Dai, anch’io sono normodotato. È la Q che non lo è!
Ieri sera, ad esempio...
Sera magica, reperibile ma sereno, accompagno la moglie alla stazione e poi decido che è ora che mangi qualcosa. Avevamo avuto la terza visita dell’ASL, andata bene, ma il cibo era passato in secondo piano.
Saluto la sposa e parto.
Avevo prenotato in un piccolo ristorante solo di carne, a Mantova.
Parcheggio davanti all’entrata in una piazzetta: voglio godere delle gioie del palato e della vista. La Giulia è sola nel parcheggio, si mostra di lato dall’entrata vetrata di fronte alla quale siedo, snella sul fianco, bassa di profilo, aggressiva sulle ruote.
Arriva la migliore tomahawk della mia vita che sfrigola lentamente su un blocco di sale rovente, una buona doppio malto, patate al forno.
Ogni boccone si accompagna alla sua vista, pane e companatico.
L’Ospedale non chiama, la moglie è sul treno, i figli sicuri. La bolla del tempo si ferma e mi avvolge...
Sono finalmente felice. Era da tempo che non succedeva...
Un Fernet, il conto e torno a casa.
La strada mi sorprende: non è la solita anche se lo è. Vasco a palla, mani e piedi guidano da soli.
Guido piano, godo ogni curva, ogni fazzoletto di strada.
Mi lampeggiano, mi sorpassano, infrangono doppie linee, regole e convenzioni.
Ma io guardo dall’alto e sorrido.
Pian piano la bolla si assottiglia e scompare. Sono di nuovo solo con me stesso, gioie, manie, frustrazioni, miserie e qualche nobiltà.
E arriva la tedesca...
Una BMW anonima, forse diesel, di sicuro presuntuosa.
Mi passa dopo una marea di sfanalate, in riga continua, in curva, prima di un incrocio, in zona 50, bestemmiando...
Io aspetto...
Aspetto...aspetto...
Arriva il rettilineo familiare, dove non escono neppure i gatti e le nutrie a farsi accoppare spiattellati, dove non girano neppure negri neri, in bicicletta, vestiti di scuro, senza fanali, con gli occhi chiusi e che non sorridono. Sono sicuro.
Accelero a tavoletta.
Accelero??? La bimba prende il volo!
La sensazione è quella dei sogni in cui cadi e ti rivolti dai piedi in su, dall’interno.
Mi manca il fiato e lei continua ad accelerare, le mani devono aggrapparsi al volante per non finirmi in faccia, per un attimo ho persino la sensazione che si sollevi in aria, si abbassa sempre più sul posteriore.
La passo e ho quasi l’impressione di vederla roteare nella scia rossa. Velocità warp!
Rinuncia, abbassa le orecchie e rallenta.
Non la vedrò se non lontana negli specchietti, neppure un minimo tentativo di raggiungermi.
Il cuore rallenta, mi fermo a far benzina e poi a casa.
Che serata!!!
Dedicata a tutte le Giulia.