2.2 Diesel Motore fuso

Stelvio fusa?

  • Alfa Stelvio disastro

    Voti: 4 66.7%
  • Mai più Alfa

    Voti: 3 50.0%

  • Votatori totali
    6
ma non apprezzo minimamente da appassionato Alfista queste tue continue frottole su questi ottimi modelli.
Non ottimi, eccellenti 🤣🤣🤣🤣🤣
 
Sulla seconda motivazione non saprei dire. Sulla prima, devo dire che, purtroppo, il livello di preparazione tecnica degli ingegneri che l'università sforna da almeno una ventina d'anni a questa parte è mediamente abbastanza-molto scarso.
Lo dico con cognizione di causa perchè proprio in questi giorni, come da una quindicina d'anni a questa parte, sto facendo le abilitazioni professionali degli ingegneri (esami di stato per l'abilitazione professionale) e davvero cascano le braccia.
Vermente... ci sono diverse cose che mi lasciano perplesso nella progettazione motoristica in generale, ma questa, oltretutto riguardante una parte critica-vitale per il motore, davvero mi lascia basito.
È tutto pianificato e voluto. Le università italiane sono volutamente tenute basse e strutturate per sfornare perfetti idioti. Non a caso le realtà veramente capaci e valide vengono fuori da gente di campagna e di provincia senza titoli di studio.
 
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Tempi duri forgiano Uomini VERI, tempi facili producono Uomini INUTILI.

Enzo Ferrari nasce a Modena il 18 febbraio 1898. All'età di dieci anni il padre Alfredo, dirigente di una locale fabbrica di lavorazione dei metalli, lo porta assieme al fratello Alfredo Jr. a Bologna, ad una gara automobilistica. Dopo aver assistito ad altre gare, Enzo Ferrari decide che vuole diventare un pilota automobilistico.

La formazione scolastica di Enzo Ferrari è abbastanza lacunosa, cosa che sarà motivo di rimpianto nei suoi ultimi anni. Il 1916 è un anno tragico che vede la morte, a breve distanza l'una dall'altra, del padre e del fratello.

Durante la prima guerra mondiale si occupa di zoccolare i muli dell'esercito e, nel 1918, rischia la vita a causa della terribile epidemia influenzale che colpì in quell'anno l'intero globo.

Viene assunto alla CMN, una piccola fabbrica di automobili riconvertita dalla fine della guerra. I suoi compiti includono test di guida che svolge con gioia. È in questo periodo che si avvicina seriamente alle corse e nel 1919 partecipa alla Targa Florio arrivando nono.

Attraverso il suo amico Ugo Sivocci lavora all'Alfa Romeo che ha introdotto alcune vetture di nuova concezione per la Targa Florio del 1920. Ferrari guida una di queste vetture ed arriva secondo.

Mentre è all'Alfa Romeo, diventa
uno dei protetti di Giorgio Rimini, uno dei principali aiutanti di Nicola Romeo.
Nel 1923 gareggia e vince sul circuito di Sivocci a Ravenna, dove incontra il padre del leggendario asso italiano della prima guerra mondiale Francesco Baracca che rimane colpito dal coraggio e dall'audacia del giovane Ferrari e si presenta al pilota con il simbolo della squadra del figlio, il famoso cavallino rampante su di uno scudo giallo.

Nel 1924 agguanta la sua più grande vittoria vincendo la coppa Acerbo.

Dopo altri successi viene promosso a pilota ufficiale. La sua carriera nelle corse continua però solo in campionati locali e con macchine di seconda mano; ha finalmente l'occasione di guidare una vettura nuova alla più prestigiosa gara dell'anno: il Gran Premio di Francia.

In questo periodo si sposa e apre una concessionaria Alfa a Modena. Nel 1929 apre la sua azienda, la Scuderia Ferrari. Viene sponsorizzato in questa impresa dai ricchi industriali tessili di Ferrara, Augusto ed Alfredo Caniano. L'obiettivo principale dell'azienda è quello di fornire assistenza meccanica e tecnica ai ricchi acquirenti di Alfa Romeo che utilizzano queste vetture per le competizioni. Stringe un accordo con l'Alfa Romeo con il quale si impegna a fornire assistenza tecnica anche ai loro clienti diretti.
 
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Curiosità storico-motoristica: Ferrari e Porsche condividono l'emblema del cavallino (o cavallina) nero in campo giallo - oro.
Il cavallino rampante nero in campo oro è in effetti lo stemma della città di Stoccarda, il cui nome può essere grossolanamente tradotto con "giardino delle giumente". Un cavallino rampante nero era anche quello dipinto sulla carlinga del suo aereo da Francesco Baracca all'abbattimento del quinto velivolo avversario nella Guerra del '15 - '18 e al conseguimento del titolo di "Asso".
Alcune fonti indicano il cavallino come stemma del Reggimento di Cavalleria Reale Piemonte cui la non ancora nata aeronautica apparteneva, ma lo stemma di questo reggimento ha un cavallino grigio (e piuttosto diverso) in campo rosso e solo in una parte dello stemma. Più probabile, invece, che Baracca lo avesse asportato come trofeo dall'ultimo aereo abbattuto, quello di un pilota tedesco originario proprio di Stoccarda.
Ferrari riferisce di aver adottato il cavallino rampante come stemma della sua nascente Scuderia Ferrari con i buoni auspici della Contessa Baracca e di avergli solo aggiunto il fondo giallo del colore di Modena.
Comunque sia andata, sta di fatto che due marchi storicamente rivali nelle automobili sportive di lusso condividono in pratica lo stesso emblema.
 
Curiosità storico-motoristica: Ferrari e Porsche condividono l'emblema del cavallino (o cavallina) nero in campo giallo - oro.
Il cavallino rampante nero in campo oro è in effetti lo stemma della città di Stoccarda, il cui nome può essere grossolanamente tradotto con "giardino delle giumente". Un cavallino rampante nero era anche quello dipinto sulla carlinga del suo aereo da Francesco Baracca all'abbattimento del quinto velivolo avversario nella Guerra del '15 - '18 e al conseguimento del titolo di "Asso".
Alcune fonti indicano il cavallino come stemma del Reggimento di Cavalleria Reale Piemonte cui la non ancora nata aeronautica apparteneva, ma lo stemma di questo reggimento ha un cavallino grigio (e piuttosto diverso) in campo rosso e solo in una parte dello stemma. Più probabile, invece, che Baracca lo avesse asportato come trofeo dall'ultimo aereo abbattuto, quello di un pilota tedesco originario proprio di Stoccarda.
Ferrari riferisce di aver adottato il cavallino rampante come stemma della sua nascente Scuderia Ferrari con i buoni auspici della Contessa Baracca e di avergli solo aggiunto il fondo giallo del colore di Modena.
Comunque sia andata, sta di fatto che due marchi storicamente rivali nelle automobili sportive di lusso condividono in pratica lo stesso emblema.
Tutto molto interessante che pero' non ha nulla a che vedere con la discussione.
@kormrider
@Rosso_620
Ritornate in thread.

Grazie
 
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Ero qui che l'aspettavo la bacchettata della signora maestra!... 😂😂😂
 
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il collettore di pescaggio (pescante) è diviso in due parti con la tenuta fra le due affidata ad un anello in gomma che lavora semplicemente in battuta.
Un impianto siffatto è davvero un miracolo che funzioni e che funzioni per tanto tempo.
Neanche un Cane l'avrebbe progettato così.

Per gli increduli e i frettolosi superficiali consiglio di andare direttamente al minuto 1.50

Come fanno a non girarti i coglioni quando vedi uno schifo del genere. Miseria ladra mi metti l'albero di trasmissione in carbonio, il pedale dei freni wireless (altra porcheria sia chiaro) sospensioni della Madonna, mille altri inutili cazzi elettronici, belle linee ecc... e poi non mi realizzi una pompa olio che Funzioni?? A sto punto la lubrificazione me la fai con il carter secco e pompa centrifuga a parte come in Ferrari... e solo dopo mi vieni a dire in televisione che non è la solita merda tedesca...

Ecco qui la totale porcheria:

 
Ultima modifica:
Chissà come mai quando le pompe olio con i relativi Pescanti erano realizzati con cognizione e coscienza non c'erano queste stragi di motori fusi.

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Che porcheria, potevano fargli l'innesto invece di poggiare semplicemente sul pompante, chi ha fatto questo brevetto è un delinquente a piede libero, ammiocugino sarebbe stato più pignolo nel progettare la parte.
 
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Sono tutti complici. È voluta una porcheria del genere. E infatti i risultati non si sono fatti attendere.
 
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