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AccaEmme
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- Autore discussione Tibe
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Marco77to
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Marco77to
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lybra ha detto:Marco77to ha detto:
si chiama Exhibit...è un rapper americano...ma lo abbreviano cn X
lo sapevo che ne eri informato.... grazie comunque!
Marco77to ha detto:lybra ha detto:Marco77to ha detto:
si chiama Exhibit...è un rapper americano...ma lo abbreviano cn X
lo sapevo che ne eri informato.... grazie comunque!
lo sai per tutto quello che riguarda le macchine ti puoi fidare...
@HM: eh si...è proprio spettacolare...riescono a fare cose assurde :Eye:
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AccaEmme
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Anche se io preferisco un programma analogo sulle trasformazioni delle case. Lo da un programma del pacchetto Mondo Sky.
devilpassion
Alfista principiante
lybra ha detto:AccaEmme ha detto:
lo danno su sky vivo...
Extreme makeover home edition
simpatico...l'ho visto da mia zia...io nn ho Sky
c'è quello e pure Mentri eri via, la differenza sostanziale sta nel fatto che nel primo rifanno una casa intera in 7 gg, mentre nel secondo solo 1 max 2 ambienti in 2 gg, se non ricordo male....
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AccaEmme
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Al secondo tentativo Tomas Berdych fa centro. Dopo aver perso da Federer la finale dello scorso, il tennista ceco si aggiudica il torneo di Halle battendo il cipriota Marcos Baghdatis. In una partita molto combattuta Berdych è stato costretto a salvare due set point allavversario sul 4-5 nel primo set, per poi imporsi con il punteggio finale di 7-5 6-4. Per il 21enne ceco è il terzo titolo della carriera, il primo dalla vittoria a Parigi Bercy nel 2005
" E' fantastico aver vinto sull'erba " ha commentato Berdych al termine del match due anni fa non mi piaceva giocare sull'erba, perciò conquistare il titolo adesso, al termine di un torneo così difficile, mi rende molto felice.
Baghdatis avrebbe potuto festeggiare in modo diverso il suo 22esimo compleanno, in quella che per lui era la terza finale di stagione, dopo la vittoria a Zagabria e la finale di Marsiglia; eppure il cipriota prende il tutto con filosofia: No, la sconfitta non rovina il mio compleanno. Mia madre mi farà comunque gli auguri! Parlando della partita Baghdatis analizza così il ko: Sull'erba è importante servire bene nei momenti importanti, io non ci sono riuscito, al contrario di Tomas. Comunque posso giocare bene anche su questa superficie, è soprattutto una questione di abitudine. All'inizio della carriera, ad esempio, non giocavo molte partite sulla terra battuta, quindi mi trovavo in difficoltà sul rosso, adesso invece pian piano mi sto adattando a tutte le superfici. E come dargli torto: raggiungere la finale non è certo un risultato da buttare.
" E' fantastico aver vinto sull'erba " ha commentato Berdych al termine del match due anni fa non mi piaceva giocare sull'erba, perciò conquistare il titolo adesso, al termine di un torneo così difficile, mi rende molto felice.
Baghdatis avrebbe potuto festeggiare in modo diverso il suo 22esimo compleanno, in quella che per lui era la terza finale di stagione, dopo la vittoria a Zagabria e la finale di Marsiglia; eppure il cipriota prende il tutto con filosofia: No, la sconfitta non rovina il mio compleanno. Mia madre mi farà comunque gli auguri! Parlando della partita Baghdatis analizza così il ko: Sull'erba è importante servire bene nei momenti importanti, io non ci sono riuscito, al contrario di Tomas. Comunque posso giocare bene anche su questa superficie, è soprattutto una questione di abitudine. All'inizio della carriera, ad esempio, non giocavo molte partite sulla terra battuta, quindi mi trovavo in difficoltà sul rosso, adesso invece pian piano mi sto adattando a tutte le superfici. E come dargli torto: raggiungere la finale non è certo un risultato da buttare.
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AccaEmme
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E' finita come tutti si aspettavano, anche se Marion Bartoli ha degnamente tenuto il campo contro Venus Williams, regina di Wimbledon per la quarta volta, dopo i successi del 2000, 2001 e 2005.
Nella finale con la classifica WTA più bassa della storia (n° 31 l'americana, n° 19 la francese) Venus partiva nettamente favorita, e in effetti il servizio e la maggiore potenza dell'americana hanno fatto la differenza, anche se il punteggio (6-4 6-1) rende poco giustizia alla determinazione della francese.
La Williams ha iniziato il torneo da perfetta outsider, colpa di una testa di serie (troppo?) bassa e di un passato recente fatto di infortuni (come quello al polso che le impedì di disputare l'Australian Open a inizio anno) e scarsi risultati: l'ultima vittoria l'aveva colta sul cemento di Memphis a Febbraio, successo che aveva spezzato un digiuno che durava proprio da Wimbledon, edizione 2005.
Venus ha trovato la forma durante il torneo e contro la Sharapova negli ottavi è stata perfetta, creando le premesse per un fantastico poker. Nelle sei finali disputate all'All England Club, l'americana ha perso solo quando ha affrontato sua sorella. A proposito, viene il sospetto che se Serena non si fosse fatta male, avremmo assistito alla stessa finale del 2002 e del 2003. Invece abbiamo scoperto la Bartoli: forse (per questi livelli) verrà ricordata come una meteora, ma nel torneo tradizionalmente riservato a poche elette ha avuto il merito di portare qualcosa di nuovo.
Nella finale con la classifica WTA più bassa della storia (n° 31 l'americana, n° 19 la francese) Venus partiva nettamente favorita, e in effetti il servizio e la maggiore potenza dell'americana hanno fatto la differenza, anche se il punteggio (6-4 6-1) rende poco giustizia alla determinazione della francese.
La Williams ha iniziato il torneo da perfetta outsider, colpa di una testa di serie (troppo?) bassa e di un passato recente fatto di infortuni (come quello al polso che le impedì di disputare l'Australian Open a inizio anno) e scarsi risultati: l'ultima vittoria l'aveva colta sul cemento di Memphis a Febbraio, successo che aveva spezzato un digiuno che durava proprio da Wimbledon, edizione 2005.
Venus ha trovato la forma durante il torneo e contro la Sharapova negli ottavi è stata perfetta, creando le premesse per un fantastico poker. Nelle sei finali disputate all'All England Club, l'americana ha perso solo quando ha affrontato sua sorella. A proposito, viene il sospetto che se Serena non si fosse fatta male, avremmo assistito alla stessa finale del 2002 e del 2003. Invece abbiamo scoperto la Bartoli: forse (per questi livelli) verrà ricordata come una meteora, ma nel torneo tradizionalmente riservato a poche elette ha avuto il merito di portare qualcosa di nuovo.
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