Dopo avere dimostrato al mondo le sue qualità di progettista con i successi della P2 da Grand Prix, Vittorio Jano si dedicò al compito di applicare la sua esclusiva ricetta anche alle vetture stradali.
Qui era presente un link corrotto ed è stato eliminato.
Per opera sua nacque nel 1927 la prima 6C 1500 di serie,
che rappresentò un distacco netto sia dalle tradizioni della Casa (la sua cilindrata era la metà di quella della precedente RL), sia dalla pratica corrente delle rivali, le quali ottenevano prestazioni elevate da vetture di cilindrata cospicua (2 litri a 6 cilindri) e consideravano le vetture di piccola cilindrata niente più che modeste utilitarie. In un’epoca in cui i telai erano pesanti longheroni d’acciaio e le carrozzerie venivano costruite a mano su massicci scheletri artigianali, la 6C 1500, che non superava 1100 Kg, costituiva un’assoluta eccezione.
Nonostante la cilindrata contenuta in 1487 centimetri cubici (alesaggio e corsa 62 x 82 mm) e la distribuzione con un solo albero a camme in testa, il motore della 6C 1500 erogava nella sua prima versione 44 cavalli a 4200 giri al minuto, una potenza unitaria significativa per raggiungere la quale Jano aveva applicato soluzioni e tecnologie sperimentate nelle competizioni.
L’impronta sportiva di questo telaio a passo lungo e il prestigio della Casa che aveva vinto il campionato mondiale del 1925, fecero della 6C 1500 un immediato successo .
Il 6 cilindri in linea di Jano era un motore raffinato, fatto apposta per essere sviluppato in senso sportivo e già nella seconda serie fu montata una testata con doppio albero a camme il cui disegno derivava da quello delle vetture da competizione. La sua potenza saliva così a 54 cavalli e il motore Alfa Romeo acquisiva una caratteristica tecnica che sarebbe diventata un tratto distintivo della Casa.
Nel 1927 la 6C debuttò in campo sportivo e grazie alla leggerezza e alle qualità stradali della versione Sport, seconda serie a passo corto (1928), raggiunse subito traguardi importanti.
In vista della seconda Mille Miglia, sempre nel 1928, fu realizzata una versione speciale della 6C 1500, la Super Sport, in sole 25 unità (con e senza compressore) che montavano il motore 6 cilindri ad alimentazione atmosferica in versione più spinta per una potenza di 60 cavalli anziché 54, mentre l’eventuale installazione di un compressore volumetrico tipo Roots innalzava la potenza a 76 cavalli. L’edizione del 1928 della corsa bresciana vide il trionfo della 6C 1500 Super Sport con compressore e carrozzeria Spider Zagato, guidata da Campari e Ramponi, alla quale seguì una serie di vittorie nelle maggiori competizioni della categoria Sport tra il 1928 ed il 1929.
Della Super Sport fu anche costruita una versione con motore a testata fissa, per esasperare ancora di più le prestazioni che arrivavano così a ben 84 cavalli a 5000 giri.
Questa auto non fu solo il primo banco di prova della perizia progettuale di Jano applicata alle vetture stradali, ma fu anche l’auto con la quale l’Alfa Romeo, ancora in bilico tra i problemi politici del primo dopo-guerra e la tentazione di chiudere il settore automobilistico, assunse la dimensione del Costruttore di pregio.
Ma la 6C, autentico capolavoro di meccanica compatta, affermò anche con autorità, il concetto che una vettura di cilindrata contenuta non doveva essere considerata più una semplice “vetturetta” di second’ordine.
La creatura di Jano, che combinava sofisticazione progettuale, raffinatezza di ogni componente, leggerezza e compattezza, risultò vincente anche se, inevitabilmente piuttosto costosa, fattore che impedì alti numeri di vendite.
Ma è con questo modello che l’Alfa iniziò a diventare una leggenda.
Tra il 1927 ed il 1929 furono costruite 1064 6C 1500, nelle versioni Normale, Sport e Super Sport.
E’ da notare che in anni successivi furono prodotte altre vetture denominate 6C 1500 , che erano in realtà una derivazione della 1750 e non una prosecuzione della 6C 1500 originale.
Fonti: Alfa Romeo Sport Collection
Foto: Fiatautopress
Per opera sua nacque nel 1927 la prima 6C 1500 di serie,
che rappresentò un distacco netto sia dalle tradizioni della Casa (la sua cilindrata era la metà di quella della precedente RL), sia dalla pratica corrente delle rivali, le quali ottenevano prestazioni elevate da vetture di cilindrata cospicua (2 litri a 6 cilindri) e consideravano le vetture di piccola cilindrata niente più che modeste utilitarie. In un’epoca in cui i telai erano pesanti longheroni d’acciaio e le carrozzerie venivano costruite a mano su massicci scheletri artigianali, la 6C 1500, che non superava 1100 Kg, costituiva un’assoluta eccezione.
Nonostante la cilindrata contenuta in 1487 centimetri cubici (alesaggio e corsa 62 x 82 mm) e la distribuzione con un solo albero a camme in testa, il motore della 6C 1500 erogava nella sua prima versione 44 cavalli a 4200 giri al minuto, una potenza unitaria significativa per raggiungere la quale Jano aveva applicato soluzioni e tecnologie sperimentate nelle competizioni.
L’impronta sportiva di questo telaio a passo lungo e il prestigio della Casa che aveva vinto il campionato mondiale del 1925, fecero della 6C 1500 un immediato successo .
Il 6 cilindri in linea di Jano era un motore raffinato, fatto apposta per essere sviluppato in senso sportivo e già nella seconda serie fu montata una testata con doppio albero a camme il cui disegno derivava da quello delle vetture da competizione. La sua potenza saliva così a 54 cavalli e il motore Alfa Romeo acquisiva una caratteristica tecnica che sarebbe diventata un tratto distintivo della Casa.
Nel 1927 la 6C debuttò in campo sportivo e grazie alla leggerezza e alle qualità stradali della versione Sport, seconda serie a passo corto (1928), raggiunse subito traguardi importanti.
In vista della seconda Mille Miglia, sempre nel 1928, fu realizzata una versione speciale della 6C 1500, la Super Sport, in sole 25 unità (con e senza compressore) che montavano il motore 6 cilindri ad alimentazione atmosferica in versione più spinta per una potenza di 60 cavalli anziché 54, mentre l’eventuale installazione di un compressore volumetrico tipo Roots innalzava la potenza a 76 cavalli. L’edizione del 1928 della corsa bresciana vide il trionfo della 6C 1500 Super Sport con compressore e carrozzeria Spider Zagato, guidata da Campari e Ramponi, alla quale seguì una serie di vittorie nelle maggiori competizioni della categoria Sport tra il 1928 ed il 1929.
Della Super Sport fu anche costruita una versione con motore a testata fissa, per esasperare ancora di più le prestazioni che arrivavano così a ben 84 cavalli a 5000 giri.
Questa auto non fu solo il primo banco di prova della perizia progettuale di Jano applicata alle vetture stradali, ma fu anche l’auto con la quale l’Alfa Romeo, ancora in bilico tra i problemi politici del primo dopo-guerra e la tentazione di chiudere il settore automobilistico, assunse la dimensione del Costruttore di pregio.
Ma la 6C, autentico capolavoro di meccanica compatta, affermò anche con autorità, il concetto che una vettura di cilindrata contenuta non doveva essere considerata più una semplice “vetturetta” di second’ordine.
La creatura di Jano, che combinava sofisticazione progettuale, raffinatezza di ogni componente, leggerezza e compattezza, risultò vincente anche se, inevitabilmente piuttosto costosa, fattore che impedì alti numeri di vendite.
Ma è con questo modello che l’Alfa iniziò a diventare una leggenda.
Tra il 1927 ed il 1929 furono costruite 1064 6C 1500, nelle versioni Normale, Sport e Super Sport.
E’ da notare che in anni successivi furono prodotte altre vetture denominate 6C 1500 , che erano in realtà una derivazione della 1750 e non una prosecuzione della 6C 1500 originale.
Fonti: Alfa Romeo Sport Collection
Foto: Fiatautopress
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