Il primo ricordo del mio primo mezzo di locomozione sono le spalle di mio padre mentre mi portava al lago, a Gavirate.
Avrò avuto meno di due anni...
Ma il ricordo successivo sono le sue automobili, sempre invase dalla nebbia del fumo delle Pall Mall.
Una 1100 nera, poi una beige col tetto cremisi.
Qualche Ford (l'orribile Taunus con cui mi portava a scuola, alle elementari in via Conservatorio. Odiavo l'auto e...la scuola) e poi, finalmente, le Alfa...
La prima volta che ne ho vista una ero ansioso come fosse in arrivo un regalo. Mi ricordo la faccia contrariata di mia madre che scuotendo la testa mentre aspettava di vederlo comparire in fondo al viale di ingresso ripeteva: "così finisce che si ammazza...ma cosa ho fatto di male!".
Era una Giulia Super 1600 color amaranto con gli interni beige che aveva appena ritirato dal concessionario a Melegnano e aveva fatto un viaggio di 150 chilometri apposta per mostrarla in tutta la sua bellezza venendoci a trovare a casa di mio zio, vicino a Parma, dove passavo l'estate.
Dopo la Giulia una 1750, poi la 2000, due Alfetta (1800 e 2000), un Alfasud in prestito e l'Alfetta GTV.
E tutte le volte suonava al citofono, mi diceva: "scendi?" e mi portava all'Idroscalo o al Bar Bianco sulla Muzza a mangiare un gelato e si beava nel vedere le reazioni delle persone che ammiravano le sue auto nuove.
Si, perché le comprava, anzi credo le prenotasse, in modo da essere tra i primi a possederle e godersele.
Il concessionario era un suo paziente e condividevano, credo, anche la passione per la pista.
Che, ovviamente, frequentava all'insaputa di mia madre. Che sono certo avrebbe preferito avesse un'amante, come tutti, invece di rischiare l'osso del collo mentre fingeva di essere a casa di qualcuno per una visita urgente.
Ho guidato, col suo permesso ed unica persona a cui l'abbia mai fatto fare, l'Alfetta, l'Alfasud e la GTV. Sempre e solo per cercare di far colpo su qualche ragazza perché avevo il terrore di rovinargliele...
Ma mi sarebbe piaciuto spingerle ben oltre i limiti che mi ero imposto!
Poi, e non so bene perché, aveva chiuso con Alfa Romeo per passare alla Volvo...
Credo ci fosse lo zampino di mia madre o forse solo la morte del suo amico concessionario, non so.
Ma da allora continuava a vantare solo "la sicurezza" della Volvo, l'economia e la praticità di una Citroen ma senza più quel lampo di passione e di gioia che gli aveva fatto fare 150 Km solo per mostrare l'auto nuova a suo figlio e che gli si accendeva quando io e lui andavamo a mangiare improbabili gelati in altrettanto improbabili posti solo per stare insieme e per parlare di auto mentre spiavamo l'ammirazione della gente per le Alfa parcheggiate...
Sono passati decenni e adesso so cosa provava.
Non sono mai stato tanto vicino a mio padre: ho vissuto, sofferto il rapporto difficile di una vita di liti tra lui e mia madre e la sua mancanza di tempo per me se si escludevano i pochi momenti felici rubati al suo lavoro, per merito delle Alfa.
Per cui adesso, quando guido la Giulia, ogni tanto penso a lui e mi manca e vorrei tanto che mi potesse vedere...
Anche questi sono i miracoli di Alfa Romeo.