Sempre amareggiato dalla dicotomia tra le meraviglie che Alfa Romeo sa produrre e quanto non le sappia assistere e dalla brutta china che il mondo dell'auto sta prendendo tra il general-generico della fusione dei marchi "popolari" e la truffa elettrica, oggi non ho resistito e ho tirato fuori la Q per un "mordi e fuggi" Mantova Milano.
Naturalmente a scarichi aperti, per urlare "io non ci sto!"
Hanno messo gli ennesimi tutor su strada provinciale, sulla variante della Cisa tra Suzzara e Brescello. Hanno avuto almeno il buon senso di alzare il limite dai 70 ai 90 Km/h. Del resto il limite esisteva solo per l'inerzia di aggiustare tremilionicinquecentomilatrentotto buche che la costellavano.
Beh, adesso è bella liscia...
Ho anche illuminato la giornata ad un...boh...di Renault dal piede impaziente che, attaccato al mio culo, oscillava da destra a sinistra sillabando "ma togliti dai coglioni!". Mi ha sorpassato in zona tutor, prima di un dosso, in doppia riga continua...
Poi è finito il tutor e l'ho trovato fermo a uno stop. Strada dritta, deserta, luccicante come nei miraggi.
Non so quanto quella...cosa...faccia da 0 a 100 ma so quanto fa la mia.
Credo stia ancora piroettando in mezzo alla strada, a bocca aperta, domandandosi cosa è passato a volo radente.
Poi è ripresa la guida tranquilla, un buon country su Tidal (i bassi si sentono da dio!), finestrino sempre aperto, curve pennellate, no freni, tanta tenuta di strada, salvi i limiti.
Lo scarico modulava le vibrazioni direttamente nel mio torace, strana sensazione. Mi sono sorpreso ancora una volta come con la Q si debba guardare sempre il tachimetro per non trovarsi a numeri di tre cifre delle quali la prima potrebbe essere prossima al 2 per colpa della seconda.
Direzione autostrada, Terre di Canossa.
Uno dei momenti più curiosi è quando ti immetti, prudentemente, in autostrada dallo svincolo: auto lontane cinquecento metri iniziano a sfanalare "attento!!!". Basta chiudere finalmente il finestrino e sfiorare il pedale, quello a destra. Senti il sedere che oscilla un po', l'etichetta della camicia che ti preme sulla nuca, contro il sedile e hai risolto.
Pochi secondi, giusto il tempo di arrivare ai fatidici 135 (5 Km omaggio) e lo sfanalamento cessa.
Poi noia, ma non chiudi gli scarichi. L'accelerata per finire in fretta quel sorpasso, per andare a salutare le Stelvio che ti sorpassano, per verificare il cambio di tonalità a 3500 giri ti gratifica di un rombo cavernoso e primordiale, ricco di onde alfa.
Coda sul Po, un distributore con la 100 ottani non c'è, guarda quel tir che sbanda, brutte nuvole e arriva già il casello.
Tangenziale, Eni e la RON 100 (hanno cambiato l'etichetta!) e poi via Ripamonti.
Si fa fatica a non sforare il limite ma più che altro il buon senso. Soprattutto in viale Ferrari dove l'autovelox è segnalato con più scritte e impegno di mezzi che il reattore impazzito di Chernobyl.
Ancora code e fisarmoniche di auto a perdere semafori su semafori. Lei soffre. Le faccio schiarire la gola attraversando l'incrocio con la circonvallazione. Il pedale va giù, l'urlo sale amplificato dalle case, la gente si gira, un paio di sculettate (ovviamente colpa dell'asfalto troppo liscio) è poi il sospiro del rilascio, potente e profondo. Pelle d'oca.
Ma sono quasi arrivato. Sobbalzi sul pavè di viale Sabotino, entro in centro.
Due, tre incroci e vie strette a senso unico. Un'Alfa dietro di me, tiro una bella sgasata da fermo. Vedo un lampo negli occhi del guidatore, noi lo sappiamo!
E finalmente il garage.
Tolgo il "tutto aperto" solo davanti al basculante, mi sono voluto godere l'eco tra le pareti della chiocciola di cemento.
La porto fin quasi contro al muro, in fondo in fondo. Il box è piccolo. Controllo gomme, olio, temperature e finalmente schiaccio il bottone rosso. Inserisco la prima, non attacco il freno a mano, non la chiudo a chiave. Scaramanzie per una batteria di cinque anni che non mi ha mai tradito.
Chiudo il garage ma prima la guardo...
E poi mi giro a guardare la porta chiusa.
Per fortuna domani devo tornare!
Ti fa ancora più male quando chi le ha infuso un'anima poi la tradisce...
C'est la vie...