Da questa faccenda del carplay/android e dal modo con cui viene gestita da Alfa Romeo, emerge una considerazione generale da fare, partendo da una constatazione di fatto: le risorse utilizzate da FCA per concepire, produrre e commercializzare Giulia (e Stelvio) non erano (e non lo sono tuttora) non dico illimitate, ma neppure cospicue.
E se nelle fasi iniziali (progettazione, sviluppo e industralizzazione), visti i risultati che abbiamo tutti sotto gli occhi (e che qui in parecchi pure sotto le natiche, guidandola Giulia) non si sono lesinati gli investimenti (sbaglio o si parla di 5 miliardi), sul fronte sia strettamente infotelematico di bordo che più genetale di gestione post vendita emergono limiti che sembrano inspiegabili ma che invece hanno una chiara giustificazione, riassumibile in "bambole, non c'è una lira", tanto per citate il titolo di un varietà rai anni settanta.
Da qui parto per dire che "la Giulia (e Stelvio) è fatta, ora bisogna fare l'Alfa Romeo", parafrasando d'Azeglio, e che sull'argomento il cammino è ancora lungo, ed i risultati verranno col tempo (e con gli utili, sperando li facciano).
Giulia e Stelvio avrebbero meritato di essere vendute tramite la rete di vendita ed assistenza non dico Ferrari, ma almeno Maserati, i cui livelli non ho mai sperimentato, ma guardando ai blasoni credo sia all'altezza. Ma tali reti non godevano sia della fondamentale (e necessaria per il lancio ) diffusione sul territorio e capillarità "parrocchiale" di quella Fiat-Lancia-Alfa-Jeep- Abarth esistente, e relativa familiarità stile mamma Fiat, sia in esse non era assente una certa ovvia capacità di incutere soggezione e timore reverenziale che si prova ad entrare in uno shop Maserati, che avrebbe potuto essere controproducente, anche se in buona fede.
Inoltre, senza offesa per chi ci lavora, un conto è gestire problematiche di assistenza post vendita di un cliente Panda, un altro e trovarsi un cliente Alfa con un Quadrifoglio mezza Ferrari e mezza Maserati, le aspettative da una parte e l'approccio dall'altra sono completamente differenti, e una casa come Alfa Romeo che ambisce al top del premium non può permettersi assolutamente livelli scadenti, ma neppure di qualità a macchia di leopardo, in funzione dei livelli di professionalità riscontrabili localmente.
Su questi aspetti non si è investito abbastanza, secondo me, e un mercato altamente esterofilo come quello nazionale (almeno per il settore premium) difficilmente è disposto a perdonare.