Dopo alcune ricerche , ho trovato una delle testate propulsive a 16v.
L'ha realizzata la Beninca, un preparatore australiano , presumo sia una replica delle Angelini.
Ho visto un video in azione e il rombo e' stupendo , si puo descrivere come un misto tra il nostro TS 8v e un tipico propulsore 2000 16v Gr.a.
Foto

Testata in fresa)
Per meglio comprendere il progetto della autodelta bisogna tornare indietro agli anni 70.
Ricordiamo che da tempo il principale avversario dell'alfa ,la bmw, stava sperimentando con successo i propulsori plurivalvole nelle competizioni ;in seguito commercializzerà la vettura M1 fatta in collaborazione con Lamborghini , una serie limitata col motore S32B35 3,4L 24v , da ben 277 cv , e siamo nel 1978.
Sin dalla meta degli anni settanta, osservando la concorrenza , l'autodelta comincia a sviluppare delle testate da 16v per sperimentarle sulle alfette gt e gtv, supportata dal preparatore "Angelini" di Roma.
I risultati sono soddisfacenti ,si parla di 230 cv sul 4L di arese con carburatori (1977).
Restando nello sport , lo sviluppo va avanti , fino al periodo degli 80' dove c'e' una sempre piu forte crisi per la casa del biscione.
Al reparto motori dove lavorano l'ing. Chirico e l'ing. Surace si intuisce che la concorrenza sforna motori sempre piu performanti nella classe 1800-2000cc ,quindi restando nel piccolo budget si decide all'incirca nel 1984 di portare alla produzione la testata a doppia accensione, che migliora notevolmente la combustione del bialbero e che era gia stata commercializzata anni prima con le GTA.
Verrà installata , una delle piu grandi innovazioni di quel decennio ,il variatore di fase , che permettera di ottimizzare la già elevata ripresa del motore.
Nel frattempo le versioni sportive a 16 valvole si fanno sempre piu frequenti nelle berline di fascia media (Volkswagen GTI , BMW ....).
All'alfa si guarda a fatica verso il futuro ma con ottimismo , vista l'ottima base propulsiva e di know how.
Siamo sempre nella metà degli anni 80 , quando vengono sperimentati i prototipi di testate a 16v e 12v ad uso stradale.
Si arriveranno ad ottenere 180 e 170 cv rispettivamente (al banco e senza marcati sviluppi) , con un ottimo compromesso tra le normative anti inquinamento e la tipica coppia con la seconda configurazione.
Il resto e' storia nota, con l'acquisizione FIAT viene immediatamente bloccato il progetto del nuovo bialbero, che rimarra invariato dando notevole vantaggio alla concorrenza ; a mio avviso questo e' stato uno dei maggiori danni nella vendita IRI , non permettendo di dare l'ultima voce ad un "simbolo" della nostra produzione.
E bene fare presente che se non fosse stata per fiat , auto come la BMW 320is o la 190 2.3 avrebbero avuto parecchie grane da questo ulteriore step.
(Foto:il progetto 16v)