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AccaEmme
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Roger Federer si conferma il re di Wimbledon. Ma quanta fatica per superare Rafael Nadal nella finale-bis che sul Centre Court vedeva sfidarsi, come dodici mesi fa, i due più forti giocatori del mondo. Lo svizzero ha trionfato al termine di una partita bellissima e molto equilibrata.
Se la vittoria di Federer poteva essere messa in preventivo, ha stupito la prestazione di Nadal, che ha dato prova ancora una volta di essersi adattato alla perfezione all'erba, riducendo il gap tecnico tra i due tennisti su questa superficie.
Federer ha iniziato con un break di vantaggio (3-0), ma non ha mai dato l'impressione di poter dominare l'incontro. Ha vinto per nove punti a sette il primo tie break, e un po' più facilmente (7-3) quello del terzo set. Ma ha ceduto il secondo set 6-4 e ancor più nettamente (6-2) il quarto, mostrando di soffrire eccessivamente il gioco del suo avversario e forse non riuscendo a interpretare al meglio gli schemi su erba: troppo attendista (e nervoso) lo svizzero, sembrava quasi di assistere a un match sulla terra. Il tutto favoriva il maiorchino (in grande giornata), che infatti teneva facilmente i propri turni di battuta e si procurava quattro palle break, distribuite a metà sull'1-1 e sul 2-2.
La capacità del campione è quella di giocare bene i punti che contano, e in questo senso Federer non conosce rivali. Scampato il pericolo, sul 3-2 ha piazzato l'allungo vincente e da quel momento in poi si è liberato della tensione e della paura, prima di trionfare 6-2.
Onore al merito a Nadal, intanto Federer, alla sua 54esima vittoria di fila sull'erba, è già proiettato alla conquista di nuovi record: ha raggiunto quello di Bjorn Borg, padrone del torneo più prestigioso del mondo tra il 1976 e il 1980, e con cinque Wimbledon, tre Australian Open, e tre US Open in bacheca, insegue quello di Sampras, che detiene il maggior numero di slam vinti in carriera (14).
Per superarlo gli rimane ancora molto tempo, e diverse chance, visto che l'unico in grado di fermarlo, al momento, sembra essere Nadal.
Se la vittoria di Federer poteva essere messa in preventivo, ha stupito la prestazione di Nadal, che ha dato prova ancora una volta di essersi adattato alla perfezione all'erba, riducendo il gap tecnico tra i due tennisti su questa superficie.
Federer ha iniziato con un break di vantaggio (3-0), ma non ha mai dato l'impressione di poter dominare l'incontro. Ha vinto per nove punti a sette il primo tie break, e un po' più facilmente (7-3) quello del terzo set. Ma ha ceduto il secondo set 6-4 e ancor più nettamente (6-2) il quarto, mostrando di soffrire eccessivamente il gioco del suo avversario e forse non riuscendo a interpretare al meglio gli schemi su erba: troppo attendista (e nervoso) lo svizzero, sembrava quasi di assistere a un match sulla terra. Il tutto favoriva il maiorchino (in grande giornata), che infatti teneva facilmente i propri turni di battuta e si procurava quattro palle break, distribuite a metà sull'1-1 e sul 2-2.
La capacità del campione è quella di giocare bene i punti che contano, e in questo senso Federer non conosce rivali. Scampato il pericolo, sul 3-2 ha piazzato l'allungo vincente e da quel momento in poi si è liberato della tensione e della paura, prima di trionfare 6-2.
Onore al merito a Nadal, intanto Federer, alla sua 54esima vittoria di fila sull'erba, è già proiettato alla conquista di nuovi record: ha raggiunto quello di Bjorn Borg, padrone del torneo più prestigioso del mondo tra il 1976 e il 1980, e con cinque Wimbledon, tre Australian Open, e tre US Open in bacheca, insegue quello di Sampras, che detiene il maggior numero di slam vinti in carriera (14).
Per superarlo gli rimane ancora molto tempo, e diverse chance, visto che l'unico in grado di fermarlo, al momento, sembra essere Nadal.
