Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio - 2.9 v6 510cv - MT6 - Rosso Alfa - 2016 - mi

La “ridistribuzione” della rete di vendita - assistenza avrebbe senso qualificandola di più e conservando l’individualità del marchio.
Molte officine e concessionarie andrebbero cancellate (come dichiarano di voler fare) ma NON per motivi economici (leggi risparmi bocconiani) quanto per offrire SERVIZI, efficienti, qualificati, personalizzati e far fuori i pelandroni che nel gruppo prosperano.
MA, ma…questo blitz non mira a rendere il servizio un servizio quanto all’ennesima spersonalizzazione del gruppo condita in salsa economic-produttivo-ecologic-polit. correct
In soldoni: mediocrità a buon prezzo e democraticamente per tutti, con belle lucine, signorine scosciate (forse), tanto fumo, motorini elettrici mild-hybrid, full, cazz, putt, e schermi oled negli occhi.
Non per me.
Amen.
Speriamo al meno nelle signorine scosciate 😁
 
c'è da dire che la storia alfa è la storia di un'azienda fallita 3-4 volte..
Sarebbe fallita anche la ferrari senza la fiat o la ford... fallita pure gm, too big too fail, chrisler , renault è un’ azienda come alitalia, le inglesi non esistono più... evidentemente il business dei carmaker è molto competitivo e le auto uniformandosi perdono appeal , il mondo va verso mezzi di trasporto in sharing... è così , è l’ evoluzione che non lascia spazio alla nostalgia... nel frattempo finchè la taycan di turno non sarà anche divertente godiamoci le nostre vecchie alfa
 
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Sempre amareggiato dalla dicotomia tra le meraviglie che Alfa Romeo sa produrre e quanto non le sappia assistere e dalla brutta china che il mondo dell'auto sta prendendo tra il general-generico della fusione dei marchi "popolari" e la truffa elettrica, oggi non ho resistito e ho tirato fuori la Q per un "mordi e fuggi" Mantova Milano.
Naturalmente a scarichi aperti, per urlare "io non ci sto!"

Hanno messo gli ennesimi tutor su strada provinciale, sulla variante della Cisa tra Suzzara e Brescello. Hanno avuto almeno il buon senso di alzare il limite dai 70 ai 90 Km/h. Del resto il limite esisteva solo per l'inerzia di aggiustare tremilionicinquecentomilatrentotto buche che la costellavano.
Beh, adesso è bella liscia...

Ho anche illuminato la giornata ad un...boh...di Renault dal piede impaziente che, attaccato al mio culo, oscillava da destra a sinistra sillabando "ma togliti dai coglioni!". Mi ha sorpassato in zona tutor, prima di un dosso, in doppia riga continua...
Poi è finito il tutor e l'ho trovato fermo a uno stop. Strada dritta, deserta, luccicante come nei miraggi.
Non so quanto quella...cosa...faccia da 0 a 100 ma so quanto fa la mia.
Credo stia ancora piroettando in mezzo alla strada, a bocca aperta, domandandosi cosa è passato a volo radente.

Poi è ripresa la guida tranquilla, un buon country su Tidal (i bassi si sentono da dio!), finestrino sempre aperto, curve pennellate, no freni, tanta tenuta di strada, salvi i limiti.
Lo scarico modulava le vibrazioni direttamente nel mio torace, strana sensazione. Mi sono sorpreso ancora una volta come con la Q si debba guardare sempre il tachimetro per non trovarsi a numeri di tre cifre delle quali la prima potrebbe essere prossima al 2 per colpa della seconda.
Direzione autostrada, Terre di Canossa.

Uno dei momenti più curiosi è quando ti immetti, prudentemente, in autostrada dallo svincolo: auto lontane cinquecento metri iniziano a sfanalare "attento!!!". Basta chiudere finalmente il finestrino e sfiorare il pedale, quello a destra. Senti il sedere che oscilla un po', l'etichetta della camicia che ti preme sulla nuca, contro il sedile e hai risolto.
Pochi secondi, giusto il tempo di arrivare ai fatidici 135 (5 Km omaggio) e lo sfanalamento cessa.
Poi noia, ma non chiudi gli scarichi. L'accelerata per finire in fretta quel sorpasso, per andare a salutare le Stelvio che ti sorpassano, per verificare il cambio di tonalità a 3500 giri ti gratifica di un rombo cavernoso e primordiale, ricco di onde alfa.
Coda sul Po, un distributore con la 100 ottani non c'è, guarda quel tir che sbanda, brutte nuvole e arriva già il casello.
Tangenziale, Eni e la RON 100 (hanno cambiato l'etichetta!) e poi via Ripamonti.
Si fa fatica a non sforare il limite ma più che altro il buon senso. Soprattutto in viale Ferrari dove l'autovelox è segnalato con più scritte e impegno di mezzi che il reattore impazzito di Chernobyl.

Ancora code e fisarmoniche di auto a perdere semafori su semafori. Lei soffre. Le faccio schiarire la gola attraversando l'incrocio con la circonvallazione. Il pedale va giù, l'urlo sale amplificato dalle case, la gente si gira, un paio di sculettate (ovviamente colpa dell'asfalto troppo liscio) è poi il sospiro del rilascio, potente e profondo. Pelle d'oca.
Ma sono quasi arrivato. Sobbalzi sul pavè di viale Sabotino, entro in centro.
Due, tre incroci e vie strette a senso unico. Un'Alfa dietro di me, tiro una bella sgasata da fermo. Vedo un lampo negli occhi del guidatore, noi lo sappiamo!
E finalmente il garage.
Tolgo il "tutto aperto" solo davanti al basculante, mi sono voluto godere l'eco tra le pareti della chiocciola di cemento.
La porto fin quasi contro al muro, in fondo in fondo. Il box è piccolo. Controllo gomme, olio, temperature e finalmente schiaccio il bottone rosso. Inserisco la prima, non attacco il freno a mano, non la chiudo a chiave. Scaramanzie per una batteria di cinque anni che non mi ha mai tradito.
Chiudo il garage ma prima la guardo...
E poi mi giro a guardare la porta chiusa.

Per fortuna domani devo tornare!

Ti fa ancora più male quando chi le ha infuso un'anima poi la tradisce...
C'est la vie...
 
Ultima modifica:
Sempre amareggiato dalla dicotomia tra le meraviglie che Alfa Romeo sa produrre e quanto non le sappia assistere e dalla brutta china che il mondo dell'auto sta prendendo tra il general-generico della fusione dei marchi "popolari" e la truffa elettrica, oggi non ho resistito e ho tirato fuori la Q per un "mordi e fuggi" Mantova Milano.
Naturalmente a scarichi aperti, per urlare "io non ci sto!"

Hanno messo gli ennesimi tutor su strada provinciale, sulla variante della Cisa tra Suzzara e Brescello. Hanno avuto almeno il buon senso di alzare il limite dai 70 ai 90 Km/h. Del resto il limite esisteva solo per l'inerzia di aggiustare tremilionicinquecentomilatrentotto buche che la costellavano.
Beh, adesso è bella liscia...

Ho anche illuminato la giornata ad un...boh...di Renault dal piede impaziente che, attaccato al mio culo, oscillava da destra a sinistra sillabando "ma togliti dai coglioni!". Mi ha sorpassato in zona tutor, prima di un dosso, in doppia riga continua...
Poi è finito il tutor e l'ho trovato fermo a uno stop. Strada dritta, deserta, luccicante come nei miraggi.
Non so quanto quella...cosa...faccia da 0 a 100 ma so quanto fa la mia.
Credo stia ancora piroettando in mezzo alla strada, a bocca aperta, domandandosi cosa è passato a volo radente.

Poi è ripresa la guida tranquilla, un buon country su Tidal (i bassi si sentono da dio!), finestrino sempre aperto, curve pennellate, no freni, tanta tenuta di strada, salvi i limiti.
Lo scarico modulava le vibrazioni direttamente nel mio torace, strana sensazione. Mi sono sorpreso ancora una volta come con la Q si debba guardare sempre il tachimetro per non trovarsi a numeri di tre cifre delle quali la prima potrebbe essere prossima al 2 per colpa della seconda.
Direzione autostrada, Terre di Canossa.

Uno dei momenti più curiosi è quando ti immetti, prudentemente, in autostrada dallo svincolo: auto lontane cinquecento metri iniziano a sfanalare "attento!!!". Basta chiudere finalmente il finestrino e sfiorare il pedale, quello a destra. Senti il sedere che oscilla un po', l'etichetta della camicia che ti preme sulla nuca, contro il sedile e hai risolto.
Pochi secondi, giusto il tempo di arrivare ai fatidici 135 (5 Km omaggio) e lo sfanalamento cessa.
Poi noia, ma non chiudi gli scarichi. L'accelerata per finire in fretta quel sorpasso, per andare a salutare le Stelvio che ti sorpassano, per verificare il cambio di tonalità a 3500 giri ti gratifica di un rombo cavernoso e primordiale, ricco di onde alfa.
Coda sul Po, un distributore con la 100 ottani non c'è, guarda quel tir che sbanda, brutte nuvole e arriva già il casello.
Tangenziale, Eni e la RON 100 (hanno cambiato l'etichetta!) e poi via Ripamonti.
Si fa fatica a non sforare il limite ma più che altro il buon senso. Soprattutto in viale Ferrari dove l'autovelox è segnalato con più scritte e impegno di mezzi che il reattore impazzito di Chernobyl.

Ancora code e fisarmoniche di auto a perdere semafori su semafori. Lei soffre. Le faccio schiarire la gola attraversando l'incrocio con la circonvallazione. Il pedale va giù, l'urlo sale amplificato dalle case, la gente si gira, un paio di sculettate (ovviamente colpa dell'asfalto troppo liscio) è poi il sospiro del rilascio, potente e profondo. Pelle d'oca.
Ma sono quasi arrivato. Sobbalzi sul pavè di viale Sabotino, entro in centro.
Due, tre incroci e vie strette a senso unico. Un'Alfa dietro di me, tiro una bella sgasata da fermo. Vedo un lampo negli occhi del guidatore, noi lo sappiamo!
E finalmente il garage.
Tolgo il "tutto aperto" solo davanti al basculante, mi sono voluto godere l'eco tra le pareti della chiocciola di cemento.
La porto fin quasi contro al muro, in fondo in fondo. Il box è piccolo. Controllo gomme, olio, temperature e finalmente schiaccio il bottone rosso. Inserisco la prima, non attacco il freno a mano, non la chiudo a chiave. Scaramanzie per una batteria di cinque anni che non mi ha mai tradito.
Chiudo il garage ma prima la guardo...
E poi mi giro a guardare la porta chiusa.

Per fortuna domani devo tornare!

Ti fa ancora più male quando chi le ha infuso un'anima poi la tradisce...
C'est la vie...
Grandi emozioni! Vero è un progetto tradito... hanno passato il cuore della futura sportiva all’ altro grande marchio del gruppo... grande davvero pure lui ma più per eleganza che per aggressività... peccato, spiace anche a me. Ma cosa hai mai comprato che ti ha fatto emozionare e pensare tanto? Mai sentito argomentare così di una 911 ne tantomeno un AMG... Forse di un M3 CSL o un Gt3RS, Con un modello berlina superato il loro ricordo. L’ obbiettivo è stato raggiunto... del futuro non v’ è certezza
 
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Sempre amareggiato dalla dicotomia tra le meraviglie che Alfa Romeo sa produrre e quanto non le sappia assistere e dalla brutta china che il mondo dell'auto sta prendendo tra il general-generico della fusione dei marchi "popolari" e la truffa elettrica, oggi non ho resistito e ho tirato fuori la Q per un "mordi e fuggi" Mantova Milano.
Naturalmente a scarichi aperti, per urlare "io non ci sto!"

Hanno messo gli ennesimi tutor su strada provinciale, sulla variante della Cisa tra Suzzara e Brescello. Hanno avuto almeno il buon senso di alzare il limite dai 70 ai 90 Km/h. Del resto il limite esisteva solo per l'inerzia di aggiustare tremilionicinquecentomilatrentotto buche che la costellavano.
Beh, adesso è bella liscia...

Ho anche illuminato la giornata ad un...boh...di Renault dal piede impaziente che, attaccato al mio culo, oscillava da destra a sinistra sillabando "ma togliti dai coglioni!". Mi ha sorpassato in zona tutor, prima di un dosso, in doppia riga continua...
Poi è finito il tutor e l'ho trovato fermo a uno stop. Strada dritta, deserta, luccicante come nei miraggi.
Non so quanto quella...cosa...faccia da 0 a 100 ma so quanto fa la mia.
Credo stia ancora piroettando in mezzo alla strada, a bocca aperta, domandandosi cosa è passato a volo radente.

Poi è ripresa la guida tranquilla, un buon country su Tidal (i bassi si sentono da dio!), finestrino sempre aperto, curve pennellate, no freni, tanta tenuta di strada, salvi i limiti.
Lo scarico modulava le vibrazioni direttamente nel mio torace, strana sensazione. Mi sono sorpreso ancora una volta come con la Q si debba guardare sempre il tachimetro per non trovarsi a numeri di tre cifre delle quali la prima potrebbe essere prossima al 2 per colpa della seconda.
Direzione autostrada, Terre di Canossa.

Uno dei momenti più curiosi è quando ti immetti, prudentemente, in autostrada dallo svincolo: auto lontane cinquecento metri iniziano a sfanalare "attento!!!". Basta chiudere finalmente il finestrino e sfiorare il pedale, quello a destra. Senti il sedere che oscilla un po', l'etichetta della camicia che ti preme sulla nuca, contro il sedile e hai risolto.
Pochi secondi, giusto il tempo di arrivare ai fatidici 135 (5 Km omaggio) e lo sfanalamento cessa.
Poi noia, ma non chiudi gli scarichi. L'accelerata per finire in fretta quel sorpasso, per andare a salutare le Stelvio che ti sorpassano, per verificare il cambio di tonalità a 3500 giri ti gratifica di un rombo cavernoso e primordiale, ricco di onde alfa.
Coda sul Po, un distributore con la 100 ottani non c'è, guarda quel tir che sbanda, brutte nuvole e arriva già il casello.
Tangenziale, Eni e la RON 100 (hanno cambiato l'etichetta!) e poi via Ripamonti.
Si fa fatica a non sforare il limite ma più che altro il buon senso. Soprattutto in viale Ferrari dove l'autovelox è segnalato con più scritte e impegno di mezzi che il reattore impazzito di Chernobyl.

Ancora code e fisarmoniche di auto a perdere semafori su semafori. Lei soffre. Le faccio schiarire la gola attraversando l'incrocio con la circonvallazione. Il pedale va giù, l'urlo sale amplificato dalle case, la gente si gira, un paio di sculettate (ovviamente colpa dell'asfalto troppo liscio) è poi il sospiro del rilascio, potente e profondo. Pelle d'oca.
Ma sono quasi arrivato. Sobbalzi sul pavè di viale Sabotino, entro in centro.
Due, tre incroci e vie strette a senso unico. Un'Alfa dietro di me, tiro una bella sgasata da fermo. Vedo un lampo negli occhi del guidatore, noi lo sappiamo!
E finalmente il garage.
Tolgo il "tutto aperto" solo davanti al basculante, mi sono voluto godere l'eco tra le pareti della chiocciola di cemento.
La porto fin quasi contro al muro, in fondo in fondo. Il box è piccolo. Controllo gomme, olio, temperature e finalmente schiaccio il bottone rosso. Inserisco la prima, non attacco il freno a mano, non la chiudo a chiave. Scaramanzie per una batteria di cinque anni che non mi ha mai tradito.
Chiudo il garage ma prima la guardo...
E poi mi giro a guardare la porta chiusa.

Per fortuna domani devo tornare!

Ti fa ancora più male quando chi le ha infuso un'anima poi la tradisce...
C'est la vie...
Nelle Tue narrazioni trovo sovente uno spirito che sembra trasparire da una dimensione quasi di dannunziana estetica.
Ma anche sei di certo ispirato dal manifesto del Movimento Futurista, ove si declamava:

- Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo... un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.
- Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.


MMP, sei il nostro superomistico alfista poeta Vate.
Cantaci, o MPP, della Rossa Q l'ira funesta ...
 
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Naturalmente a scarichi aperti, per urlare "io non ci sto!"

Hanno messo gli ennesimi tutor su strada provinciale, sulla variante della Cisa tra Suzzara e Brescello. Hanno avuto almeno il buon senso di alzare il limite dai 70 ai 90 Km/h. Del resto il limite esisteva solo per l'inerzia di aggiustare tremilionicinquecentomilatrentotto buche che la costellavano.
Beh, adesso è bella liscia...

Ho anche illuminato la giornata ad un...boh...di Renault dal piede impaziente che, attaccato al mio culo, oscillava da destra a sinistra sillabando "ma togliti dai coglioni!". Mi ha sorpassato in zona tutor, prima di un dosso, in doppia riga continua...
Poi è finito il tutor e l'ho trovato fermo a uno stop. Strada dritta, deserta, luccicante come nei miraggi.
Non so quanto quella...cosa...faccia da 0 a 100 ma so quanto fa la mia.
Credo stia ancora piroettando in mezzo alla strada, a bocca aperta, domandandosi cosa è passato a volo radente.

Poi è ripresa la guida tranquilla, un buon country su Tidal (i bassi si sentono da dio!), finestrino sempre aperto, curve pennellate, no freni, tanta tenuta di strada, salvi i limiti.
Lo scarico modulava le vibrazioni direttamente nel mio torace, strana sensazione. Mi sono sorpreso ancora una volta come con la Q si debba guardare sempre il tachimetro per non trovarsi a numeri di tre cifre delle quali la prima potrebbe essere prossima al 2 per colpa della seconda.
Direzione autostrada, Terre di Canossa.

Uno dei momenti più curiosi è quando ti immetti, prudentemente, in autostrada dallo svincolo: auto lontane cinquecento metri iniziano a sfanalare "attento!!!". Basta chiudere finalmente il finestrino e sfiorare il pedale, quello a destra. Senti il sedere che oscilla un po', l'etichetta della camicia che ti preme sulla nuca, contro il sedile e hai risolto.
Pochi secondi, giusto il tempo di arrivare ai fatidici 135 (5 Km omaggio) e lo sfanalamento cessa.
Poi noia, ma non chiudi gli scarichi. L'accelerata per finire in fretta quel sorpasso, per andare a salutare le Stelvio che ti sorpassano, per verificare il cambio di tonalità a 3500 giri ti gratifica di un rombo cavernoso e primordiale, ricco di onde alfa.
Coda sul Po, un distributore con la 100 ottani non c'è, guarda quel tir che sbanda, brutte nuvole e arriva già il casello.
Tangenziale, Eni e la RON 100 (hanno cambiato l'etichetta!) e poi via Ripamonti.
Si fa fatica a non sforare il limite ma più che altro il buon senso. Soprattutto in viale Ferrari dove l'autovelox è segnalato con più scritte e impegno di mezzi che il reattore impazzito di Chernobyl.

Ancora code e fisarmoniche di auto a perdere semafori su semafori. Lei soffre. Le faccio schiarire la gola attraversando l'incrocio con la circonvallazione. Il pedale va giù, l'urlo sale amplificato dalle case, la gente si gira, un paio di sculettate (ovviamente colpa dell'asfalto troppo liscio) è poi il sospiro del rilascio, potente e profondo. Pelle d'oca.
Ma sono quasi arrivato. Sobbalzi sul pavè di viale Sabotino, entro in centro.
Due, tre incroci e vie strette a senso unico. Un'Alfa dietro di me, tiro una bella sgasata da fermo. Vedo un lampo negli occhi del guidatore, noi lo sappiamo!
E finalmente il garage.
Tolgo il "tutto aperto" solo davanti al basculante, mi sono voluto godere l'eco tra le pareti della chiocciola di cemento.
La porto fin quasi contro al muro, in fondo in fondo. Il box è piccolo. Controllo gomme, olio, temperature e finalmente schiaccio il bottone rosso. Inserisco la prima, non attacco il freno a mano, non la chiudo a chiave. Scaramanzie per una batteria di cinque anni che non mi ha mai tradito.
Chiudo il garage ma prima la guardo...
E poi mi giro a guardare la porta chiusa.

Per fortuna domani devo tornare!

Ti fa ancora più male quando chi le ha infuso un'anima poi la tradisce...
C'est la vie...
Racconto di spaventosa bellezza! Complimenti per come scrivi!
 
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Un anticipo sulla bella giornata di ieri, finita male meccanicamente parlando ma benissimo per il resto!
“Gentlemen drivers che studiano le tattiche” e “la quiete prima della tempesta”

PS
Per breve tempo ho fatto anche il record sul giro con la GTV…
Poi un “socio” me lo ha strappato!
😂
 

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