Fiat e Bmw confermano alleanza su Mini e Alfa Romeo

Re: Accordo ALFA-BMW

Ragazzi poteva lasciare i vostri post nella discussione aperta da DeltaOscar...inutile aprirne due identiche...
 
Re: Accordo ALFA-BMW

unisco il tutto ragazzi.
 
...Se guardate le Alfa del mio garage,mi considero un'Alfista puro di quelli che non accettano compromessi però oggi,di questo accordo ne sono entusiasta e spiego il perché.
Prima di tutto vorrei fare una domanda a tutti ma quali sono le "vere" Alfa,quelle cosiddette "pure"?
Percorriamo velocemente la storia della casa.
Nasce nel 1910 dalla Darraq come ALFA ma subito dopo poco Interviene l'ing. Romeo e diventa Alfa Romeo già lì un primo cambio,negli anni '30 passa sotto l'IRI ma la produzione rimane di alto livello è nel '50 che l'Alfa passa alla scocca portante con la 1900 e credo che i puristi del marchio di allora si scandalizzarono e non poco per non parlare poi della Giulietta con una cilindrata 1300,mai scesi così in basso ma i tempi richiedevano quello.Nel 1962 la tanto discussa Giulia x via della linea,nel 1972 l'AlfaSud addirittura a trazione anteriore,nel 1987 la "svendita" alla FIAT da cui nasce la 164e non solo poi ancora l'accordo con GM e nascono le 159,Brera ecc. oggi l'accordo con BMW che darà alla luce altre nuove auto ma soprattutto altre nuove Alfa Romeo.
Con tutto questo vorrei sapere se esistono Alfa degne e non degne,qualunque sia la sua origine.i tempi odierni richiedono apparentamenti e sono sicuro che di meglio sul mercato non si poteva trovare.
Spero di essere riuscito ad esprimere il concetto,qualunque sia il partner l'Alfa rimane Alfa e non un ibrido mal riuscito queste cose le sà fare solo la Volkswagen.
 
speriamo non ci rubino il design alfa è la cosa più bella ed originale che abbiamo..se mi dovessi ritrovare un'alfa con un design di interni ed esterni fatto dalla bmw..mi dispiace ma mi sa che ci pensero due volte prima di comprarne un'altra,non cè cosa che odio di più degli interni della bmw..sono freddi e senza sentimento!!per me comunque via libera alla ricerca in simbiosi nel campo della meccanica, si potranno fare molti passi avanti con la collaborazione delle due case :D ma il design no ragazzi..quello non ce lo devono rubare :cool001:
 
continuo a non capire questa ossesione x il marchio..sarò strano io, ma le bmw mi piacciono, coem le audi..le vw no.xò ho un'alfa xè mi è piaciuta la GT e le rivali eran troppo care...la serie 1 è molto bella, ma non capisco nemmeno chi laprende solo xè è bmw o traz post...x come la vedo io, a prescindere dal marchio, un'auto mi deve piacere sia dentro che fuori e non deve costare uno sproposito...quoto sl fatto ke le tedesche in enerale dentro sian fredde, ma fuori mi piaccono molto..poi vorrei un'auto come la serie 1 con le ruote post a filo coi paraanghi non tocca...
 
Cari ragazzi, dopo avervi fatto parlare un pò per sentire le vostre opinioni .:blink:. mi permetto di intervenire per fornirvi i chiarimenti ufficiali che provengono da quegli ambienti:

Il Lingotto ha raggiunto un "memorandum d'intesa" con Bmw. Non vi sarà alcun incrocio, alcun trapianto di organi, tra le auto del gruppo italiano, a trazione anteriore in tutti i segmenti, e le prestigiose vetture a trazione posteriore della casa bavarese.

L'accordo riguarda infatti le piccole "tutto avanti" Mini e Alfa Romeo Mito e quindi, di riflesso, la prossima generazione della Punto. Fiat per realizzare l'attuale segmento B si era avvalsa della collaborazione di Opel all'interno del naufragato matrimonio con General Motors. Infatti la Grande Punto e Corsa sono strettamente imparentate, e i frutti di quel patto si vedono anche nella nuova Alfa Romeo Mito. L'alleanza tra Fiat e Bmw riguarderebbe la piattaforma, ovvero il pianale dell'auto, cioè la base sulla quale costruire modelli anche molto diversi, come per esempio la Fiat 500 e la prossima Ford Ka. Due vetture, queste, diverse per estetica e la collocazione di mercato, ma sostanzialmente uguali meccanicamente.

Sembrano al momento esclusi i motori, anche se non si escludono estensioni del patto. Del resto la casa tedesca monta sulla Mini motori a benzina sviluppati congiutamente con Psa (Peugeot Citroën) mentre i diesel sono realizzati dal gruppo francese insieme a Ford. Il 1.560cc della mini rappresenta un classico del mondo common rail: batte sul cofano di decine di modelli diversi, dalla Citroën C3 alla C4, dalla Peugeot 307/380 fino alla Ford Fiesta e alla Focus. E si tratta solo di esempi, che danno però la misura della globalizzazione in atto nell'industria dell'automobile, dove le case sono sempre più simili a sistemi integrati nel mondo dell'information technology.

Il patto tra Fiat e Bmw riguarda dunque la base della vettura sulla quale poi montare propulsori di diversa estrazione e da vestire con carrozzerie totalmente differenti. Il Lingotto vanta un'esperienza fenomenale nei pianali a trazione anteriore, un'esperienza che affonda dai lontani tempi delle 128 e 127, che dal punto di vista architetturale erano una spanna sopra le concorrenti. E ancora adesso quello schema meccanico, trazione anteriore, motore trasversale, sospensione McPherson, è il più diffuso in tutti i segmenti dalle piccole alle grandi, fino alle monovolume. La Mini di Bmw è invece stata la prima "tutto avanti" della casa tedesca e la futura generazione non potrà che beneficiare dell'apporto tecnico italiano.


L'accordo potrebbe anche fornire a Fiat un supporto per il ritorno dell'Alfa Romeo sul mercato americano e, in linea terorica potrebbe anche portare il biscione a recuperare la trazione posteriore, magari su berline top di gamma come la futura 169.


Con alleanze industriali di questo tipo si abbattono i costi di sviluppo e si condividono risorse tecniche e prodotti. Insomma si realizzano vantaggi condivisi anche tra concorrenti. Numerosi i casi degli ultimi anni. I costruttori da anni tendono a condividere i costi di progettazione e di produzione per abbattere i rischi e cercare qualche possibilità in più di ritorno degli investimenti. L'obiettivo è costruire insieme, differenziare i prodotti con leggeri face-lifting o con diversità nella composizione della gamma di motorizzazioni e di allestimenti. Emblematico è il caso di Toyota che con il concorrente Psa assembla in Romania le piccole Aygo, C1 e 107, vetture identiche nella struttura, con quasi la totalità di componenti in comune (e questo riduce i costi anche degli approvvigionamenti dai fornitori) che si distinguono però in modo netto grazie a un diverso design del frontale (fascione e calandra).

La Nuova Immobiliare Tre Spa è stata infatti trasformata da Fiat in Alfa Romeo Usa Spa. Compito della nuova società sarà di distribuire negli Usa le Alfa Romeo 8C Competizione. Delle 500 previste in produzione, circa 90 sono destinate infatti al mercato statunitense che, sebbene al momento sia una piazza piuttosto difficile, dovrebbe risultare maggiormente accogliente a partire dal 2010, ossia quasi in concomitanza con la sbarco in grande stile di Torino. Un progetto, quest'ultimo, che è anche materia di trattativa con Bmw per capire se la casa tedesca possa in qualche modo agevolare l'arrivo sul mercato nordamericano del marchio sportivo di casa Fiat. E in quest'ottica, una nota di Intermonte risulta essere piuttosto esplicita sugli effetti dell'intesa Italia-Germania: «Bmw aiuterà Fiat nel lancio dei suoi modelli negli Usa dal 2011 e noi crediamo inoltre che l'accordo possa avere come ulteriore sviluppo la produzione in un impianto Bmw» in loco. In aggiunta, Intermonte dice di aspettarsi effetti positivi, in termini di risparmi di costo ed economie di scale, già nel breve termine sul fronte della collaborazione Mini e Alfa. Al punto che la produzione dei diversi modelli sulla stessa piattaforma dovrebbe assicurare una minore spesa per circa 20 milioni sugli investimenti complessivi.

Automotive news, il giornale bibbia del settore, in questi giorni si è occupato molto di Fiat e di Sergio Marchionne. Lunedì scorso lo ha nominato «leader dell'industria dell'auto 2008». Gli esegeti di cose automobilistiche non hanno mancato di notare il legame che univa le due notizie. Ovvero il fatto che tra i motivi che hanno determinato la vittoria del manager ci fosse «l'aver trasformato la Fiat da azienda che lottava per la propria sopravvivenza e indipendenza in un gruppo globale al quale altri costruttori si rivolgono quando hanno bisogno di un partner forte». Dunque: siccome il gruppo di Monaco ne cercava uno, quale miglior scelta se non quella di rivolgersi a Torino?
In ballo non uno scambio azionario, come lo cercava invece Fiat nel '99 e come avrebbe trovato un anno dopo con General Motors dall'altra sponda dell'oceano, ma solo accordi industriali. Poiché si tratta di una lettera di intenti, per i dettagli bisognerà aspettare fine anno. Si sa già però che Bmw è interessata alle piattaforme torinesi dei segmenti B, quello della Grande Punto, e C, ovvero Bravo, Lancia Delta e la futura Alfa 149, dove potrebbero girare le varie estensioni della Mini. E poi ci sono i motori. E qui uno si chiede: avendo la Bmw già una joint-venture con la Peugeot, perché mai i tedeschi tirano in ballo Torino sullo stesso tema? Perché voci di corridoio raccontano che il nuovo presidente della casa francese, Christian Streiff, abbia una certa avversione per le intese siglate dai suoi predecessori e che dunque Fiat potrebbe rimpiazzare il posto occupato oggi dai francesi.
L'altro aspetto del memorandum, il più controverso, riguarda lo sbarco americano dell'Alfa Romeo. Forse che Bmw metterà a disposizione i suoi impianti in South Carolina per produrre auto con il marchio del biscione? Certo che no, visto che le catene di montaggio sono occupate a pieno ritmo dai suoi modelli. Piuttosto, Bmw potrebbe mettere a disposizione la sua rete di concessionari per rendere meno avventurosa la seconda volta di Alfa Romeo negli Stati Uniti. La prima da quando il marchio diventò Fiat, con la 164, risale ancora all'era Ghidella, e fu un mezzo disastro. Anche qui, uno si chiede perché mai Bmw dovrebbe spalancare le porte dei suoi punti vendita a un concorrente. La risposta, in camera caritatis, la dà un dirigente del gruppo di Monaco: «Visti i tempi che corrono, e che correranno anche nei prossimi mesi se la congiuntura non migliora, meglio mettere a disposizione della rete commerciale un prodotto in più per rendere più attraente l'offerta, anche se il prodotto in questione porta le insegne di un concorrente».


Cari più tardi vi fornirò ulteriori dettagli che completano questo intervento chiarificatore.
Non temete, il vs Deltaoscar vi tèrrà sempre aggiornati :)
 
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Davvero notizie interessanti. Grazie Deltaoscar :)
 
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... a completamento del post precedente, concludo l'intervento chiarificatore:

PER IL "BISCIONE" E' LA CHANCE DECISIVA

L'ha detto l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne pochi giorni fa: "Alfa Romeo tornerà all'utile quando venderà 300 mila vetture l'anno."
Più o meno il doppio di quelle che mette in strada oggi. Il target, però sebbene appaia ambizioso, resta intoccabile: nessuno ha intenzione di mettere in discussione la missione al 2010 affidata al responsabile di brand Luca De Meo.
Anche perchè, a questo punto, il mercato confida che le ultime mosse messe a segno, la presentazione della MiTo e il memorandum di intesa siglato con Bmw, possano dare la sferzata necessaria per promuovere il rilancio del Biscione.
La piccola Alfa ha un terget di vendita a regime di 70-80mila unità, metà in Italia e il resto in Europa, che potrebbe finalmente riportare sopra quota 200 mila le vetture del segmento sportivo di casa Fiat.
In questi ultimi anni, il marchio ha conosciuto un'erosione sia della quota di mercato sia delle vendite.
La storia racconta che nel 1990 Alfa Romeo e Lancia assieme piazzavano in Europa oltre 500 mila vetture l'anno.
Nel 2003, il Biscione ha venduto nel vecchio continente circa 160 mila auto, con una quota dell'1%.
Nei primi mesi del 2008 la situazione è ulteriormente peggiorata, complice soprattutto lo stop dello stabilimento di Pomigliano di gennaio e febbraio, tanto che Alfa Romeo ha venduto appena 43 mila vetture.
A ciò contribuisce una gamma di prodotti non ancora completa, considerato che l'erede della 147 arriverà il prossimo anno mentre l'ammiraglia verrà presentata per metà 2010.
Inoltre, è già in agenda il rinnovamento anche della parte motori, e quindi l'accordo Bmw potrebbe dare ossigeno al marchio.
La casa tedesca potrà infatti fungere da trampolino per lo sbarco del Biscione in America e magari condividere le spese nel campo dei componenti e delle piattaforme in modo da ridurre il peso dei costi per il raggiungimento del break even (punto di pareggio costi-ricavi di un investimento).

Se l'accordo con Bmw dà lustro a Fiat, per la casa tedesca l'intesa è altrettanto importante.
Bmw è attualmente alle prese con due esigenze in parte contrastanti: far fronte alla "minaccia" delle future norme UE sulle emissioni inquinanti, che comporteranno significativi costi addizionali, e migliorare una redditività stagnante e inferiore a quella delle concorrenti di prestigio.
Due esigenze contrastanti, come dimostra proprio il caso Mini: il rilancio del marchio inglese è stato si un successo e ha permesso di ridurre i consumi medi e le emissioni del gruppo, ma ha spinto verso il basso la redditività; la cooperazione con Fiat potrebbe ora dare un aiuto importante su entrambi i fronti.
Nei mesi passati Bmw aveva avuto discussioni anche con la Mercedes per una possibile condivisione delle piattaforme di piccole dimensioni, e a sua volta Daimler ha trattato con Fiat.
La casa di Stoccarda, rimasta per ora da sola ha annunciato poche settimane fa che la prossima generazione delle sue "piccole" verrà costruita in Ungheria.
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Ora che il quadro è completo, vi è chiaro tutto il perchè di certe manovre???
Subito alcuni di voi avevano pensato a male.
Tutto e bene quel che finisce bene ........:cool001: