M
MPP
Utente Cancellato
"Una giornata bellissima!", troppo semplice...
Inizia tutto il Sabato.
Fa caldo, il giusto. C'è il sole alla faccia delle previsioni di soli cinque giorni prima.
Alzarmi è stato come al solito difficile: da qualche anno la carburazione arriva in tarda mattinata, è la gioia del passare del tempo. Si fotta...
La prendo con calma, doccia, barba, pulisco le scarpe da tennis, quelle vecchie, da fatica. Pantaloni e camicia, quelli di cui ne ho sei paia uguali. Al lavoro ogni tanto si domanderanno se puzzo tenendomi addosso sempre gli stessi vestiti, ma non sanno...
Scendo con le ginocchia legnose sui primi gradini ma al primo pianerottolo vanno già da sole. "Clack" apro e cerco la 500 parcheggiata in piazza. "Mah...ma perché la piccola?" "Per risparmiare la Giulia, *******!" "Taci, imbecille". Decido di pensare a me, una volta tanto, di provare quello che sempre più spesso mi sembra così inutile che semplicemente lo evito. Forse mi servirebbe un bel triciclico...
Risalgo, prendo le chiavi e scendo in garage. Odore di motore e gomme. Ritardo apposta ogni gesto per essere sicuro di non dimenticare nulla.
Salire sulla Giulia, sulla Q, e guidarla non è facile come salire sulla 500 e farcisi portare. La Q vuole disciplina e metodo. La frizione è scorbutica se la premi e basta, devi suonarla. Lo sterzo e il cambio vanno reimparati e blanditi. Vuole impegno e ti ripaga.
Rinuncio alla solita compilation e apro gli scarichi. Pian piano i contorni della giornata da sfuocati si fanno nitidi, affiora una fragile aspettativa.
Finisce la fase di accordatura degli strumenti e si inizia a guidare.
Prima il pieno, poi la sagra dei tutor concentrandomi solo sulle doppiette e il suono che ne scaturisce prima di affrontare le rotonde senza sfiorare i freni. Due sculettate per testare la frizione e una decisione: oggi Fiorentina!
Malvasia secca, gelida e un chilo abbondante di chianina, due chiacchere e poi via verso Parma. Via Emilia e poi autostrada. Vedo una Giulia nera: un altro del gruppo? Via a prenderlo! Non è lui ma ci salutiamo a Fornovo.
Poca strada ed ecco Varano.
Entro nel recinto dell'autodromo tra i primi. Qualche formalità anti-Covid e poi al box. Siamo solo in due della squadra ma cominciamo a preparare quello che Marco ha portato sul Doblò. Prima che arrivino gli altri sedie, tavolo da lavoro, tavolo da vivande, cambi gomme, compressore, attrezzi, benzina e tutto il resto sono pronti.
Arriva l'auto: abbracci, amici e controlli. Mi impegno a rovinarla dipingendola con uno spray che i nostri coinquilini di box hanno portato. Sono simpatici ragazzi marchigiani organizzatissimi e caricatissimi.
Domani dovremo resistere per 12 ore di guida continuativa, non male!
La stanchezza del mattino è svanita.
Giri di prova, partecipo poco convinto: i giri sono pochi e lasciamo che a farli sia chi del team ha esperienza di gare (kart e Legend) e pratica ogni settimana. Del resto non abbiamo ambizioni di podio ma di durata. Per cui corrono tutti, anche i non competitivi. Come me...seee....
Salto la sfilata in paese e mi fiondo a dormire.
"Bzzzz...Bzzzz...Bzzzz" oh cavolo, le quattro!
Domenica, il gran giorno.
Routine automatica, soliti pantaloni, camicia e scarpe vecchie.
Anche oggi non piove! Ma oggi tutta autostrada. Luna a sinistra e sole che sorge a destra, odore di fieno, finestrini aperti.
Entro in quel limbo che precede qualcosa di impegnativo: all'università, mentre gli altri sudavano per la paura prima dell'esame, io mi tranquillizzavo.
Stessa cosa.
Arrivo giusto in tempo per vedere la partenza. Sequenza: alla prima guida il più competitivo dei nostri, poi il più veloce, poi il mio amico meccanico, il figlio e poi io, il primo dei "senior non competitivi". Qualcuno commenta: "correre con la camicia è stile!". Ma sorridono.
53 auto su tre chilometri appesantiti di chicanes per non favorire le auto più potenti. Tante scatoline con sorpresa sotto il cofano, assetti, gomme slick, svuotate del superfluo, addobbate da folli, simpatiche.
La nostra invece è una GTV 2.0 16 valvole twin-spark stock, pesante e stradale al 100%, gomme comprese. Costata 750€ per l'occasione...Vogliamo solo divertirci...seee...
Il walkie-talkie gracida subito "tutto bene!" e arriva un 2 minuti e 12 secondi, 11 secondi meglio che nei giri di prova. "ma si era detto di non tirare!" "eh pota, prova quando sei dentro a non gasarti!". Poi il silenzio, massima concentrazione.
I primi girano come aeroplani, qualche bottarella, girate, lunghi, bandiere gialle, rosse, tante.
Durante una bandiera rossa durata per sempre per via di un'auto capottata nella ghiaia il liquido dei freni si mette a bollire. Alla ripartenza un grido: "Non ho più il pedale! Non ho più il pedale!" gracchia la radio. "Rallenta e pompa! Rallenta e pompa!".
I tempi scendono di poco, il freno si riprende, la GTV riparte. Siamo a metà classifica!
Non mi lamenterò mai più del consumo della Q, la spola col distributore a riempire le taniche è continua. Cambio pilota, rifornimento, pulita ai vetri, pressione gomme e via. I piloti durano poco, massimo mezz'ora. Ma le bandiere rosse allungano i tempi. Un terzo delle auto è già fuori quando si avvicina il mio turno. Ma il pedale del freno soffre delle soste, troppe.
Tocca a me
"metti i guanti e una maglietta!" "no..." "va bene il sedile?" "si ma tocco col casco, dove cazzo è la leva per abbassarlo!" "non c'è, inclinalo..."
"vai!!!!" pacca sul tetto.
E sono dentro.
Il walkie talkie gracchia nel taschino della camicia ma non capisco. Attorno a me il caos. "Click!" "bandiera rossa! bandiera rossa!" e neanche un giro...
Il pedale è spugnoso e devo pompare. Sai che belle staccate! Ma Porcacazz@@##. E anche un'altra sosta...
Caldo, finestrini abbassati solo da fermi, per sicurezza, odore di benzina. E finalmente via di nuovo.
Ma stavolta sono glaciale: imparo le curve al primo giro, imparo a riconoscere i diretti avversari, non ho visuale dallo specchietto destro distrutto prima di me da una pila di gomme, il sinistro guarda il cielo.
Pompo come un disperato sul freno e quello torna pian piano. La lascio correre. In accelerazione non ce n'è per nessuno: andiamo via. Nel misto stretto le piccole ci raggiungono, all'uscita le salutiamo. Risalgo posizioni ma il walkie talkie è muto. Echissenefrega!
Due sono irraggiungibili ma gli altri no. Guido e guido e guido cercando di fare sempre meglio. Chissà che tempi sto facendo. Machissenefrega. Concentrati!
Poi "box box box".
Allungo e rallento per raffreddare i freni, il lungo budello e poi il box.
Scendo con una vistosa vescica sull'indice sinistro. Non me ne ero accorto.
"allora, mi sono avvicinato ai tempi?" "hai fatto il giro più veloce....". Laconico...
Ooops! Mi sono seduto sudato e felice. Il tempo verrà migliorato nei giri successivi, ma intanto...
Poi il disastro.
A 108 giri, dopo sei ore circa e subito prima che risalissi in auto, "Rumore! Rumore! Rumore!" "fermati subito ai box!".
Clangore assordante, bronzina di biella saltata, gara finita.
Facce lunghe, accidenti, santi e cherubini a orecchie tappate.
Ma è un gioco.
Siamo stati tra amici, abbiamo riso, scherzato, ci siamo emozionati, arrabbiati, siamo esplosi di gioia e provato rammarico.
Abbiamo passato bellissime giornate insieme.
Ne valeva assolutamente la pena
E sapete una cosa, il senso di vuoto che provavo prima non è più tornato...
Inizia tutto il Sabato.
Fa caldo, il giusto. C'è il sole alla faccia delle previsioni di soli cinque giorni prima.
Alzarmi è stato come al solito difficile: da qualche anno la carburazione arriva in tarda mattinata, è la gioia del passare del tempo. Si fotta...
La prendo con calma, doccia, barba, pulisco le scarpe da tennis, quelle vecchie, da fatica. Pantaloni e camicia, quelli di cui ne ho sei paia uguali. Al lavoro ogni tanto si domanderanno se puzzo tenendomi addosso sempre gli stessi vestiti, ma non sanno...
Scendo con le ginocchia legnose sui primi gradini ma al primo pianerottolo vanno già da sole. "Clack" apro e cerco la 500 parcheggiata in piazza. "Mah...ma perché la piccola?" "Per risparmiare la Giulia, *******!" "Taci, imbecille". Decido di pensare a me, una volta tanto, di provare quello che sempre più spesso mi sembra così inutile che semplicemente lo evito. Forse mi servirebbe un bel triciclico...
Risalgo, prendo le chiavi e scendo in garage. Odore di motore e gomme. Ritardo apposta ogni gesto per essere sicuro di non dimenticare nulla.
Salire sulla Giulia, sulla Q, e guidarla non è facile come salire sulla 500 e farcisi portare. La Q vuole disciplina e metodo. La frizione è scorbutica se la premi e basta, devi suonarla. Lo sterzo e il cambio vanno reimparati e blanditi. Vuole impegno e ti ripaga.
Rinuncio alla solita compilation e apro gli scarichi. Pian piano i contorni della giornata da sfuocati si fanno nitidi, affiora una fragile aspettativa.
Finisce la fase di accordatura degli strumenti e si inizia a guidare.
Prima il pieno, poi la sagra dei tutor concentrandomi solo sulle doppiette e il suono che ne scaturisce prima di affrontare le rotonde senza sfiorare i freni. Due sculettate per testare la frizione e una decisione: oggi Fiorentina!
Malvasia secca, gelida e un chilo abbondante di chianina, due chiacchere e poi via verso Parma. Via Emilia e poi autostrada. Vedo una Giulia nera: un altro del gruppo? Via a prenderlo! Non è lui ma ci salutiamo a Fornovo.
Poca strada ed ecco Varano.
Entro nel recinto dell'autodromo tra i primi. Qualche formalità anti-Covid e poi al box. Siamo solo in due della squadra ma cominciamo a preparare quello che Marco ha portato sul Doblò. Prima che arrivino gli altri sedie, tavolo da lavoro, tavolo da vivande, cambi gomme, compressore, attrezzi, benzina e tutto il resto sono pronti.
Arriva l'auto: abbracci, amici e controlli. Mi impegno a rovinarla dipingendola con uno spray che i nostri coinquilini di box hanno portato. Sono simpatici ragazzi marchigiani organizzatissimi e caricatissimi.
Domani dovremo resistere per 12 ore di guida continuativa, non male!
La stanchezza del mattino è svanita.
Giri di prova, partecipo poco convinto: i giri sono pochi e lasciamo che a farli sia chi del team ha esperienza di gare (kart e Legend) e pratica ogni settimana. Del resto non abbiamo ambizioni di podio ma di durata. Per cui corrono tutti, anche i non competitivi. Come me...seee....
Salto la sfilata in paese e mi fiondo a dormire.
"Bzzzz...Bzzzz...Bzzzz" oh cavolo, le quattro!
Domenica, il gran giorno.
Routine automatica, soliti pantaloni, camicia e scarpe vecchie.
Anche oggi non piove! Ma oggi tutta autostrada. Luna a sinistra e sole che sorge a destra, odore di fieno, finestrini aperti.
Entro in quel limbo che precede qualcosa di impegnativo: all'università, mentre gli altri sudavano per la paura prima dell'esame, io mi tranquillizzavo.
Stessa cosa.
Arrivo giusto in tempo per vedere la partenza. Sequenza: alla prima guida il più competitivo dei nostri, poi il più veloce, poi il mio amico meccanico, il figlio e poi io, il primo dei "senior non competitivi". Qualcuno commenta: "correre con la camicia è stile!". Ma sorridono.
53 auto su tre chilometri appesantiti di chicanes per non favorire le auto più potenti. Tante scatoline con sorpresa sotto il cofano, assetti, gomme slick, svuotate del superfluo, addobbate da folli, simpatiche.
La nostra invece è una GTV 2.0 16 valvole twin-spark stock, pesante e stradale al 100%, gomme comprese. Costata 750€ per l'occasione...Vogliamo solo divertirci...seee...
Il walkie-talkie gracida subito "tutto bene!" e arriva un 2 minuti e 12 secondi, 11 secondi meglio che nei giri di prova. "ma si era detto di non tirare!" "eh pota, prova quando sei dentro a non gasarti!". Poi il silenzio, massima concentrazione.
I primi girano come aeroplani, qualche bottarella, girate, lunghi, bandiere gialle, rosse, tante.
Durante una bandiera rossa durata per sempre per via di un'auto capottata nella ghiaia il liquido dei freni si mette a bollire. Alla ripartenza un grido: "Non ho più il pedale! Non ho più il pedale!" gracchia la radio. "Rallenta e pompa! Rallenta e pompa!".
I tempi scendono di poco, il freno si riprende, la GTV riparte. Siamo a metà classifica!
Non mi lamenterò mai più del consumo della Q, la spola col distributore a riempire le taniche è continua. Cambio pilota, rifornimento, pulita ai vetri, pressione gomme e via. I piloti durano poco, massimo mezz'ora. Ma le bandiere rosse allungano i tempi. Un terzo delle auto è già fuori quando si avvicina il mio turno. Ma il pedale del freno soffre delle soste, troppe.
Tocca a me
"metti i guanti e una maglietta!" "no..." "va bene il sedile?" "si ma tocco col casco, dove cazzo è la leva per abbassarlo!" "non c'è, inclinalo..."
"vai!!!!" pacca sul tetto.
E sono dentro.
Il walkie talkie gracchia nel taschino della camicia ma non capisco. Attorno a me il caos. "Click!" "bandiera rossa! bandiera rossa!" e neanche un giro...
Il pedale è spugnoso e devo pompare. Sai che belle staccate! Ma Porcacazz@@##. E anche un'altra sosta...
Caldo, finestrini abbassati solo da fermi, per sicurezza, odore di benzina. E finalmente via di nuovo.
Ma stavolta sono glaciale: imparo le curve al primo giro, imparo a riconoscere i diretti avversari, non ho visuale dallo specchietto destro distrutto prima di me da una pila di gomme, il sinistro guarda il cielo.
Pompo come un disperato sul freno e quello torna pian piano. La lascio correre. In accelerazione non ce n'è per nessuno: andiamo via. Nel misto stretto le piccole ci raggiungono, all'uscita le salutiamo. Risalgo posizioni ma il walkie talkie è muto. Echissenefrega!
Due sono irraggiungibili ma gli altri no. Guido e guido e guido cercando di fare sempre meglio. Chissà che tempi sto facendo. Machissenefrega. Concentrati!
Poi "box box box".
Allungo e rallento per raffreddare i freni, il lungo budello e poi il box.
Scendo con una vistosa vescica sull'indice sinistro. Non me ne ero accorto.
"allora, mi sono avvicinato ai tempi?" "hai fatto il giro più veloce....". Laconico...
Ooops! Mi sono seduto sudato e felice. Il tempo verrà migliorato nei giri successivi, ma intanto...
Poi il disastro.
A 108 giri, dopo sei ore circa e subito prima che risalissi in auto, "Rumore! Rumore! Rumore!" "fermati subito ai box!".
Clangore assordante, bronzina di biella saltata, gara finita.
Facce lunghe, accidenti, santi e cherubini a orecchie tappate.
Ma è un gioco.
Siamo stati tra amici, abbiamo riso, scherzato, ci siamo emozionati, arrabbiati, siamo esplosi di gioia e provato rammarico.
Abbiamo passato bellissime giornate insieme.
Ne valeva assolutamente la pena
E sapete una cosa, il senso di vuoto che provavo prima non è più tornato...