Sul Duetto c'è una monografia di Giancenzo Madaro nella collana "le auto che hanno fatto la storia", edito da Giorgio Nada Editore.
Ma c'è la storia della spider della famiglia Giulia, con molti dati e non una vera guida al restauro.
La meccanica del Duetto è quella classica delle AlfaNord pre ALfetta. E il motore è il classico 4 cilindri bialbero AlfaNord.
La meccanica è quella delle Giulia, ed anche il pianale deriva da esse. Che poi derivano dalla Giulietta dal '56.
Le motivazioni delle soluzioni tecniche vanno ricercate nei modelli da cui il duetto deriva e di cui ha seguito l'evoluzione. Poi lo spider è sopravvissuta sia alla berlina che al coupè (perché dall'Alfetta fu derivata solo una coupé, il GT/GTV, ma non una spider).
La meccanica aveva una impostazione classica per il periodo in cui nacque: anche la rivale Fiat 124 spider aveva una impostazione simile, quella tradizionale delle Fiat non utilitarie (come erano le 124,131,132) e anc'essa sopravvisse alla sua berlina e coupé, e fu poco meno longeva (ed ebbe trascorsi agonistici importanti nei Rally, con la versione Abarth Rally).
Mentre gli schemi meccanici oggi più diffusi inizialmente apparvero sulle Autobianchi Primula del '64 e poi A111/A112 alla fine degli anni '60 dopo riprese nelle Fiat 127/128 nei primi anni '70, ed erano ispirate dalla Mini Minor del '59 di Alec Issigonis. Fino a metà anni '70 la novità e la stranezza erano il motore trasversale e la trazione anteriore. P.es. le trazioni anteriori francesi di allora conservavano il motore longitudinale (p. es. Citroen DS e 2CV e Diane, Renault 4 e 5).
Per il restauro della meccanica, sospensioni, etc del Duetto puoi far riferimento anche a pubblicazioni sulle Giulia, etc. Meccanicamente simile era anche la Montreal, che però montava il motore 8V della 33 da corsa.