Io tutti i giorni che Dio comanda, quando lavoro, prendo la mia bici, me la spupazzo su e giu per le scale di casa (con le solite due o tre vecchiette che soffiano all'amministratore che violerei il regolamento di condominio...voglio proprio vedere...) e vado e torno dal lavoro.
Non sono così pazzo da muovere la Quadrifoglio per tre chilometri soli, parcheggiarla alla merce' di ladri o invidiosi o rischiare di non riuscire neppure a portarla in temperatura...
E comprare un'altra auto o solo un motorino per quello schizzo di distanza sarebbe folle. Al limite a piedi! E se piove meglio! Non mi ferma neppure il gelo: giacca a vento o k-way leggera sotto gli acquazzoni estivi o primaverili.
Ha più lividi il mio sedere per non aver imparato subito che col gelo le strisce pedonali sono da evitare che un portoghese caduto e trascinato sulle traversine da un treno in corsa
Ma per strada mi comporto come in auto, educatamente.
Invece vedo tanti ciclisti che fanno i loro comodi e poi si meravigliano se finiscono col sedere per terra, se va bene.
IMHO il problema non è la bicicletta in se ma il fatto che chi la usa slatentizza, non potendolo fare in auto dove le regole sono ben inculcate e soprattutto il violarle può dar luogo a conseguenze multifere, chi di suo è già "anarcoid-intollerante".
E i deboli si sentono spalleggiati da un'opinione pubblica decisamente pro-ciclista e anti-automobilista.
Con la differenza sostanziale che in auto, se va male, boccio e mi ammacco la fronte. In bici finisco spiattellato...
Quindi, da ciclista, dico: prudenza e rispetto. Per continuare a vivere anche da automobilista...