Alprazolam-test parte seconda: “ Tre turbo e tre piloti dall’alba al tramonto”

Re: Alprazolam-test parte seconda: “ Tre turbo e tre piloti dall’alba al tramont

Il successo delle vetture tedesche è anche dovuto a questo: chi le acquista SA che avrà una vettura che fa bene un po' di tutto.

.....

Peccato...un'altra cosa dove i tedeschi hanno capito più di noi.

Peccato :smiley_029:

IA

Sai che io, che ho avuto (partendo da quelle possedute a suo tempo da mio padre), una 155 1.7 twin spark (che suono! non camminava una cippa, ma che suono...), 156 1.9 JTD, 147 1.9 JTD 150cv, MiTo 1.4 Turbo Benzina 120cv, e ora la mia Giulietta 1.4 Benzina GPL (si, mi sono adeguato al costo eccessivo della benzina ^_^ ).....non ho mai avuto un problema che dico uno?

Ho tantissimi esempi di gente che compra "le tedesche" perchè "embè, è una tedesca eh!", e poi rompono l'intercooler su una S3, il cambio su una golf......insomma ragazzi, a me pare che come affidabilità queste alfa vadano benone, senza poi togliere che io a 22.5Keuro ho preso un'auto accessoriatissima mentre ad esempio una Serie1 BMW ti costa almeno 5milaeuro in più, ed estetica a parte cosa ti da in più? il cambio piu corto o piu adrenalina? Non direi...

certo forse oggi alfa non è (più) come dire ferrari ( in termini di blasone intendo), ma non sono d'accordo sul fatto che le tedesche stiano avanti.. o forse si, ma a quasi 10mila euro in più, quindi non è certo un termine di paragone a mio avviso.
 
Cantamessa io l ho visto correre negli anni 90 nei rally di provincia ed era un manico oltre la media. Lo vidi al rally di pico e rally di ceccano in basso Lazio essendo io originario di lì. Cantamessa ,ERRANI ed evangelisti padre e figlio erano.gli eroi di me 18enne....poi un certo .....Navarra che poi diventa il re della terra......
 
Ultima modifica:
Questo articolo segue a: Alprazolam-test parte prima: “Un quadrifoglio tutto solo nella notte”

DISCLAIMER
Questo articolo, i relativi video e foto sono stati realizzati nel rispetto del codice della strada. Eventuali citazioni e materiali audio-video riguardanti la velocità su strada possono essere frutto di drammatizzazione e uso di tecniche di fotoritocco e video-editing.



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Alfa Romeo Giulietta Quadrifoglio Verde 1750 Tbi, un nome importante ed evocativo per il vertice dell’attuale produzione Alfa: decine di modelli sportivi del passato della casa del Biscione hanno scritto la storia della sportività automobilistica. Vediamo insieme se quest’ultima creazione della casa del Portello riesce a reggere il confronto con il peso della tradizione. Casa Fiat d’altronde è felicemente riuscita a riesumare un marchio glorioso come Abarth iniziando con qualche passo falso nei primi anni duemila ma centrando poi l’obiettivo con la 500 il cui modello sportivo sta vendendo molto bene in tutto il mondo. I nuovi modelli Abarth sono infatti convincenti non solo sotto il profilo marketing, ma anche sotto l’aspetto della qualità del prodotto: motori vitaminizzati, assetti vincenti e personalità da vendere.


Sotto l’aspetto della personalità la nostra Giulietta parte lievemente penalizzata per via della scarsa caratterizzazione rispetto ai modelli base. Oltre allo scudetto con il quadrifoglio e ad un assetto ribassato non c’è nulla nella Qv che la faccia distinguere da una normale Giulietta ben accessoriata. L’interno è il medesimo delle versioni meno potenti: manca persino un richiamo se pur minimo alla versione che si sta guidando. Dall’eccesso dell’Abarth che ha marchiato qualunque particolare degli interni fosse marchiabile, a questa standardizzazione non certo coinvolgente.


Per capire quanto veramente sia desiderabile questa Qv ho invitato tre tester di alto livello, ognuno esperto in uno stile di guida differente, che la metteranno alla frusta per poi arrivare a rispondere alla fatidica domanda: “è un’auto che compreresti ? “

Per rendere ancora più completa l’analisi della 1750 tbi ho pensato di radunare anche altre due Giulietta egualmente desiderabili che possono impensierire sotto vari aspetti la nostra contendente: una Jtdm-2 170 cv e una MAir 170 cv. La prima è la diesel top di gamma presso Alfa Romeo e la seconda è l’unità benzina più innovativa nel listino del gruppo torinese. Chi la spunterà alla fine ? Buttiamoci in questo confronto ricco di colpi di…turbo !





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Io e la Giulietta ci spostiamo in provincia di Asti per incontrare il nostro primo tester: Luca Cantamessa. Luca è un rallista di eccezione arrivato ai massimi vertici del Campionato italiano rally. Infatti, dopo aver vinto da giovanissimo i campionati regionali ed aver trionfato nel Memorial Bettega del 2001 è passato al CIR dove è arrivato terzo assoluto nel 2005. Sia nel 2011 che nel 2012 viene proclamato Campione coppa Italia rally.




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Le strade dell’astigiano offrono un perfetto scenario per provare una macchina come la nostra bianca Giulietta: tortuose, impegnative e sempre diverse l’una dall’altra. Luca inizia a guidare con scioltezza snocciolando le curve con una naturalità straordinaria. Ci offre una possibilità unica di valutare la Qv con le lenti della sua esperienza agonistica, ma anche con l’ottica del tester professionale che ha affinato in anni di collaborazioni con testate giornalistiche. E infatti le sue considerazioni sulla vettura vanno ben al di là di una semplice impressione di guida e scivolano verso una analisi approfondita dello stile di guida delle auto moderne. Fantastico! Noi siamo tutto orecchie.
Ecco alcuni estratti della sua video-prova:




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Alla fine di questo istruttivo giro, davanti ad un caffè, arriviamo alle considerazioni finali: Luca è rimasto tutto sommato ben impressionato dalle doti di questa vettura. Il tiro in basso del motore è apprezzabile, così come le caratteristiche di precisione del suo sterzo, meno gradevole la frizione per la sua lentezza nel tornare e per la lunghezza della corsa. Positivo anche il giudizio sul differenziale elettronico che temevo invece potesse turbare un purista della guida come lui. Luca sostiene che fin quando non si chiede troppo al telaio questo trucco funziona veramente per diminuire il sottosterzo, chiaramente su auto che non devono scendere in competizione ma devono garantire il massimo piacere di guida. Oltre un certo limite, soprattutto nelle curve lente, il sottosterzo non è correggibile per via della distribuzione dei pesi che privilegia massicciamente l’avantreno. In definitiva è una vettura che va guidata sul misto sempre con una marcia in più di quella che usualmente si inserirebbe su una sportiva a benzina, per sfruttare l’ottima coppia e lasciare lavorare il differenziale al meglio.

Alla domanda: “Luca, consiglieresti ad un amico di comprarla ?” mi dice che trova questa vettura divertente per un Alfista che cerca divertimento senza investire cifre impegnative e senza rinunciare alla sicurezza e al confort di marcia. Al di là di queste considerazioni la Qv non si può definire un’auto sportiva, ma un buon compromesso tra prestazioni e usabilità.


Ritorno verso Torino ripensando ai bei momenti passati con Luca questa mattina. Cerco di mettere in pratica qualche trucco di guida sportiva avanzata che mi ha insegnato ma…lui è più bravo e quindi ritorno alla mia guida classica in attesa di altre lezioni.

Arrivo fuori Torino dove ho appuntamento con un amico di sempre: Motronic. Motronic non ha un palmares sportivo ma ha qualcosa di egualmente importante per un tester di livello. Una capacità di guida innata accompagnata da un’ottima sensibilità a cogliere le sfumature di regolazione delle diverse autovetture. Anni di esperienza nel campo Tuning lo rendono anche molto preparato sul versante meccanico: ultimamente si occupa di preparazioni di auto americane da cui spreme potenze superiori a 500 cv.
Insieme a lui mi dirigo verso la zona che ospiterà i nostri ulteriori test, ma essendo in due a guidare possiamo introdurre la seconda pretendente al titolo di questo nostro contest : la Jtdm-2 TCT.




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Affido ora l’auto a Motronic per i suoi commenti dal vivo.

“Quando un’auto ti fa sentire vecchio è inevitabile porsi delle domande. Scartando la prima e più ovvia risposta (ma tu SEI vecchio), è già qualche giorno che sto pensando ad un riscontro alternativo.
Ma facciamo un passo indietro.

Quando un amico ti dice: “C’è da provare una macchina” tu, senza nemmeno pensarci, accetti. Però poi, a differenza di quando il tempo libero era un problema perché non sapevi come riempirlo, tanto ce n’era, cominci a fare due conti con l’agenda. Ok. Ok. Ma quando?

Esercitando il tuo senso dell’equilibrio tra dovere e piacere (e una modesta urgenza dettata dall’eterno dubbio che il tuo benedetto/maledetto amico faccia le cose un po’ meglio di te) il tempo lo trovi.

Si da il caso che ci sia una mezz’ora di strada collinare lungo un mio storico “percorso di prova” per arrivare all’appuntamento, il che mi ha dato modo di pensare alle varie auto che negli anni lì ho guidato: dalle hot hatch turbo a trazione anteriore anni 80-90, alle tedesche a trazione posteriore, con pochi, molti e moltissimi cavalli e qualche integrale di mezzo. Tutte li in fila con i loro vizi, vezzi, bizze, pregi e difetti, sistemate in una sorta di archivio mentale , ciascuna persino con l’odore del suo abitacolo e, mi vergogno un po’a dirlo, pure quello del suo scarico. Ognuna con un’etichetta, un termine che riassume le sue caratteristiche.
Cavolo. Non mi sentivo per niente vecchio, anzi!

Sono arrivato con un mezzo sorriso, misto di amarcord e autocompiacimento. Qualche convenevole e si parte.

Due Giulietta, una bianca e una nera, una QV (ovviamente) manuale ed una jtdm 170 TCT.


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Già la premessa estetica mi piace. Stesso “dna” mi dico e carattere diverso. Mi sento un capo anche per il gioco di parole che mi sono concesso e parto con la QV.

La jtdm la conoscevo già e l’avevo apprezzata per molti aspetti, dal sostanziale equilibrio su strada all’eccellente TCT, anche rispetto al dsg di VW, passando per una plancia che è l’unica realizzazione “diversa” rispetto alle consolle-autorobotransformers di quasi tutta la produzione contemporanea.
Ad onor del vero l’avevo apprezzata un po’ meno per altri come la qualità di finiture e componentistica ed i consumi, ma si sa, tutto non si può avere.
Con la jtdm c’era stata intesa da subito: faceva quello che doveva, per molti aspetti pure bene , aveva un suo ruolo e lo interpretava. Insomma le avevo già appiccicato una bella e rassicurante etichetta riassuntiva.
Questa QV, invece…
Non mi si fraintenda , l’auto va bene. Anche molto bene. Però. Non riesco a non domandarmi cosa si chieda ad una moderna sportiva classe C. Forse non è filologicamente correttissimo (ignoro volutamente le ottime, precedenti e fondamentalmente un po’ tamarre Fiat “sportive” a trazione anteriore), ma direi che tutto nasce dalla Golf GTI. Certo erano altri tempi, in Italia c’era il terrorismo, nel mondo era appena finita la crisi energetica: ci voleva un’auto che fosse sportiva nella sostanza, proletaria nella forma (non necessariamente nel prezzo) , che a livello di immagine non risultasse troppo appariscente ma che compiacesse un minimo l’edonismo di chi la possedeva, in maniera direi quasi intimistica. Un prodotto che tempo dopo si sarebbe detto “politicamente corretto”.

Appunto: missione chiara (e anche ”furba”) centrata in pieno, con prestazioni superiori al 95% del parco circolante in un contenitore dall’ aspetto accettabile agli occhi della gente che in fondo però faceva figo.
Di acqua ne è passata sotto i ponti, c’è stato Reagan, l’edonismo non è più un peccato a patto che lo si eserciti in maniera giusta (un penny a chi trova la citazione) magari, che so, con un marchio a forma di mela…

E la nostra QV ? Quell’etichetta riassuntiva virtuale proprio non riesco a metterla. Non capisco più le auto di oggi? Questo dubbio di colpo, mi fa sentire vecchio.

Mmm… no. E’ lei che mi deve delle spiegazioni.

Cosa vuole fare da grande? Va veloce, ma oggi come oggi molte lo fanno, Anche senza pretese sportive. Consuma il giusto?

Appena appena.

Ecco. Credo che alla fine questo si chieda ad una moderna sportiva classe C.

Emoziona? La QV emoziona dunque? Ho dei dubbi.

Intendiamoci: il suo controllo di stabilità è tarato in maniera poco invasiva ma vigile e ti consente se vuoi di arrivare a controsterzare (a proposito, l’assistenza al controsterzo io non l’ho sentita) con la sicurezza di non vederti sorpassato dalla coda. L’assetto in se è un buon compromesso: fino a poco prima del limite è irreprensibile e non ti spacca la schiena, anzi risulta abbastanza confortevole, la motricità è più che discreta, l’auto è solo poco sottosterzante ed appare stabile al punto giusto con la possibilità di forzare un po’ gli inserimenti in rilascio.
Il differenziale autobloccante elettronico (comecavolosichiama) ti rallenta un po’ ma lo fa con classe e fondamentalmente ti fa sentire più “ manico” di quel che sei.Onestamente non siamo ai livelli dei torque vectoring o della modalità “angelo custode” delle M BMW, ma il nostro eroe dà molto con poco.
Lo sterzo è uno dei migliori elettroattuati e in assoluto per nulla male (a parte il diametro di volta).
Il motore è estremamente lineare (anche se il dna in sport ci mette del suo per darti giusto giusto un’idea di calcio nella schiena) e fondamentalmente piacevole . I freni sono ottimi per sensazioni restituite.

Quindi?

Quindi ciò che manca è quel quid che ti fa dire “ho speso bene il 40% in più in carburante rispetto alla jtdm”: la voce del motore all’interno dell’abitacolo è sotto tono (fuori è gradevole ma questo… riguarda gli altri) , il cambio non è un mostro per precisione escursione e sincronizzazione e soprattutto non ha quel feeling per cui giochi ad usarlo più del dovuto. Chi ha provato una Miata sa di cosa parlo. Ok. Sto divagando.
Per inciso, la frizione fa il suo dovere con un pelo di affanno.
E il dna è poco più di un gioco. Intendiamoci: ottima l’idea, ma onestamente o si prevede una ulteriore posizione con tutte le assistenze disinserite o, ragazzi, il volante un po’ più duro e l’acceleratore che dà tutto o quasi anche sfiorandolo non mi basta e mi sa di finto.

Quindi?? Quindi a mio avviso l’ultima (e unica al momento) Alfa sportiva doveva (e con qualche aggiustamento potrebbe) emozionare di più.
Non è colpa mia che sono vecchio. E’ lei che è troppo… Granturismo.
Eccola lì l’etichetta riassuntiva. Questa però mi rassicura fin troppo. “



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Nel primo pomeriggio saluto Motronic perché è ora di raggiungere in centro a Torino un altro amico: Roberto Rayneri. Roberto è un Gentleman driver agonista che da anni gira il mondo per coltivare la sua passione automobilistica. Ecco il suo curriculum sportivo: ha partecipato a 3 Monza rally show e due 24h di Dubai, ha vinto una 12 ore di Abu Dhabi 2012 cat gt4. Ha inoltre partecipato al trofeo Ginetta 2012 3°over 45 + alcune gare campionato GT e rally in pista: Franciacorta , Vallelunga , Imola (3°cat s2000).




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Roberto usa giornalmente una Giulietta Mair 170 cv, la terza contendente del nostro contest! Prima però gli affido la Qv per i suoi pareri.
Innanzitutto Roberto ed io conveniamo sul fatto che è un peccato che gli interni non presentino nessuna personalizzazione rispetto alla versioni minori. Ma oggi noi badiamo alla strada e abbandoniamo subito qualsiasi argomento che non comporti il guidare.

Roberto prova la Giulietta Qv prima sulle strade della collina torinese dove lui è di casa. Per prima cosa rimane interdetto dalla modulabilità del pedale del freno, forse abituato alla sua Giulietta che non ha l’impianto Brembo di serie. Mi dice che trova troppo lunga la corsa per trattarsi di un’auto sportiva e che manca di quel bel mordente nei primi centimetri a cui ormai ha fatto l’abitudine. Le auto da pista che guida regolarmente hanno i freni con una precorsa quasi nulla e una parte efficace concentrata in pochi centimetri, qui si sente un po’ spaesato. Male anche la frizione, mi dice, troppo lunga e poco precisa negli innesti. Tutti commenti che mi trovano perfettamente d’accordo.




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Passiamo poi alla tangenziale dove saggiare la parte più prestazionale. Roberto mi dice che non sente tanta differenza dalla sua Giulietta di tutti i giorni, cosa che in parte mi stupisce data la differenza di 60 cavalli, ma egli insiste dicendo che le sensazioni non sono tanto distanti. Sono un po’ scettico su questo punto e gli chiedo quindi di provare la sua Mair.

Faccio manovra e già dopo i primi metri mi accorgo di quanto sia duro lo sterzo in D su questa MAir, più che sulle altre versioni: mi ricorda l’Alfa 33 senza servosterzo di tanti anni fa ! Troppo, veramente troppo. Parto per il tratto misto dove noto che il motore da 1,4 litri fa miracoli per la cubatura: certo è più pigro ai bassi, dove inizia a spingere verso i 2500 giri, per poi plafonarsi a 5000 giri (si tratta di 2000 giri in meno di zona utilizzabile rispetto alla Qv). Però, mamma mia, la sensazione non è tanto diversa ! Il rumore è uguale se non più piacevole al minimo e perde solo agli alti regimi dove resta più anonimo, ma non ti senti su un pianeta diverso. Complice poi il cambio TCT che in questa versione a benzina si comporta ancora meglio che sul jtdm, più incisivo quando glielo si chiede, con una velocità di cambiata ancora superiore ma sempre morbido nella guida di tutti i giorni.



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Parlando di assetto la differenza c’è visto che il modello MAir provato era privo dell’assetto sportivo ma le buone caratteristiche di base vengono comunque mantenute. Anzi, il minore peso sull’avantreno rispetto alle altre due contendenti rendono la MAir particolarmente agile e poco sottosterzante, una vera rivelazione.

Al ritorno guardo negli occhi Roberto e gli dico che aveva proprio ragione ! Le sensazioni di guida tra le due auto a benzina non sono così marcate come la differenza di prezzo e blasone farebbero pensare. E i consumi e i costi di gestione sono radicalmente diversi. La Qv si attesta sugli 8-9 km/l con un uso morigerato ( consumo medio della nostra prova su 400 km: 5,5 km/l) mentre la sorella raggiunge anche i 12 prestando attenzione.

In definitiva si può ottenere l’80% dei contenuti di una Qv optando per un MAir ben accessoriata che dà meno nell’occhio sotto tutti i punti i vista. Questo è il pensiero generale di Roberto che, invece di soffermarsi su discorsi tecnici, va subito al sodo e se ne esce con un lapidario: “io comprerei la MAir.”
Saluto Roberto e lo ringrazio per la sua disponibilità.


E’ tempo di considerazioni conclusive per noi, dopo due giorni di prove estensive. Cominciamo da una pagella della Qv per riassumere le sensazioni di noi 4 tester.

Alfa Romeo Giulietta Quadrifoglio verde

PREGI
Motore elastico
Ripresa ottima
Freni modulabili e instancabili
Divertente sul misto


DIFETTI
Interni non caratterizzati
Frizione e cambio non all’altezza
Consumo alto
Poco coinvolgente


Alla domanda: “è una vera Alfa Romeo ? “non posso che rispondere “Sicuramente si”.

Alla domanda:” è una vera Quadrifoglio verde ?” preferisco un salomonico “Ni: bella con poca anima.”

Come si posiziona all’interno della gamma Giulietta ? Forse è la versione meno interessante perché offre poco di più della variante MAir ma chiede tanto di più in termini di sacrificio economico.

Chi vince quindi questo scontro tra Giulietta ?

#1 Giulietta MAir 170 cv TCT
#2 Giulietta Jtdm-2 TCT
#3 Giulietta Qv 1750 TBi


O forse il vincitore è ancora qualcun altro ?


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Stay tuned !

Continua con
Alprazolam-test parte terza: “ Un quadrifoglio immerso nei numeri”
🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣


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