Opinabile, alla fine dopo il ritiro delle azioni cinesi ai soci FCA rimrrà il 50,qualcosa, a quelli PSA il 49,qualcosa.Beh, è 50% e 50% di azionariato post cedole, a dirla tutta. PSA paga un premio del 32% per prendere sostanzialmente il controllo post fusione. Tavares fino a prova contraria è CEO PSA, non FCA.
"Secondo i calcoli di Kepler Cheuvreux, Psa riconosce ai soci Fca un premio da 6,7 miliardi rispetto alle quotazioni di Borsa antecedenti l'inizio delle indiscrezioni sulle nozze. Senza premio agli azionisti francesi sarebbe spettato il 60% del nuovo gruppo e quelli di Fa il 39,85%, anziché il 50% a testa. Per questo il mercato ha penalizzato Peugeot e ha premiato i titoli di Fiat Chrysler".
In una Public Company la gestione la determina il CEO (così come avveniva in FCA con Marchionne), pertanto essendo Tavares CEO di PSA non si ha dubbi su chi "comanderà", visto inoltre il 6 a 5 in CDA. Per tutto il resto, vedremo nei prossimi mesi durante il closing (12/15 circa) e poi capiremo "dove si andrà a parare". Certo è che già FCA non era italiana prima, ora lo sarà ancora meno. Per non parlare di Comau e dei 90miliardi di indotto delle forniture componentistica... In Italia si parla di Ong, sardine, mentre non si affrontano i problemi veri (FCA, ILVA, etc.). Siamo ridotti male.
Sottigliezze a parte, come scrivevo anche io, la politica verrà fatta da tavares, che non darei per scontato essere così legato a PSA, in fondo non è francese, e per risanare PSA ha fatto tagli da lacrime e sangue, ed ha un mandato di 5 anni (non è stato garantito che sarà sempre a nomina francese).
Diciamo che Tavares, a differenza di Marchionne, sa cosa sia un'automobile, probabilmente sarà in grado di lavorare meglio sul prodotto, mentre sulla riorganizzazione degli stabilimenti potrebbe esserci moltio più da piangere qui da noi, dove invece in Francia hanno già pianto tutte le lacrime che poteva e ora non hanno più i problemi di sovrapproduzione (o sottoutilizzo che dir si voglia) dei nostri.
Mi preoccupa di più il fatto che storicamente la famiglia Agnelli/Elkann ha dimostrato di fregarsene totalmente dell'Italia, coccolando sempre e solo gli azionisti, mentre "di là" c'è comunque un posto in consiglio in capo allo stato francese, è quello che temo alla fine andrà a pesare.
Perfettamente d'accordo con l'ultima parte del tuo pensiero.