fiducia in Alfa, speriamo non rimanga deluso ancora una volta...
 
la diversa impostazione meccanica fa crescere a dismisura lo sbalzo anteriore

e grazie a d*o non sono l'unico ad aver notato stà cosa!!! Ci voleva la trazione posteriore, e come ho detto nell'altro post, tuttì altri sbalzi, in fiat non capiscono che il "tutt'avanti" và bene sulle volkswagen e sulle utilitarie.
 
scrissi un post sullo stabilimento di pomigliano che è andato perso durante i problemi al forum
sfrutterò questa sede e questa assurda notizia per riallacciarmi al discorso di allora...queste notizie testimoniano cosa significhi per fiat il marchio alfa romeo...parlando di pomigliano scrissi del fatto che pur con tutte le sue problematiche/leggende metropolitane pomigliano era l'ultimo baluardo l'ultimo simbolo di una storia...una storia dove un'auto con il biscione sul cofano era il frutto dell orgoglio e della passione tanto di ingegneri che le pensavano quanto dei semplici operai che le montavano...tutto questo ormai non esiste più...e fa rabbia pensarlo...
quella scritta divelta dallo stabilimento campano volente o nolente si è portata via quello che restava di quella passione..
 
C'è poco da dire... la Brera è stata un auto decisamente sfortunata, nata male in un momento pessimo per Fiat, soggetta ad troppi compromessi, era destinata ad essere un flop, in parte il destino della 159 che solo la linea ed una clientela più ampia gli ha consentito di limitare i danni.
 
La 159 si é comunque venduta a 250,000 esemplari ad oggi... certo non raggiunge i 680,000 della 156 ma non é certo un flop.
Invece la Brera non arriva a 20,000 e lo Spider é sotto i 10,000 (parlo a livello mondiale, non solo dell'Italia).
Io comunque me ne acquisterei volentieri qualcuno usato... anche perché tutte 'ste storie sul peso e sul V6 australiano sono cavolate... al 0-100 e nelle riprese 80-120 km/h ecc i dati sono praticamente uguali alla GT con il V6 Busso. La ventina di cavalli in più e il pianale con una migliore tenuta di strada offrono comunque belle sensazioni (e non parlo per sentito dire, l'ho guidata la Brera V6 al test drive tour dell'Alfa francese)

Quanto alla notizia, dubito che sia vera - di fatti non é stata confermata da nessun altro, né riviste né siti internet... e di demolitori auto con tante Brera nuove di zecca non se ne vedono proprio. Il Cesa di Milano ne aveva alcuni nel 2006, probablmente esemplari pre-serie, poi più niente.
 
Non conoscevo la storia della Brera, leggerla mi ha davvero deluso e fatto male al cuore...

ps: guardate questo link mostra tutte le differenze tra la concept e quella poi uscita.
Non me la ricordavo in versione concept ma se uscisse ora sarebbe ancora attualissima.
 
Mi vergogno di essere Italiano!!! L'Italia è solo la nazione dello SPRECO ASSOLUTO!!!!
VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA!!!!!
 
Innanzitutto è da vedere se erano complete, molto probabilmente saranno state auto a metà produzione rimaste incomplete quando hanno chiuso il ciclo produttivo, se fosse così (e probabilmente è così) non vedo come avrebbero potuto venderle.
 
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Questa storia non e' mai stata confermata, forse e' solo una leggenda urbana.