Quest'anno, visto l'annullamento di tutti gli eventi più belli a causa della pandemia, ho improvvisato un breve tour nel sud della Francia nella seconda metà di agosto: con quattro giorni al volante su strade meravigliose (purtroppo è toccata anche qualche affollata autostrada italiana) ed un paio di giorni di relax al mare, il target di questa mini vacanza è stato chiaramente il viaggio in se più che la destinazione finale.
Ci sarebbero una valanga di cose da raccontare e qui di seguito provo a riassumere le giornate di guida sperando di non finire con lo scrivere un pippone noioso.
Giorno I
I buoni propositi di mettersi in macchina presto per gustarsi il fresco della mattina (per la cronaca in tutto il viaggio non un singolo chilometro di strada ha visto la capote dispiegata al di fuori del suo vano) e magari risparmiarsi le inevitabili congestioni autostradali tipiche di agosto sono stati spazzati via dai postumi di un fine settimana impegnativo e dalla proverbiale puntualità della mia signora nella preparazione dei bagagli (si, sono sarcastico)... Finalmente in strada alle 11:30, giusto per gustarci il meglio del caldo e del traffico sulla A1 tra Bologna e Piacenza, riusciamo a raggiungere il confine con la Francia poco prima delle 18.00 a quota 2744m sul Colle dell'Agnello: c'è un po' troppo traffico per i miei gusti, la strada è bella anche se un po' stretta per la spiderona ed il panorama è meraviglioso sia sul versante italiano che su quello francese.
Mancano ancora più di 90km all'albergo ed i precedenti 500 e passa in autostrada ad oltre 35°C si fanno sentire, quando il navigatore ci anticipa qualche rallentamento più a valle e prevede poco meno di 2 ore per raggiungere la destinazione...
Scesi dal passo imbocchiamo la D902 (è la Route des Grande Alpes che attraversa da nord a sud le alpi francesi attraverso 16 valichi), il traffico si riduce e cominciamo ad arrampicarci sul Col de Vars (2111m). Asfalto ottimo, strada abbastanza ampia e curve magnifiche e, sorpresa, gli automobilisti francesi cedono strada appena ci vedono arrivare: ci sono tutti gli ingredienti per poter sfogare un po' il V6! Arriviamo in albergo appena dopo le 19.00, alla faccia del navigatore, giusto il tempo per una doccia ed una buona cena nel vivace centro di Barcellonette.
Qui sopra: La prima tappa Brisighella-Barcellonette. Nuvole, e qualche goccia di pioggia sul versante italiano del Colle dell'Agnello. Linea di frontiera ad alta quota. Un attimo di pausa per la Q4 sull'affollatissimo confine. Il versante francese del Colle dell'Agnello con le tipiche linee tratteggiate ai margini della carreggiata. La capote ritrova l'aria nel parcheggio dell'albergo a Barcellonette.
Giorno II
Ci sono un sacco di buone scuse per visitare la regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra come la natura, i paesaggi, la storia, i divertimenti ed il mare ma la mia quest'anno si chiama Route Napoléon: 314km che da Antibes a Grenoble ricoprono il percorso intrapreso da Napoleone al suo rientro dall'esilio sull'isola d'Elba. Degli oltre 300km della Route la parte più settentrionale e quella più meridionale sono affollate da centri abitati per cui il mio obbiettivo sono i circa 110km intorno a Castellane, il vero cuore del percorso.
Ci mettiamo in marcia da Barcellonette a metà mattina, col serbatoio pieno di SP98, seguendo l'ottima D900 prima verso ovest costeggiando il fiume Ubaye attraverso splendidi boschi e poi verso sud salendo fino ai 1240m del Col du Labouret per poi infine scendere a Digne Les Bains. Complici il traffico ridottissimo, la correttezza degli automobilisti locali, l'aria fresca del mattino, il 6 cilindri ed il differenziale centrale i primi 80km volano piacevolmente via.
Imbocchiamo la Route Napoléon (indicata generalmente N85 o anche D1085 / D4085 / D6085 a seconda del tratto del percorso, valli a capire i Francesi) che ci conduce a sud-est su di un un asfalto praticamente perfetto e due belle comode corsie che ad eccezione di un paio di brevi tratti più stretti ci accompagneranno fino a Grasse.
Appena fuori dall'abitato la N85 comincia dolcemente a salire lasciandosi alle spalle i campi coltivati per immergersi nei boschi fino a toccare i 734m sul Col de l'Orme per poi continuare con dei sali e scendi in un misto veloce di rettilinei ed ampie curve che sembra fatto apposta per la spiderona. In breve ci troviamo nel fondovalle a costeggiare il fiume tra le montagne verdi che a tratti mostrano ripide pareti di nuda roccia, il traffico è quasi inesistente e le poche auto che ci troviamo davanti vengono immediatamente divorate dalla Q4.
La strada scorre veloce fino a quando il percorso della Route non abbandona il fiume piegando alla nostra sinistra per salire con sempre maggiore decisione in una bella sequenza di curve e tornanti.
Un cartello annuncia la presenza di una strettoia con scarsa visibilità in uscita dalla curva successiva ed un attimo dopo ci troviamo davanti un enorme costone di nuda roccia che sbuca dal fianco verde della montagna. Qualcuno si è preso la briga di forare la roccia per farci passare dentro la strada ma la cosa più incredibile è che una volta attraversato l'arco il panorama cambia drasticamente: la valle si restringe e dove poco prima il verde degli alberi faceva da padrone ora c’è solo grigia pietra vestita di qualche rado arbusto. Qui la Route mantiene le sue due corsie ma strizzate fra la parete rocciosa alla nostra sinistra ed un piccolo muretto in pietra sulla destra a dividerci dalla scarpata.La sensazione di cambiamento del paesaggio è quasi surreale ma quel che è ancora più incredibile è che dopo poche centinaia di metri all’uscita di un'altra curva cieca la vallata si riapre e la N85 torna a tuffarsi nei boschi e a riacquistare respiro.
La precedente strettoia, il panorama roccioso, le curve cieche e l’idea di lasciare un po’ di bianco ghiaccio sul muretto a bordo strada sono state ottime argomentazioni per ridurre drasticamente il passo, quanto basta per rendermi conto che sta già facendo caldo, anche tra colline e boschi il responso del termometro della spider è impietoso: siamo già a cavallo dei 30°C. Riacquistiamo il ritmo di marcia e dopo un paio di chilometri, mentre la vegetazione si dirada, ci ritroviamo in cima al Col des Leques (1148m) giusto in tempo per un drink ed uno spuntino nel bistrot a bordo strada.
Davanti a noi si apre l’ampia valle del Verdon con le sue magnetiche acque turchesi, il percorso prosegue in discesa in una splendida sequenza di curve e controcurve che ci porta in breve nel piccolo ma affolato centro di Castellane (639m).
Usciti dall’abitato la Route torna deserta o quasi, ritroviamo i boschi ed il percorso torna a farsi veloce e scorrevole oltrepassando il Col de Luens (1054m) ed Col de Valferrière (1169m) per poi abbandonare il fitto degli alberi in favore di un terreno più roccioso vestito con la più tipica macchia mediterranea. La strada scorre veloce: la spiderona trova l’appoggio in curva con l’anteriore, il posteriore segue fedele e aprendo il gas comincia a chiudere la traiettoria sotto l’effetto del differenziale centrale che favorisce la coppia al retrotreno, sembra quasi di sentire le Pzero spalmarsi sull’asfalto bollente. C’è spazio per tirare la terza e forse la quarta marcia, ci vuole davvero buon senso per dare un freno alla velocità su questa strada.
Oltrepassiamo il Col de la Faye (984m) ed il panorama, che fino a poco prima era limitato da vallate più o meno ampie, si apre su una distesa di colline verso sud oltre le quali, nascosto dalla foschia dovrebbe esserci il mare. Ancora qualche km di libertà ma è chiaro come i giochi stiano per finire, il traffico si intensifica esponenzialmente ed in breve siamo in Costa Azzurra.
Manteniamo la Route Napoléon fino alle porte di Grasse, poi impostiamo il navigatore sull’albergo a Saint Raphael; ci sarebbe pure il tempo per una deviazione su Cannes per guardarsi intorno ma il traffico intenso ed il rischio di infilarsi in un dedalo di viuzze strette tempestate di dossi è troppo terrificante.
Arriviamo a destinazione a metà pomeriggio, cotti dal sole ma felici. Abbiamo qualche giorno per rilassarci ma per molti aspetti non vedo l’ora di ripercorrere la N85 a ritroso.
Qui sopra: La seconda tappa Barcellonette-Saint Raphael. La valle di roccia oltre l’arco lungo la Route Napoléon. Il bistrot al Col des Leques è evidentemente apprezzato dagli spideristi da tutta Europa. Un attimo di tregua per la Q4 sul Col de la Faye. L'albergo a Saint Raphael sorge accanto alla marina.
Giorno III
Ci rimettiamo in viaggio il sabato, con un programma di marcia bello impegnativo basato fondamentalmente su tre punti: ripercorrere la Route Napoléon cercando di scattare qualche foto in più (all'andata sono stato così preso dalla guida da trascurare un po' la possibilità di fermarci a fare foto), attraversare le Gorges de Daluis e sorpassare il Col de la Bonette.
Tempo di fare il pieno di SP98 (che a quanto pare qui costa molto meno dell'acqua minerale) e ci lasciamo alle spalle Saint Raphael ed il mare per ritrovare la Route alle spalle di Grasse.
A quanto pare oggi avremo più compagnia che all'andata dal momento che in strada ci sono molte più auto e camper, niente di troppo preoccupante tanto più che le possibilità di sorpasso non mancano ma è chiaro che non manterremo il ritmo della volta scorsa (freni, gomme e consumi di carburante comunque ringraziano).
Il V6 è straordinariamente elastico e gira rotondo anche in salita in VI° marcia intorno ai 1500giri/min, ma per chiudere in rapidità i sorpassi è d'obbligo scalare le lunghe marce per portare i giri al di sopra dei 4500-5000, così la II° è la marcia giusta per mettersi fuori dagli impicci tra i 40 ed i 110 km/h.
A Castellane facciamo una piccola deviazione al percorso ufficiale della giornata per restare sulla N85 e risalire il Col des Leques fino a ritrovare l'arco di pietra per scattare ancora un paio di foto e ne approfittiamo per mettere qualcosa sotto i denti e fare scorta d'acqua fresca.
Ci rimettiamo in strada dopo pranzo imboccando la D955 che ci porta prima su una bella salita piena di curve e poi a costeggiare il lago di Castillon formato dalle splendide acque turchesi del fiume Verdon. E' un bel percorso veloce e poco trafficato ma è davvero difficile resistere alla tentazione di fermarsi a fare un bagno, specialmente con 30°C abbondanti nell'aria... purtroppo però siamo di fretta.
Qualche chilometro più avanti imbocchiamo la N202, altra strada con due belle ampie corsie ed asfalto impeccabile, che risulta praticamente deserta. Il percorso è bello veloce ma la visibilità cambia parecchio tra una sezione e l'altra insieme al panorama, così si alternano strette vallate con curve cieche ad altre più ampie con un'ottima visibilità sulle curve successive il tutto tra boschi e piccoli appezzamenti coltivati. Incontriamo un paio di piccoli centri abitati e non più di una decina di auto nel nostro stesso senso di marcia (che passiamo agevolmente non appena abbiamo una buona visuale sulla strada davanti a noi).
Giunti nella valle del fiume Var abbandoniamo la N202 in favore della D902/D2022 che oltrepassando un breve tunnel di pietra ci porta a risalire la vallata correndo accanto all'ampio letto del fiume. Cominciamo ad incontrare qualche auto in più ma le occasioni di sorpasso non mancano anche se le due corsie tendono a restringersi mano a mano che proseguiamo.
La vallata si fa più stretta e la strada comincia a guadagnare quota rispetto al letto del fiume diventando più tortuosa, la roccia grigia e gli alberi cedono improvvisamente la scena ad un'arenaria sempre più rossa puntellata di arbusti ed in poche centinaia di metri ci ritroviamo nelle Gorges de Daluis: una sequenza di una decina di brevi tunnel ed archi inframezzate da strettoie tra le rocce rosse e terrazze panoramiche che si affacciano sul corso del fiume che scorre oltre cento metri più in basso, l'atmosfera è quasi surreale.
Il passo di marcia è ridotto ma dopo pochi chilometri l'arenaria rossa restituisce la scena alla roccia grigia ed al verde degli alberi mentre la vallata torna a riaprirsi e con lei la strada. In breve la D2202 si riaccosta al letto del fiume mentre continua a risalire la vallata; nei chilometri successivi incontriamo qualche piccolo centro abitato oltrepassati i quali la carreggiata si restringe perdendo la seconda corsia.
Continuiamo a risalire tra boschi e pascoli fino ad oltrepassare le sergenti del Var con il pittoresco laghetto mentre la D2202 si fa sempre più contorta continuando a risalire il Col de la Cayolle (2326m) che superiamo poco dopo circondati dai pascoli e finalmente immersi nell'aria fresca. La strada prosegue stretta per ritrovare i boschi verso valle e manteniamo un passo ridotto fino a Barcellonette che raggiungiamo dopo circa un'ora seguendo il corso del fiume Bachelard nella sua stretta vallata.
Una volta riempito il serbatoio di SP98 facciamo rotta per il Col de la Bonette. Risaliamo dal versante settentrionale, la strada ha uno sviluppo davvero interessante con curve e tornanti di diverso raggio qualche rettilineo ed in generale una buona visibilità e, nonostante sia a corsia singola, la carreggiata sarebbe abbastanza ampia per poter affrontare il tutto con un buon piglio ma purtroppo c'è qualche auto davanti a noi (ci eravamo abituati troppo bene) e gli spazi sono ristretti per tentare un sorpasso, non ci resta quindi che goderci il panorama... Che è spettacolare, oltrepassati i boschi prima ed i pascoli poi, alle quote più alte troviamo niente altro che nuda roccia.
Siamo quasi in vetta a ritmo rilassato quando scalo dalla III° alla II° e, sorpresa, il pedale non ritorna su... la marcia è comunque innestata e la spiderona procede tranquilla a giri regolari, aiuto quindi il pedale a risalire col piede per poi rischiacciare mettere in folle e tornare in seconda e nuovamente il pedale resta a fondo corsa. Ripeto tutto ed il pedale si rianima. Stesso copione di tre anni fa in vetta al Col de l'Iseran, a quanto pare c'è qualcosa nel sistema che non gradisce le altitudini superiori ai 2700m (anche se, a onor del vero sullo Stelvio e sul Colle dell'Agnello non ho avuto problemi), ci sarà da indagare un po' in officina.
In cima al passo imbocchiamo il breve anello che gira intorno alla vetta della Bonette e facciamo una sosta accanto al cippo che attesta i 2802m: l'anello della Bonette è considerata la strada interamente asfaltata più alta d'Europa; da qui la vista si perde a trecentosessanta gradi sulle montagne circostanti e l'aria fredda è davvero un sollievo dopo il caldo torrido del pomeriggio ma sono ormai le 18:00 ed il navigatore indica ancora quasi tre ore di viaggio per la destinazione all'albergo fuori Cuneo.
Scendiamo sul versante meridionale, costeggiando la montagna alla nostra sinistra e senza alcuna protezione sul lato della scarpata alla nostra destra. Si potrebbe azzardare un ritmo più allegro ma, come per il versante opposto, anche qui la carreggiata non agevola i sorpassi (e le auto non si azzardano ad avvicinarsi troppo alla scarpata!); ritroviamo la vegetazione nel fondovalle ma dobbiamo attendere ancora qualche chilometro prima di trovare un centro abitato e riguadagnare la seconda corsia ed un po' di velocità.
Giunti al piccolo centro di Isola seguiamo le indicazioni per l'Italia, abbandoniamo il fondo valle e cominciamo a prendere quota su di una strada bella tortuosa.
Non c'è anima viva e proviamo a limare qualche minuto al conteggio del navigatore alzando il ritmo di marcia: la spiderona risponde a meraviglia ed in pochi minuti siamo alla stazione sciistica di Isola2000.
La strada si restringe ed in circa tre chilometri siamo sul Col de la Lombarde (2351m), davanti a noi l'Italia...
La strada è troppo stretta per azzardare una discesa veloce ma comunque procediamo bene fino a quando, ormai al fondo valle, ci imbattiamo in una strettissima serie di tornanti in cui due camperesti hanno avuto la bella idea di avventurarsi (perché?)... Dopo aver dato fondo alla mia scorta di pazienza raggiungiamo Vinadio e ci concediamo una sosta per la cena.
Mettiamo piede in albergo ormai dopo le 22:00, è stata una giornata molto lunga ma non riesco ad immaginare un posto migliore del sedile della Q4 per poterla trascorrere.
Qui sopra: La terza tappa Saint Raphael-Cuneo. La spiderona sonnecchia nel garage a Saint Raphael. La Route Napoléon è assolutamente all'altezza delle più rosee aspettative. Nuovamente sotto l'arco della Route. Le splendide acque del Verdon. Le rocce rosse delle Gorges de Daluis sembrano quasi la scenografia di un film. Il Col de la Bonette in tutta la sua gloria.
Giorno IV
Ultimo giorno al volante, il cielo coperto ha mitigato un po' le temperature ed un'ottima colazione ci ha fatto partire col piede giusto.
Il rientro in autostrada è filato abbastanza liscio, appena un paio di rallentamenti per il traffico e due, fortunatamente brevi, soste negli outlet lungo il percorso (la mia dolce metà mi ha fatto pagare la maratona di sabato). Per il resto un pieno di Blu Super+ a Fidenza, un'oretta spesa al lavaggio con la lancia manuale per staccare dalla ceratura una strage di insetti ed un po' di schifezze raccolte nei precedenti 1700km e dare una bella ripulita all'abitacolo, ancora un po' di Blu Super+ (la media complessiva di questo mini tour sarà di 6.7 km/l) e, finalmente, il garage di casa.
In conclusione la spiderona si è nuovamente dimostrata un'ottima gran turismo a cielo aperto, capace di macinare comodamente tanta strada in velocità e di divertire quando serve trasportando due persone con tutto lo spazio necessario per i bagagli. Sono veramente lieto di essermi concesso questa breve fuga dalla monotonia quotidiana ed in fondo è stato il miglior modo possibile di celebrare i 10 anni della Q4!
Qui sopra: La quarta ed ultima tappa è stata prevalentemente autostradale. La spiderona è pronta a rimettersi in marcia. Nel parcheggio dell'outlet la Q4 ha attirato l'attenzione di diverse persone. Kill bugs faster. Le pastiglie dei freni hanno finito col dare una mano di rosso ai cerchi bruniti.