Cannavaro vince il pallone d'oro:
Lo ha vinto un italiano, lo ha vinto Cannavaro, allo sprint su Gigi Buffon. Sono stati gli spagnoli, segugi formidabili, a rovinare la festa ai francesi, che volevano tenere nascosta il più possibile la notizia. Invece a Madrid è stato smascherato il fotografo che stava preparando il servizio pronto a uscire sul numero del 28 novembre diFrance Football.
Così adesso non è più un segreto. Cannavaro è il quarto italiano dopo Gianni Rivera, Paolo Rossi e Roberto Baggio ed è il terzo difensore nella storia del premio, il secondo da quando sono stati ammessi gli extracomunitari che giocano in Europa. Prima di lui lo hanno vinto Franz Beckenbauer, due volte (’72 e ’76) e Matthias Sammer nel ’96.
Dieci anni dopo, Parigi incoronerà questo italiano che ha collezionato centocinque presenze in nazionale e non ha nessuna intenzione di mollare la maglia azzurra. Nel momento in cui Totti e Nesta fanno un passo indietro, ci consola l’amore di Cannavaro per i colori azzurri. Lui, insieme con Buffon, Gattuso, Zambrotta e tutti gli altri, ha portato l’Italia sul tetto del mondo, l’ha aiutata a superare l’emergenza di Calciopoli e a restituire a tutti noi un briciolo di fiducia nel pallone.
Ma il favore, in qualche modo, gli è stato ricambiato. Perché l’impressione è che sia stato scelto Cannavaro come simbolo di una squadra che non ha mollato un istante ed è arrivata in fondo perché aveva qualcosa più degli altri: l’anima. In Germania non eravamo i più forti, ma i più coraggiosi, tenaci, determinati. Per Cannavaro è un momento d’oro. Era andato alla Juventus perché all’Inter non avvertiva fiducia. È andato alla Juventus perché in carriera non aveva mai vinto lo scudetto. Ed è ancora a zero, i due conquistati a Torino sono stati cancellati dalla giustizia sportiva. Fabio li sente suoi e lo ripete in continuazione, ma sa che nella pratica non è così.
Forse anche per questo ha scelto Madrid; forse anche per questo motivo non ha accettato, come Del Piero e Nedved, di scendere in serie B. Niente scudetti, per ora, ma un Pallone d’oro. A Bergamo, nel dopo partita, si schermiva con chi lo tampinava cercando di strappargli una frase sull’argomento. E ieri, per fronteggiare l’assalto dei cronisti di mezza Europa, ha staccato in fretta i cellulari e affidato il suo pensiero al sito ufficiale del Real Madrid: «Vincere sarebbe emozionante. Un sogno che diventa realtà».
L’annuncio ufficiale arriverà il 27 novembre, il giorno stesso della premiazione. A Parigi, in casa del nemico, lo accompagnerà il suo presidente, Ramon Calderon, ma è come se ci fossero i compagni di quella impagabile avventura e chi l’Italia l’ha seguita palpitando dal primo all’ultimo giorno del Mondiale tedesco.
Buffon è destinato al secondo posto. La maledizione dei portieri. Uno solo ha vinto il Pallone d’oro: Jashin nel 1963. Thierry Henry, il più pericoloso non solo sul prato dell’Olympiastadion di Berlino, dovrebbe essere arrivato terzo. Ma in queste sfide conta vincere. Ha vinto Cannavaro.