Ebbene sì, ci sono anch'io.
34 anni, una professione da giornalista free lance che scrive di Vaticano e... tanta passione per l'Alfismo (la mia intervista è pubblicata nell'apposita sezione).
Intanto vi mando un caro saluto, essendo questa la "casa" di noi Romei innamorati di Giulietta. E l'augurio è che possiamo essere sempre di più.
Da oggi pomeriggio sono felicemente proprietario di una Giulietta 1.4 Ma 170 CV Distinctive con pacchetto Sport del 2010. Colore bianco ghiaccio, cerchi da 18... e tanto Cuore Sportivo.
Inutile dire che ne siamo tutti innamorati, persino mio padre che - sceso dall'Alfetta nel 1984 - in tutti questi anni ha professato l'Alfismo più rigido, quello che afferma che "L'Alfa Romeo è morta nel 1986". Però però però... sarà stato il tempo, sarà che io e mio fratello abbiamo comprato due 156 qualche anno fa riportando il marchio Alfa in casa nostra, ma in qualche modo il consiglio di stasera - detto da lui che comprò la Giulietta TI nel 1963 - è stato: "Vai piano, che sono macchine potenti. E stai attento". Parla lui che attese uno in BMW controllando l'orologio per vedere quanto distacco gli aveva dato con l'Alfetta sulla vecchia Salerno-Reggio!
Che dire? La macchina è del 2010, l'ho presa dai Fratelli Cozzi a Legnano ad un prezzo non regalato ma onesto. Interni in pelle e microfibra a cuciture rosse, volante pelle, fascia alluminio scuro. Me l'hanno data con 96.000 km e la cinghia distribuzione sostituita ieri prima della consegna, praticamente la meccanica è in perfetto ordine.
Come mi trovo? Il mio metro e 90 per un totale di kg pari a quello della potenza del motore (sì, devo fare la dieta) si accomoda molto bene. Del resto, si sa, in un'Alfa l'unico posto che conta è l'anteriore sinistro per i mercati che adottano tale guida :-D Molto bene anche il cruise control che in autostrada aiuta a guidare più distesi quando non si vuole andare più spediti.
Nel traffico è leggera da condurre, molto maneggevole. Si "sente" molto bene e calza come un guanto tutt'attorno, come un'Alfa Romeo dev'essere. Guida precisa sui binari, motore ampiamente capace di dare emozioni e riprese brucianti specie in D (solo che la moglie si accorge quando sposto il manettino causa reattività nettamente pronunciata...), che dire... SONO INNAMORATO.
Bella, veloce, comoda, bagagliaio adeguato... ma che altro volere di più dalla Giulietta?
E questo basti per le prime impressioni.
Per quanto riguarda le emozioni, la giornata è stata abbastanza densa. Dico solo che essendo questa la seconda Alfa Romeo che esce da una concessionaria Alfa dal 1973, c'è stato oggi un ideale passaggio del testimone. Mi sono portato appresso il portalibretto in fintapelle beige che la Ve.ga.m di Vibo Valentia nel settembre di 42 anni fa diede a mio padre perché contenesse i documenti dell'Alfetta. Quell'Alfetta mi ha portato incontro alla vita e ha contribuito a salvarne altre due almeno (è tipico della Alfa Romeo essere a disposizione del prossimo). Questa nobilissima vettura, figlia di progettisti e maestranze ECCEZIONALI, che ha insegnato al mondo intero come si possa costruire una vettura 50 anni avanti a tutto il resto del suo segmento (mi pare esista una nota vettura col tridente sul cofano che ha il cambio in blocco col differenziale dietro, e non costa quanto costava un'Alfetta, ma questo per dire la bontà di certe architetture tecniche e dei vantaggi offerti dallo Stato imprenditore quale era l'Alfa dell'era IRI), ha lasciato un ricordo e una nostalgia immensi nel cuore di tutti noi. Ancora oggi, quando si parla di macchine, mio padre dice sempre: "Sono pezzi di ferro, che cosa ci vuoi fare". Ma quando qualcuno accenna all'Alfetta, alla sua furia rabbiosa ed alle mille avventure vissute insieme a lui, mio padre dice sempre: "E che c'entra? L'Alfetta era un'altra cosa".
Ecco, quel portalibretto è l'ultima cosa rimasta di quella macchina. L'ho conservato con affetto in tutti questi anni in cui di Alfa Romeo in casa mia non se n'è più parlato, in attesa del ritorno di un'altra Alfa. Tante volte è sembrato che un'Alfa non sarebbe più tornata nel nostro futuro: ma nel mio cuore sapevo che quel giorno sarebbe venuto.
Trentuno anni e una manciata di mesi hanno separato la presenza di un libretto in questo portalibretto beige. I documenti dell'Alfetta ne uscirono nel marzo 1984 quando, dopo 198.000 km coperti con rapidità e coraggio ma con una carrozzeria minata ormai dalla ruggine in ogni sua parte, venne permutata in cambio di una R4; quelli della Giulietta vi sono entrati ieri sera per essere posti, oggi, nel suo portaoggetti a segnare un filo ed un legame che si sono riannodati più forti di prima. Adesso, per questa notte, il portalibretto dell'Alfetta riposa a bordo della Giulietta: domani ci penserò a mettere a posto le scartoffie. Ma questa notte, dopo 31 lunghi anni e una vita praticamente passata sotto le ruote prima come passeggero, poi come patentato, è una notte un po' speciale. Malgrado il caldo, la Ford, le scelte non sempre felici della Fiat e qualche colpo perso in questi anni, questo filo non è stato spezzato.
Ecco perché io sono un Alfista. Un cordiale saluto a tutti voi, se posso permettermi.
34 anni, una professione da giornalista free lance che scrive di Vaticano e... tanta passione per l'Alfismo (la mia intervista è pubblicata nell'apposita sezione).
Intanto vi mando un caro saluto, essendo questa la "casa" di noi Romei innamorati di Giulietta. E l'augurio è che possiamo essere sempre di più.
Da oggi pomeriggio sono felicemente proprietario di una Giulietta 1.4 Ma 170 CV Distinctive con pacchetto Sport del 2010. Colore bianco ghiaccio, cerchi da 18... e tanto Cuore Sportivo.
Inutile dire che ne siamo tutti innamorati, persino mio padre che - sceso dall'Alfetta nel 1984 - in tutti questi anni ha professato l'Alfismo più rigido, quello che afferma che "L'Alfa Romeo è morta nel 1986". Però però però... sarà stato il tempo, sarà che io e mio fratello abbiamo comprato due 156 qualche anno fa riportando il marchio Alfa in casa nostra, ma in qualche modo il consiglio di stasera - detto da lui che comprò la Giulietta TI nel 1963 - è stato: "Vai piano, che sono macchine potenti. E stai attento". Parla lui che attese uno in BMW controllando l'orologio per vedere quanto distacco gli aveva dato con l'Alfetta sulla vecchia Salerno-Reggio!
Che dire? La macchina è del 2010, l'ho presa dai Fratelli Cozzi a Legnano ad un prezzo non regalato ma onesto. Interni in pelle e microfibra a cuciture rosse, volante pelle, fascia alluminio scuro. Me l'hanno data con 96.000 km e la cinghia distribuzione sostituita ieri prima della consegna, praticamente la meccanica è in perfetto ordine.
Come mi trovo? Il mio metro e 90 per un totale di kg pari a quello della potenza del motore (sì, devo fare la dieta) si accomoda molto bene. Del resto, si sa, in un'Alfa l'unico posto che conta è l'anteriore sinistro per i mercati che adottano tale guida :-D Molto bene anche il cruise control che in autostrada aiuta a guidare più distesi quando non si vuole andare più spediti.
Nel traffico è leggera da condurre, molto maneggevole. Si "sente" molto bene e calza come un guanto tutt'attorno, come un'Alfa Romeo dev'essere. Guida precisa sui binari, motore ampiamente capace di dare emozioni e riprese brucianti specie in D (solo che la moglie si accorge quando sposto il manettino causa reattività nettamente pronunciata...), che dire... SONO INNAMORATO.
Bella, veloce, comoda, bagagliaio adeguato... ma che altro volere di più dalla Giulietta?
E questo basti per le prime impressioni.
Per quanto riguarda le emozioni, la giornata è stata abbastanza densa. Dico solo che essendo questa la seconda Alfa Romeo che esce da una concessionaria Alfa dal 1973, c'è stato oggi un ideale passaggio del testimone. Mi sono portato appresso il portalibretto in fintapelle beige che la Ve.ga.m di Vibo Valentia nel settembre di 42 anni fa diede a mio padre perché contenesse i documenti dell'Alfetta. Quell'Alfetta mi ha portato incontro alla vita e ha contribuito a salvarne altre due almeno (è tipico della Alfa Romeo essere a disposizione del prossimo). Questa nobilissima vettura, figlia di progettisti e maestranze ECCEZIONALI, che ha insegnato al mondo intero come si possa costruire una vettura 50 anni avanti a tutto il resto del suo segmento (mi pare esista una nota vettura col tridente sul cofano che ha il cambio in blocco col differenziale dietro, e non costa quanto costava un'Alfetta, ma questo per dire la bontà di certe architetture tecniche e dei vantaggi offerti dallo Stato imprenditore quale era l'Alfa dell'era IRI), ha lasciato un ricordo e una nostalgia immensi nel cuore di tutti noi. Ancora oggi, quando si parla di macchine, mio padre dice sempre: "Sono pezzi di ferro, che cosa ci vuoi fare". Ma quando qualcuno accenna all'Alfetta, alla sua furia rabbiosa ed alle mille avventure vissute insieme a lui, mio padre dice sempre: "E che c'entra? L'Alfetta era un'altra cosa".
Ecco, quel portalibretto è l'ultima cosa rimasta di quella macchina. L'ho conservato con affetto in tutti questi anni in cui di Alfa Romeo in casa mia non se n'è più parlato, in attesa del ritorno di un'altra Alfa. Tante volte è sembrato che un'Alfa non sarebbe più tornata nel nostro futuro: ma nel mio cuore sapevo che quel giorno sarebbe venuto.
Trentuno anni e una manciata di mesi hanno separato la presenza di un libretto in questo portalibretto beige. I documenti dell'Alfetta ne uscirono nel marzo 1984 quando, dopo 198.000 km coperti con rapidità e coraggio ma con una carrozzeria minata ormai dalla ruggine in ogni sua parte, venne permutata in cambio di una R4; quelli della Giulietta vi sono entrati ieri sera per essere posti, oggi, nel suo portaoggetti a segnare un filo ed un legame che si sono riannodati più forti di prima. Adesso, per questa notte, il portalibretto dell'Alfetta riposa a bordo della Giulietta: domani ci penserò a mettere a posto le scartoffie. Ma questa notte, dopo 31 lunghi anni e una vita praticamente passata sotto le ruote prima come passeggero, poi come patentato, è una notte un po' speciale. Malgrado il caldo, la Ford, le scelte non sempre felici della Fiat e qualche colpo perso in questi anni, questo filo non è stato spezzato.
Ecco perché io sono un Alfista. Un cordiale saluto a tutti voi, se posso permettermi.