Capacità o no, per la maggior parte delle donne la guida è una faccenda come un’altra, per molti uomini invece no, non si tratta di abilità ma di passione per questo aspetto della vita moderna.
Il fatto che il processo decisionale per l’acquisto di un’auto si sia spostato dall’uomo ad un equilibrio tra le due metà del cielo, è certificato dalla attuale preferenza degli utenti per auto più alte (più comode per salire/scendere e con una migliore visibilità per parcheggiare), più votate al lusso ed al glamour a discapito dei reali contenuti tecnici, indubbiamente meno emozionali: ho guidato sia la Giulia che lo Stelvio Quadrifoglio in pista, per quanto il secondo sia qualcosa di eccezionale nella categoria non mi ha trasmesso poi alcun che, a differenza della berlina, certificato ancora una vokta che le parole “Suv” e “Sport” non stanno insieme.
No, non ritengo che sia una strategia commerciale corretta. Se cerco il lusso vado su un brand che è sempre stato di lusso, come poteva essere la Lancia di 50’anni fa, oppure una tedesca qualsiasi può andare benissimo, come Audi sponsor ufficiale di Cortina che la trovo pubblicizzata ovunque e mi fa sentire “ricco” come quelli che passano le settimane in quella località, poi se sotto sotto c’è una Polo o una Golf (che in Germania ha lo stesso significato che ha Panda in Italia) fa lo stesso. Forse sarebbe meglio Mercedes, ma ora che è quasi in mano cinesi inizia a fare pietà.
Le Suv come auto da famiglia è una definizione un po’ tirata, se vogliamo i Suv sono l’involuzione delle monovolume, quelle si che erano auto spaziose e da famiglia, più efficienti dal punto di vista ambientale ed avendo un baricentro più basso potenzialmente pure più sportive. I Suv sono indubbiamente più fighetti, tutto qui.