... a completamento del post precedente, concludo l'intervento chiarificatore:
PER IL "BISCIONE" E' LA CHANCE DECISIVA
L'ha detto l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne pochi giorni fa: "Alfa Romeo tornerà all'utile quando venderà 300 mila vetture l'anno."
Più o meno il doppio di quelle che mette in strada oggi. Il target, però sebbene appaia ambizioso, resta intoccabile: nessuno ha intenzione di mettere in discussione la missione al 2010 affidata al responsabile di brand Luca De Meo.
Anche perchè, a questo punto, il mercato confida che le ultime mosse messe a segno, la presentazione della MiTo e il memorandum di intesa siglato con Bmw, possano dare la sferzata necessaria per promuovere il rilancio del Biscione.
La piccola Alfa ha un terget di vendita a regime di 70-80mila unità, metà in Italia e il resto in Europa, che potrebbe finalmente riportare sopra quota 200 mila le vetture del segmento sportivo di casa Fiat.
In questi ultimi anni, il marchio ha conosciuto un'erosione sia della quota di mercato sia delle vendite.
La storia racconta che nel 1990 Alfa Romeo e Lancia assieme piazzavano in Europa oltre 500 mila vetture l'anno.
Nel 2003, il Biscione ha venduto nel vecchio continente circa 160 mila auto, con una quota dell'1%.
Nei primi mesi del 2008 la situazione è ulteriormente peggiorata, complice soprattutto lo stop dello stabilimento di Pomigliano di gennaio e febbraio, tanto che Alfa Romeo ha venduto appena 43 mila vetture.
A ciò contribuisce una gamma di prodotti non ancora completa, considerato che l'erede della 147 arriverà il prossimo anno mentre l'ammiraglia verrà presentata per metà 2010.
Inoltre, è già in agenda il rinnovamento anche della parte motori, e quindi l'accordo Bmw potrebbe dare ossigeno al marchio.
La casa tedesca potrà infatti fungere da trampolino per lo sbarco del Biscione in America e magari condividere le spese nel campo dei componenti e delle piattaforme in modo da ridurre il peso dei costi per il raggiungimento del break even (punto di pareggio costi-ricavi di un investimento).
Se l'accordo con Bmw dà lustro a Fiat, per la casa tedesca l'intesa è altrettanto importante.
Bmw è attualmente alle prese con due esigenze in parte contrastanti: far fronte alla "minaccia" delle future norme UE sulle emissioni inquinanti, che comporteranno significativi costi addizionali, e migliorare una redditività stagnante e inferiore a quella delle concorrenti di prestigio.
Due esigenze contrastanti, come dimostra proprio il caso Mini: il rilancio del marchio inglese è stato si un successo e ha permesso di ridurre i consumi medi e le emissioni del gruppo, ma ha spinto verso il basso la redditività; la cooperazione con Fiat potrebbe ora dare un aiuto importante su entrambi i fronti.
Nei mesi passati Bmw aveva avuto discussioni anche con la Mercedes per una possibile condivisione delle piattaforme di piccole dimensioni, e a sua volta Daimler ha trattato con Fiat.
La casa di Stoccarda, rimasta per ora da sola ha annunciato poche settimane fa che la prossima generazione delle sue "piccole" verrà costruita in Ungheria.
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Ora che il quadro è completo, vi è chiaro tutto il perchè di certe manovre???
Subito alcuni di voi avevano pensato a male.
Tutto e bene quel che finisce bene ........:cool001: